mercoledì, marzo 11, 2009

Social card, la proroga al 30 aprile c'è. Novità allo studio per usarla anche in farmacia.

Social Card: proroga ad aprile per gli arretrati
Chiarimenti e novità nel decreto in gazzetta. Soddisfazione delle Acli: «Ora estendere la platea dei beneficiari»

Roma, 10 marzo 2009 - Soddisfazione da parte delle Acli per la pubblicazione in Gazzetta ufficiale del decreto del ministero dell' Economia che estende al 30 aprile la proroga per ottenere gli 'arretrati' della Social Card: chi presenterà la domanda entro quella data potrà vedere caricati sulla Carta anche i 120 euro di ottobre, novembre e dicembre 2008, più gli ulteriori 80 euro del bimestre gennaio-febbraio 2009. Le Acli per prime avevano avanzato una richiesta in tal senso al ministero ed erano tornate nei giorni scorsi a denunciare la mancata formalizzazione della proroga promessa, che impediva di fatto a circa 200mila persone di beneficiare dell'accredito.
Per la vicepresidente nazionale delle Acli e presidente del Caf Acli Paola Vacchina, il ministero, rinviando a fine aprile la scadenza per ottenere gli arretrati (due mesi in più rispetto alla proroga precedentemente annunciata) «ha mostrato sensibilità e disponibilità di fronte alle richieste avanzate e alle esigenze dei cittadini, che pur avendone potenzialmente diritto non hanno ancora fatto richiesta della Carta Acquisti. Speriamo in particolare che questa proroga possa dare tempo e modo di accedere alla domanda alle famiglie con figli sotto i 3 anni, che finora hanno usufruito meno di questo strumento».
Il decreto del ministero dell'Economia risolve positivamente le questioni relative agli 'incapienti' e ai tempi dell'accredito sulla carta - non più nel bimestre successivo alla presentazione della domanda, ma al momento della verifica dei requisiti da parte dell'Inps. Introduce il principio della rivalutazione annuale della soglia Isee di accesso, sulla base della percentuale di incremento delle pensioni per perequazione automatica. Estende la possibilità di spesa attraverso la Carta anche nelle farmacie. Consente agli enti locali di integrare le social card con i propri versamenti. Mira a coinvolgere, infine, i Centri di assistenza fiscale sia nella fase di promozione dell'iniziativa - il lavoro fatto finora di produzione della dichiarazione Isee e di supporto alla presentazione della domanda - sia nella fase di rilascio: trasmissione della domanda direttamente all'Inps, invio della Carta alla residenza del beneficiario.
«Questi interventi - sottolinea Paola Vacchina - vanno nella direzione di un potenziamento dello strumento e di una semplificazione delle procedure. I cittadini possessori della Carta diventano soggetti titolari di agevolazioni e diritti in base ad una situazione economica conosciuta e certificata dallo Stato come precaria. Proprio per questo, nell'ottica dello sviluppo di questo strumento a beneficio di una platea più ampia di destinatari, continuiamo a chiedere al Governo di modificare i requisiti di accesso, abolendo quelli anagrafici». La proposta delle Acli è quella di utilizzare come unico requisito il reddito Isee sotto i 6000 euro, come avviene per le domande presentate per i minori sotto i 3 anni (gli over 65 devono invece soddisfare anche la condizione del reddito individuale). E di concedere la carta indipendentemente dall'età anagrafica del richiedente. Doverosa, infine, per le Associazioni cristiane dei lavoratori italiani, l'inclusione anche dei cittadini e delle famiglie immigrate - oggi escluse - tra i possibili beneficiari della prestazione.

Social card, la proroga al 30 aprile c'è (pubblicata anche in Gazzetta ufficiale)

Via libera al decreto. Novità allo studio per usarla anche in farmacia. Bene per le Acli

Michela Rossetti
Buone notizie per la Social card, dopo che i paletti troppo alti ne hanno ristretto la platea a quasi un terzo dei potenziali beneficiari annunciati: 560.000 anziché 1.300.000. La tanto attesa proroga che doveva caricare i 120 euro di arretrati anche a chi presentava la domanda dopo il 31 dicembre è arrivata. Insieme ad altre, importanti, novità.
Il decreto dei ministeri dell’Economia e del Welfare, che introduce le nuove regole è infatti oggi stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale. Chi aveva perso le speranze per avere i 120 euro dei mesi di ottobre, novembre, dicembre 2008, può quindi tirare un sospiro di sollievo, perché se le vecchie regole stabilivano che ne aveva diritto solo chi presentava la richiesta entro il 31 dicembre, con il nuovo decreto potranno ricevere le tre mensilità tutti coloro che ne fanno richiesta entro il 30 aprile.

Le somme non più accreditate dopo 2 mesi

Altro aspetto che vale la pena di sottolineare è il più veloce arrivo dei soldi. Se una circolare dell’Inps di febbraio stabiliva infatti che l’accreditamento sulle Social card (per chi aveva fatto domanda dopo il 31 dicembre, quindi gennaio o febbraio 2009) doveva avvenire il bimestre successivo (a partire da marzo-aprile); con il decreto non sarà più così. E i soldi arriveranno prima.

Sconti anche in farmacie e parafarmacie

Altra novità è poi l’aumento delle possibilità di spesa per la Carta acquisti, allargando la platea ai farmaci. Non più sconti solo su bollette elettriche, gas e prodotti alimentari nelle catene convenzionate, ma anche medicine da acquistare con o senza ricetta.
Prima di correre nelle farmacie, però, si dovrà verificare che i gestori abbiano già firmato una convenzione ad hoc. E tra il dire e il fare è probabile che si dovrà aspettare ancora un po’.

Coinvolti Caf ed enti locali: subito a casa?

Stesso discorso per il rilascio della Social card anche da parte dei Caf e gli enti locali, che possono seguire ora l’utente durante tutta la procedura, sollevandolo dalle file alle Poste e sgravandolo dalle complesse pratiche. Il decreto prevede la possibilità di raccogliere le domande e trasmetterle all'Inps, per poi inviare la Carta acquisti direttamente alla residenza del beneficiario. Anche in questo caso, però, dovremmo aspettare che dalla teoria si passi alla pratica, individuando modalità operative adeguate.

Le Acli soddisfatte per la proroga

Le Acli, che da tempo avanzavano la richiesta della proroga, e pochi giorni fa denunciavano che la mancata formalizzazione del provvedimento impediva di fatto a circa 200mila persone di beneficiare dell'accredito, accolgono con soddisfazione la pubblicazione in Gazzetta ufficiale del decreto.
Per la vicepresidente nazionale delle Acli e presidente del Caf Acli Paola Vacchina, il ministero, rinviando a fine aprile la scadenza per ottenere gli arretrati (due mesi in più rispetto alla proroga precedentemente annunciata) "ha mostrato sensibilità e disponibilità di fronte alle richieste avanzate e alle esigenze dei cittadini, che pur avendone potenzialmente diritto non hanno ancora fatto richiesta della Carta Acquisti. Speriamo in particolare che questa proroga possa dare tempo e modo di accedere alla domanda alle famiglie con figli sotto i 3 anni, che finora hanno usufruito meno di questo strumento".

E bene le altre novità del decreto. Ora eliminare limite età

Le Associazioni cristiane dei lavoratori italiani commentano positivamente anche gli altri aspetti del decreto, come i tempi dell'accredito sulla carta - non più nel bimestre successivo alla presentazione della domanda, ma al momento della verifica dei requisiti da parte dell'Inps; la possibilità di spesa estesa anche nelle farmacie; e la possibilità concessa agli enti locali di integrare le social card con i propri versamenti. Bene anche il coinvolgimento dei Centri di assistenza fiscale sia nella fase di promozione dell'iniziativa che in quella del rilascio, ma le Acli chiedono ora di fare di più.

La proposta delle associazioni è infatti quella di utilizzare come unico requisito il reddito Isee sotto i 6000 euro, come avviene per le domande presentate per i minori sotto i 3 anni (gli over 65 devono invece soddisfare anche la condizione del reddito individuale). E di concedere la carta indipendentemente dall'età anagrafica del richiedente. Doverosa, infine, per le Associazioni cristiane dei lavoratori italiani, l'inclusione anche dei cittadini e delle famiglie immigrate - oggi escluse - tra i possibili beneficiari della prestazione.

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