I commercialisti o il consulente, dovendo apporre il visto di conformità, sono obbligati a controllare i dati esposti nella dichiarazione alle risultanze della relativa documentazione e alle norme in materia di oneri deducibili e detraibili. È per questa ragione che occorre esibire la documentazione attestante le ritenute subite: Cud, altre certificazioni rilasciate dai sostituti d’imposta che hanno erogato redditi di lavoro autonomo occasionale, fatture, ricevute o quietanze di pagamento da cui risulti il tipo di spesa e chi l’ha sostenuta.
E nella lista per usufruire degli sconti fiscali ci sono anche i contributi versati per gli addetti ai servizi domestici e familiari: colf, baby-sitter o badante.
In particolare, per chi assume lavoratrici domestiche o che accudisce gli anziani e le persone non autosufficienti sono previste le seguenti deduzioni e/o detrazioni fiscali:
- per la Colf e la babysitter il datore di lavoro può dedurre dal proprio reddito (rigo E24 del modello 730), per un importo massimo di 1.549,37 euro l’anno, i contributi previdenziali Inps obbligatori versati. A tal fine è tenuto a conservare le ricevute dei bollettini Inps. Da ricordare che l’importo massimo deducibile è fisso e non varia in base ai redditi dichiarati.
-per la Badante: il datore di lavoro può detrarre dall’imposta lorda il 19% delle spese, per un importo massimo di 2.100 euro l’anno, sostenute per gli addetti all’assistenza di persone non autosufficienti, anziani e non. La detrazione spetta al soggetto non autosufficiente o ai familiari che sostengono la spesa. Attenzione: si può usufruire di tale detrazione solo se il reddito complessivo non supera 40.000 euro.
È bene anche tenere presente che le deduzioni per le colf e le detrazioni per la badanti sono cumulabili.
Una possibilità, quella di detrarre e dedurre queste spese, che accomuna milioni di famiglie italiane che vanno avanti grazie al prezioso aiuto fornito loro dalle collaboratrici domestiche e a quello delle badanti.
Si tratta di numeri importanti: più di un milione e mezzo i rapporti di lavoro attivi presso l’Inps a fine 2008 e 600 mila lavoratori domestici registrati, in gran parte donne straniere. C’è da dire, tuttavia, che le stime che comprendono anche colf e badanti irregolari arrivano a calcolarne fino al doppio. Secondo il Censis si calcola, infatti, che il 37% di questi rapporti di collaborazione sfuggano parzialmente o totalmente all’Istituto di previdenza sociale.
Per arginare il fenomeno del sommerso dei contributi per le collaboratrici domestiche le Acli Colf - in occasione della XVII Assemblea nazionale - hanno lanciato la proposta di cambiare le regole contributive e di offrire ai datori di lavoro la possibilità di consistenti detrazioni fiscali.
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