Negli ultimi dieci anni si è avuta una drastica redistribuzione di risorse dal Sud al Centro nord. In un libro di Gianfranco Viesti, i numeri di "una politica che non c'è"
Viviamo tempi caratterizzati dalla affermazione di principi politici e di analisi interpretative che sono in realtà luoghi comuni, basati sulla forza della ossessiva ripetizione, e non sulla effettiva realtà dei fatti. Che l’economia meridionale sia la sentina della inefficienza e l’idrovora che assorbe fiumi di denaro pubblico sottratto a finalità che sarebbero maggiormente produttive, è diventato uno dei temi scontati della discussione politica italiana.
Non si sta nemmeno a sottilizzare più di tanto nel cercare di reperire e leggere i dati, basta prendere dalle cronache l’ennesimo esempio di sperpero di denaro pubblico per confermare l’enormità del fenomeno. Episodi di questa natura ovviamente possono essere saccheggiati a piene mani dalla moltitudine degli eventi di pratiche devianti presenti nelle amministrazioni pubbliche meridionali. Però, basta questo approccio per giudicare le politiche economiche che si sono determinate nel nostro Paese ?
Gianfranco Viesti, nel suo recente volume (“Mezzogiorno a tradimento”, Laterza 2009, 12 euro), prova a riportare la discussione sui dati di fatto. Ed emergono alcune considerazioni radicalmente contrastanti con le opinioni correnti, che gettano una luce meno convenzionale sulle scelte sostanziali di politica economica degli ultimi decenni.
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ACLI Risorsa Mezzogiorno. Vita sociale.: Il tradimento del Mezzogiorno
1 commento:
Si Pasquale sono d'accordo lo sperpero in Italia è una piaga più grande di quello che ci si immagina, praticamente più di una finanziaria...
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