NAPOLI (20 dicembre) - «Chi trova un amico trova un tesoro, e stasera mi sento più ricco». È il saluto rivolto dall'arcivescovo di Napoli, cardinale Crescenzio Sepe, agli amici del social network Facebook, nel corso dell'incontro alla Stazione marittima del capoluogo partenopeo.
Circa un centinaio di sostenitori, i fans del cardinale, si sono dati appuntamento ieri sera per salutare Sepe. «Ci siamo incontrati e abbiamo creato una grande rete di amicizia», ha detto il cardinale. «Il nostro scopo - ha sottolineato Sepe - è andare dove c'è la gente: non c'è limite all'amicizia, ed è compito del pastore incontrare persone con cui instaurare un dialogo». Partita come una curiosità, l'iscrizione a Facebook è poi diventata per il cardinale un nuovo modo di tenere un contatto diretto con i fedeli. «È uno strumento che offre grandi possibilità, e la sua utilità dipende dall'uso che ne facciamo», ha detto. L'evento promosso dall'arcidiocesi è stato un incontro per salutare di persona i singoli componenti di quella che l'arcivescovo ha definito «una piccola famiglia in cui si discutono problemi familiari, si comunicano gioie e iniziative importanti per la collettività».
Circa un centinaio di sostenitori, i fans del cardinale, si sono dati appuntamento ieri sera per salutare Sepe. «Ci siamo incontrati e abbiamo creato una grande rete di amicizia», ha detto il cardinale. «Il nostro scopo - ha sottolineato Sepe - è andare dove c'è la gente: non c'è limite all'amicizia, ed è compito del pastore incontrare persone con cui instaurare un dialogo». Partita come una curiosità, l'iscrizione a Facebook è poi diventata per il cardinale un nuovo modo di tenere un contatto diretto con i fedeli. «È uno strumento che offre grandi possibilità, e la sua utilità dipende dall'uso che ne facciamo», ha detto. L'evento promosso dall'arcidiocesi è stato un incontro per salutare di persona i singoli componenti di quella che l'arcivescovo ha definito «una piccola famiglia in cui si discutono problemi familiari, si comunicano gioie e iniziative importanti per la collettività».
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