mercoledì, dicembre 10, 2008

Perché gli economisti non hanno previsto lo scoppio della crisi ?


Leonardo Becchetti - 09/12/2008

Si dibatte molto in questi giorni difficili sull’incapacità degli economisti di risolvere il problema della crisi. La causa è molto semplice e va riscontrata nell’iperspecializzazione funzionale che ci ha reso esperti del frammento e incapaci di una visione d’insieme.

Per poter anticipare questa crisi e per curarne le conseguenze è necessario avere nozioni di finanza derivata, di funzionamento dei mercati finanziari e della loro governance e di macroeconomia. Ma quasi tutti i macroeconomisti sono a digiuno di finanza derivata e gli esperti di finanza derivata, quelli veri che conoscono nei minimi particolari i meccanismi di determinazione del valore di queste attività, sono dei supertecnici che assai raramente sono in grado di cogliere il rapporto tra le stesse e gli aspetti sistemici e macroeconomici.

E’ subito dopo il rinascimento che avviene il grande bang e spariscono i geni universali alla Leonardo. Il progresso della scienza richiede una forte specializzazione che consente all’umanità di fare incredibili passi in avanti in tutte le discipline. Dopo il big bang dei saperi disciplinari, data la complessità e l’estensione degli universi della conoscenza settoriale ai nostri giorni, il ricercatore deve fare grandi sforzi per poter arrivare alla frontiera e, se vuole pubblicare e non perire, deve dedicare quasi tutte le sue attenzioni ad un solo campo circoscritto di interessi per gran parte della propria vita. Se l’iperspecializzazione ci consente grandi avanzamenti dal punto di vista “positivo” (ovvero nella conoscenza dei meccanismi di funzionamento dell’economia) essa ci rende sempre meno capaci di sviluppare ragionamenti sensati dal punto di vista normativo (quello delle politiche economiche). In questo ambito le predizioni che scaturiscono dall’esperienza del frammento non hanno nessuna capacità di risolvere i problemi dell’insieme. E’ come se la conoscenza dell’automobile fosse divisa tra esperti dei pneumatici, esperti del motore ed esperti del sistema dei freni che però non sono in grado di andare oltre la propria specializzazione. Molto difficile sarebbe in questo caso per il singolo esperto dare consigli sulla stabilità e sulla gestione ottimale complessiva della vettura.

Un cambiamento di rotta può venire dalla stessa comunità scientifica aumentando la dignità e la reputazione del sapere intersettoriale ed interdisciplinare invertendo un percorso che ha portato la politica economica a diventare quasi una disciplina di serie B.

Ma se molti si chiedono perché gli economisti non hanno previsto è ancora più inquietante rilevare che l’intero mercato (piccoli investitori, comunità degli analisti, insiders) non è stato capace di farlo. Se così fosse stato i rischi e il rischio di crisi sistemica sarebbero stati incorporati già da molto tempo nel valore delle azioni delle società coinvolte. Anche in questo caso dunque, come durante ogni bolla finanziaria, il mercato ha fallito nel trasmettere attraverso il sistema dei prezzi le informazioni corrette.

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