Quando Rosetta Iervolino mi ha dato appuntamento per stamattina, nel suo ufficio, pensavo che mi avrebbe concesso sì e no un quarto d’ora. Invece abbiamo parlato a lungo, almeno un’oretta, e me ne sono andato - strano a dirsi, ma è così - con una sensazione positiva, nonostante tutto. Intendiamoci: le vicende dell’ultimo periodo mi hanno toccato profondamente, e credo in particolare che l’episodio della registrazione del colloquio con Gino Nicolais e Tino Iannuzzi sia stato umiliante per tutti. L’ho detto anche al sindaco, che mi ha spiegato le sue ragioni e mi è sembrata, sinceramente, lontana dall’immagine cinica e grottesca che viene tratteggiata sui giornali. Non le ho lesinato critiche, su alcuni episodi specifici, e Rosetta non le ha schivate: in parte mi ha dato ragione, in parte mi ha spiegato nei dettagli l’evolversi della vicenda. Vista da fuori, con l’obiettività di una persona che stima tutte le parti coinvolte, mi sembra una storia che nel giro di pochi giorni avrebbe potuto chiudersi felicemente (e sottolineo l’avverbio) e che invece, per una serie di motivi, si è tramutata in una farsa finita male. Si era partiti bene: il segretario provinciale aveva chiesto l’azzeramento della giunta, il sindaco aveva detto di sì, tranne un paio di nomi su cui c’era comunque l’accordo. Ma la politica non è fatta solo di buone intenzioni e così, quando dalla lista dei nomi si è passati alla trattativa con le varie forze in campo, si è visto che da alcune parti c’era resistenza a cambiare. E non mi riferisco, qui, solo al Pd, ma anche ai suoi alleati, che non hanno dato il via libera alla sostituzione dei propri assessori con facce nuove. Leva questo e leva quello, si è arrivati alla sera di venerdì scorso, 2 gennaio, con una proposta che pareva definitiva. A questo punto - e per correttezza non mi addentro nei dettagli - è iniziata la tarantella, per dirla con le parole del sindaco: si è rotta, cioè, la fiducia tra le parti, con tutte le conseguenze del caso, fino all’epilogo che conosciamo e che ha procurato un danno enorme al Pd. La cosa che più mi addolora - e concordo pienamente con le ultime dichiarazioni di Francesco Boccia - è che tutto ciò sia avvenuto fra due persone integerrime, che stimo grandemente e che, dall’inizio della campagna elettorale ad oggi, ho avuto modo di conoscere e di apprezzare per le proprie doti umane. Sia Rosetta Iervolino che Gino Nicolais - lo posso testimoniare - hanno una concezione della politica come servizio, non come esercizio di potere, ed un senso delle istituzioni più forte di ogni legittima ambizione personale. Ecco perché, dopo aver parlato ieri con Gino, sono andato stamattina da Rosetta: per dire loro tutto questo, nella speranza che il 2009 prosegua meglio di come è iniziato.
Andrea Sarubbi
Andrea Sarubbi
2 commenti:
Gino e Rosetta,a leggerlo sembrano parenti suoi ed invece probabilmente si tratta del solito povero illuso che non ha capito in che razza di contesto si trova,un contesto che ha fatto già scappare migliaia di Napoletani e che prossimamente ne farà scappare molti altri
molto intiresno, grazie
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