I lavoratori che stanno occupando la sala consiliare del comune dal 16 dicembre si sono offerti di portare a spalla la statua di San Felice, alcuni quintali di legno massiccio per un'altezza che supera i due metri. A loro dovrebbero alternarsi i circa 60 lavoratori del pastificio Russo, a rischio mobilità. "Visto che la soluzione è difficile, ci affidiamo ai nostri Santi" commenta il parroco
La vicenda dei 38 operai della Fiat di Pomigliano d'Arco (Napoli), il cui contratto è scaduto lo scorso 31 dicembre, è affidata "nelle mani del santo protettore" della cittadina partenopea, la cui statua, domani, sarà portata a spalla per le strade del paese dagli operai, in occasione di San Felice.
"Visto che umanamente la soluzione non è facile da trovare - ha commentato il parroco don Felice Gambardella, che guiderà la processione - ci affidiamo ai nostri Santi". I lavoratori della Fiat, che stanno occupando la sala consiliare del comune dal 16 dicembre, si sono offerti di portare a spalla la statua di San Felice, realizzata in legno massiccio per un'altezza che supera i due metri, ed un peso di alcuni quintali. A loro dovrebbero alternarsi i circa 60 lavoratori del locale pastificio Russo, a rischio mobilità.
"Sono contento che gli operai mi abbiano avanzato la proposta - ha aggiunto il sacerdote - e spero che ce la facciano, visto che la statua è molto pesante. La festività dedicata al Santo patrono è la più importante, dal punto di vista religioso, in quanto tutta la comunità si riunisce, le scuole e gli uffici sono chiusi, e quasi tutti i fedeli partecipano alla cerimonia religiosa, durante la quale si esprime la complessità della vita. Quindi anche la situazione di disagio e la disoccupazione che si sta creando con la crisi economica, in primiis, per quel che riguarda Pomigliano, i problemi alla Fiat ed al pastificio Russo, così come tante altre realtà più piccole, ma non per questo meno importanti".
"Ho accettato la loro proposta - ha concluso il parroco - in quanto è il loro modo di affidarsi alla Chiesa ed ai Santi, ma anche per dire all'intera comunità che c'è un problema, e che c'è bisogno che tutta la comunità cristiana dia un aiuto per risolverlo".
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