Illustratori, vignettisti e fumettisti richiamati dal Web (www.liberavoce.135.it) e dall’associazione Libera si rivolgono principalmente ai bambini del quartiere, che «gratuitamente avranno la possibilità di confrontarsi con illustrazioni, vignette e fumetti che screditano, contrastano, si oppongono, prendono in giro e sfatano i miti del Sistema camorristico». Patrocinata dalla Comix di Napoli e da Libera contro le Mafie, la mostra ospita anche il progetto «CamorraComix – barzellette e vignette contro la camorra» realizzate dalle scolaresche partenopee e le tavole di «Max & Stella» di Paolo Piccione della Questura di Napoli.
L’associazione Vodisca è attiva a Scampia da qualche anno in memoria di Antonio Landieri, «vittima innocente di camorra», un disabile che non riuscì a sfuggire ad un agguato con sparatoria nel mucchio in pubblica piazza; e cugino del giovane scrittore di Scampia, fondatore di Vodisca, Rosario Esposito La Rossa (“Al di là della neve”, Marotta e Cafiero) sul quale anche Saviano e Maurizio Braucci (lo sceneggiatore di Gomorra) hanno espresso qualche parola di apprezzamento. La mostra è visitabile dal 5 al 9 maggio dalle 11 alle 17.
Firmano tavole e foto Marilina Ricciardi, Rosaria Iorio, Paolo Domeniconi, Lorenzo Ruggiero, Fabrizio Fiorentino, Alfonso De Negri, Paolo Piccione, Maria Villone, Lilia Migliorisi, Febe Sillani, Nicoletta Costa, Tiziano Squillace e Giovanna Pignataro, Barbara Jelenkovich, Gaia Monti, Daria Petrilli, Alice Vitagliano, Alessandra Vitelli, Rosaria Battiloro, Andrea Musso, Paolo Marengo, Raffaele Marra, Claudio Parentela, Il Vignettificio e Anel. La inaugurano Maria De Marco (assessore alla Cultura della municipalità), Paolo Piccione (Questura di Napoli), Marilina Ricciardi (Comix), Raffaele Marra (di No-mafia Zone, un social network siculo realizzato con lo scopo di “fondere l’impegno di creativi in un laboratorio per la legalità e contro il diffondersi del pensiero mafioso”), Domenico Foscolo (curatore del progetto Camorracomix) e il Presidio Libera Scampia.
Luca Marconi
04 maggio 2009
Altro che carabinieri: stavolta gli studenti ironizzano sulla brutalità dei delinquenti con pungenti barzellette
NAPOLI - L'arma dell'ironia contro l'arroganza della camorra. La risata come strumento per demolire una serie di falsi miti diffusi tra i giovani (e i meno giovani). Il «camorrista» non è più il furbo, il vincente, quello che gode di ricchezza e rispetto, ma diventa un personaggio «da barzelletta», che dispensa stupidità e rozzezza di spirito ad ogni battuta. Il progetto Camorracomix, curato dal docente Domenico Foscolo, nasce dalla collaborazione tra l'istituto statale d'arte «Giorgio De Chirico» di Torre Annunziata, diretto da Felicio Izzo, e il liceo artistico statale del centro storico di Napoli.
Negli sketch, la figura del camorrista prende il posto dei protagonisti delle barzellette «classiche» (e spesso razziste), e cioè l'ebreo, il cornuto, il carabiniere, il terrone, ed esprime la somma delle qualità negative attribuite, nei racconti umoristici, a quelle categorie: ignoranza, avidità, stupidità, volgarità, violenza, superbia. «Proponiamo una specie di razzismo educativo, perché non colpisce un essere, ma un modo di essere», spiega il professor Foscolo, che insegna «disegno dal vero» e che già due anni fa, all'istituto «Europa» di Pomigliano d'Arco, aveva curato un progetto analogo.
Perché la barzelletta? «Perché sfrutta un linguaggio immediato, vicino a quello degli studenti, e permette di affrontare temi delicati come la cultura antimafia senza annoiarli, coinvolgendoli ». Scrivere uno sketch, inoltre, significa esplorare ambiti disciplinari diversi: lingua, in questo caso anche il dialetto, struttura del testo, storia, sociologia, e addirittura, se pensiamo a una barzelletta sull'uso delle droghe o sui mercati illegali, scienze ed economia. Diciassette vignette e centosettanta barzellette, con l'obiettivo dichiarato (e raggiunto) di mostrare il ridicolo che si cela dietro al malcostume e ai comportamenti antisociali. Trentaquattro in tutto gli studenti che si sono cimentati nella scrittura (consulente per il dialetto, Pasquale Russo) e nel disegno creativo (coordinati dalla docente Mara Ferro).
Ecco, qui di seguito, un florilegio di questo loro lavoro.
Mio zio è un genio
Intercettazione ambientale (Un camorrista parla con un suo amico)
– Uà… zitemo è nu genïe: ha pigliato 'a garrozzeria 'e na mercedès, 'o mudore 'e na ferrari, 'e rote 'e na fort, 'e siggiuline 'e na gadillàccheta...
– E che ha fatto? Na machena nova?
– No: duje anni 'e calera!
Il rombo
Fiammetta Di Peto, figlia di un boss, a trentasei anni riesce ad arrivare all'esame di terza media. Dopo la prova di Geometria esce sconsolata. La sua amica del cuore, che l'aveva accompagnata, s'informa:
– Comm'è juto?
– Songo stada bucciata.
– E pecché?
– Nun 'o saccio, m'hannu ritto: 'e fá nu rombo… e ie aggiu fatto: “BRRRUUUMMMM... BRRRUUUMMM…”
– E chille appirciò t'hannu abbucciata! T'hannu circato nu rombo… E tu n'e fatto ruje!
Il pesce palla
Due camorristi sono in visita all'acquario. Uno dice all'altro:
– Guadda 'a là: 'o pisce palla!
Allora l'altro senza esitare un attimo prende la pistola e spara uccidendo il pesce!
Visto, poi, lo sguardo interrogativo del primo,sentenzia:
– Muto s'eva stà!
Il matrimonio impossibile
Intercettazione ambientale (Il fidanzato della figlia di un boss alla ragazza)
– Tesò, ma tu nu juorne me spusarraje?
– Amó, penze proprito che nun è pussippila! Dint'a fameglia nosta ce sta l'appitutina 'e ce spusà fra nuje: 'a zia se spusaje cu 'o zio, 'a nonna se spusaje cu 'o nonno, mammà se spusaje cu papà...
Giorno di paga
Giorno di paga nel clan dei Capavota. Il cassiere della banda chiama gli affiliati uno per volta seguendo l'elenco:
– “Capa 'e puorco”: 1.800.000 èvero. “Funa n'ganna”:1 1.800.000 èvero. “Muorto arletto”: 1.800.000 èvero… E continua così fino alla fine della lista. Dopo aver pagato tutti, il contabile esclama:
– Ma guarda nu pogo stu scemo 'e “Totale”: è chillo ca ha d'avé chiú assaje ‘e tutte quante…Ma nun si apprisenta maje!
Attento a come parli
Qual è la cosa che non devi assolutamente dire ad un camorrista che ti chiede se la sai l'ultima?
“Dai: spara!”
Le tute mimetiche
Intercettazione ambientale (Un camorrista parla con l'affiliato che sorveglia l'arsenale del clan) – 'E tiene 'e tute mimetighe?
– Sí ma 'un 'e riuscimme chiú alle truvà!
18 marzo 2009
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