giovedì, gennaio 07, 2010

Gli importi delle pensioni nel 2010. Pensioni basse.....


Le pensioni vengono aumentate nel 2010 nella misura dello 0,7%: per effetto di tale perequazione, l’importo delle pensioni minime, sociali e degli assegni sociali viene fissato in via provvisoria, per il corrente anno 2010, nelle misure fissate nella tabella di seguito esposta.
Tipologia di pensioneImporto provvisiorio 2010 mensileImporto provvisorio 2010 annuale
Pensione minima€ 460,97€ 5.992,61
Pensione sociale€ 339,15€ 4.408,95
Assegno sociale€ 411,53€ 5.349,89


L’aumento perequativo viene applicato in misura intera per le quote di pensione comprese entro un importo determinato moltiplicando il trattamento minimo dell’anno precedente (€ 457,76) per cinque (€ 2.288,80), mentre per la fascia eccedente tale importo, la percentuale di aumento è applicata nella misura ridotta dello 0,525% (pari al 75% dell’aumento pieno dello 0,7%).

Come accennato, l’aumento viene fissato in via provvisoria, salvo conguaglio operato di anno in anno in occasione dell’erogazione della prima rata di pensione: per l’anno 2009 l’aumento definitivo è pari al 3,2%, mentre l’aumento determinato lo scorso anno in via provvisoria ammontava al 3,3%. Ne consegue che in occasione del pagamento della prima rata dell’anno 2010, gli Istituti previdenziali opereranno il conguaglio, calcolando l’importo definitivo delle prestazioni pagate nel 2009, sulle quali applicheranno successivamente l’aumento provvisorio per il corrente anno 2010.

Le modalità di perequazione sono riepilogate nella Circolare Inps n.132 del 29 dicembre 2009, alla quale è allegata una Tabella contente gli importi pensionistici dell’anno 2010.


INFLAZIONE BASSA, SCOPERTE AMARE

Quelle pensioni così povere

Molti falsi poveri davanti al Fisco, troppi veri poveri nei libri paga dell’Inps. Puntualmente l’analisi delle dichiarazioni dei redditi ci rivela scomode verità, almeno per chi paga le tasse: gli italiani guadagnano poco, meno della media europea. Ma, se li mettiamo di fronte allo specchio dell’Inps, il ritratto è ancor più drammatico. Nel 2009 l’ente ha staccato 15 milioni e mezzo di assegni con un importo medio di 773 euro al mese. Per tredici mensilità fanno poco più di 10.000 euro. La stragrande maggioranza dei pensionati vive, quindi, con mille euro al mese. Forse meno. E se in casa ci sono due ex lavoratori si arriva a 2.000. Non c’è di che scialare.
Nel 2010 anche la scala mobile girerà lenta. L’inflazione zero ha congelato l’aumento: +0,7%. Le «minime» cresceranno di soli tre euro al mese. Ma le bollette, per fare un esempio, sono rincarate ben di più. Molti pensionati, per la prima volta dopo anni, dovranno anche restituire qualcosa all’Inps perché il costo della vita 2009 è stato inferiore alle previsioni. Un po’ si prende, un po’ si restituisce. E il mini aumento scema ancor di più.

Per decenni la questione previdenziale è stata affrontata dal lato della spesa pubblica. Un’impostazione doverosa, in un Paese che ha brevettato le pensioni di giovinezza. Vi ricordate i 19 anni sei mesi e un giorno dei dipendenti pubblici? O le rendite di anzianità svincolate da un’età minima (si staccava anche a 49 anni)?
Le ultime riforme stanno riportando in equilibrio i conti. E se è vero che i già pensionati sono stati in parte risparmiati, com’era giusto, è altrettanto vero che sono stati quasi completamente dimenticati. Forse è il caso di ridare loro almeno una parte dei risparmi che deriveranno dai nuovi coefficienti di calcolo delle rendite contributive. O dall’agganciamento dell’età pensionabile alle aspettative di vita.
Dal 2002 ad oggi, a parte l’integrazione decisa dal secondo governo Berlusconi per portare il minimo a un milione di lire — beneficio toccato a una minoranza —, è stato fatto molto poco. Qualche una tantum e la quattordicesima del governo Prodi. Provvedimenti tampone legati al possesso di redditi minimi, da certificare con non pochi fastidi burocratici.

Anno dopo anno le pensioni hanno continuato a rivalutarsi solo grazie all’inflazione misurata dall’Istat, perché la perequazione agli stipendi è stata cancellata negli Anni 90. E così il loro potere di acquisto si è pian piano svilito. Un miglioramento potrebbe venire dall’annunciata, ma mai attuata, creazione di un paniere ad hoc per i pensionati, per tenere conto dei loro veri consumi. Anche le norme fiscali sono penalizzanti sul fronte degli oneri detraibili (le rendite basse non ne beneficiano). E se il coniuge supera con la pensione i 2.840 euro non è più a carico. E si perdono i relativi vantaggi.
Tanti poveri, molti evasori. Perché non cercare di riportare la bilancia in equilibrio? L’Italia nello specchio dell’Inps e del Fisco piacerebbe di più. A tutti.

Massimo Fracaro


8 commenti:

Anonimo ha detto...

l'unico commento è che tutto questo è una vergogna governo vergognoso che pensa solo a intascare e gente con pensioni minime di 458.20 come me costretta a vivere da pezzente e questa ITLIA SEMPRE PIù DERISA dagli altri stati stipendi e pensioni da fame porteranno gli italiani prima o poi a qualcosa di brutto per mandare via questi prepotenti viziosi che stanno al governo e per ritornare a una vita più dignitosa vergogna vergogna !..........andate via!.........

Unknown ha detto...

Manifestare il proprio disgusto per questi vergognosi furti è il minimo che si possa fare, servirà? forse non votare può servire.

Anonimo ha detto...

450-500 euro mensili, ma di che cosa stiamo parlando? pensioni da fame create nel tempo per i poveri lavoratori da governanti capitani di aziende con fauci da squali insaziabili che hanno pensato solo per se stessi e per la loro schiatta.Sarebbe ora che quando si va in pensione si prendesse tutti il necessario per vivere.

Anonimo ha detto...

Non sarebbe ora che quando si va in pensione si prendesse tutti il necessario per vivere una vita decorosa perlomeno in vecchiaia, e non vedere gente che a lavorato una vita tirando avanti decorosamente trovarsi poi con pensione da fame da far perdere decoro e dignità, mentre chi ci governa e tutte le miriadi di persone che non producono niente se la godono beatamente con pensioni da nababbi. Pensateci ora che andate a votare tanto non cambierà nulla perchè questi sono come i ladri di giorno litigano e la notte vanno a rubare insieme.

Anonimo ha detto...

Tutte belle parole, perchè e di questo che ci indignamo ma tanto non cambia mai niente ormai questo paese e diviso dal 30% che se la prende nel c.... e il 70% che se la gode, quindi il risultato elettorale sembra scontato. Comunque grazie a questi Blog che ci danno l'opportunità di sfogarci, almeno questo.

Anonimo ha detto...

Non posso crederci...penso sia una notizia allarmante per i titolari di pensioni bassissime, 226 euro al mese!!!
Ma e' vero che da quest'anno cessera' per tanti infelici anche la corresponsione della 14°mensilita'!!
Fatto gravemente penalizzante poi nell'ipotesi che superando di ben 6 euro(sei)annui,il fatico limite di 2871 eu annui per la vivenza a carico,il coniuge sara' penalizzato dalla cessazione dell'assegno mensile di circa 60 euri.....
Ma ci si rende conto che con questo scherzetto il reddito famigliare si riduce di ben 1000 euri annui..
Vergogna!ed ancora vergogna!!!
Cose da 4°mondo..
anzi penso che extra comunitario e ' meglio in quanto nei suoi confonti questa bella italia e' piu' garantista..

Anonimo ha detto...

Come può una anziana rimasta vedova troppo giovane affrontare la sua vecchiaia con la misera pensione di trattamento minimo, non avendo potuto lavorare per motivi di salute.Cure costose, possibile che le persone con questo misero reddito debbano pagare i medicinali non in convenzione? Per aver ottenuto l'assegno a vedova di euro 52.91 le tolgono la carta acquisti, che presa in giro!!!

Unknown ha detto...

invece di sfogarci qui sarebbe opportuno formare un 'associazione per rivendicare gli aumenti sulle vergognose pensioni minime alex5252@hotmail.com