sabato, novembre 29, 2008

Velardi: «Non vado via Resto qui fino al 2010 per una lista civica»

l'intervista all'assessore regionale al turismo

«Se Bassolino resta, andando via non farei bella figura
La sfida mi piace. Voglio portare a casa il risultato»

Claudio Velardi

Claudio Velardi

NAPOLI — Una vera rivoluzione. Per la prima volta una Regione gestirà dei siti archeologici. È pronta, infatti, l'intesa con il governo grazie alla quale parte delle meraviglie campane saranno gestite direttamente da Santa Lucia e non più dallo Stato. Costi e ricavi per intenderci. La lista dei beni non è ancora completamente redatta. Ma si parla dell'area flegrea con il Castello di Baia, della Certosa di Capri, di Paestum e Velia, di alcuni scavi del Nolano. L'accordo sarà presentato l'11 dicembre in pompa magna a Roma con il ministro Bondi e il governatore Bassolino. E questo è un colpaccio. Il 5 dicembre, poi, il maestro Riccardo Muti sarà a Napoli per visitare il conservatorio di San Pietro a Majella, il San Carlo e per dare l'imprimatur al museo della Musica che verrà ospitato nel complesso di San Domenico Maggiore. Il regista delle due operazioni è sempre lo stesso, Claudio Velardi. Che di blog in blog, di idee in idee, ha anche deciso di non andar più via nel 2009, come aveva annunciato all'indomani del suo insediamento. «A febbario del 2009 finisco il mio compito di assessore regionale e me ne torno a Roma», ipse dixit nell'agosto scorso nella intervista rilasciata al Corriere del Mezzogiorno in cui lanciava l'ipotesi di una lista civica per il Comune di Napoli.

Ebbene ha cambiato idea, stando a quanto dice a Norberto Gallo sul sito Napolionline. E come mai ha cambiato idea?
«Molto semplice. Sono tornato a Napoli quando tutti sapevano che Bassolino sarebbe andato via nella primavera del 2009. Perciò dissi che avrei concluso anch'io il mio mandato in quel periodo. Ora la situazione è cambiata».

Insomma il governatore non se ne va più?
«Penso sia chiaro che la legislatura terminerà nel 2010, alla sua scadenza naturale. Se me ne andassi prima sarei scorretto. Non lo capirebbe chi sta lavorando con me. Mi trovo costretto ad allungare i tempi».

Costretto?
«Beh, piacevolmente costretto ».

E i suoi soci romani?
«Non sono d'accordo. Ma ho spiegato loro che non ci farei una bella figura».

Ma è solo questo il motivo? Non fare una brutta figura?
«No, è chiaro. È un'esperienza che mi intriga, ci sono un mare di cose in ballo. Insomma voglio portare a casa il risultato».

Ripeto, è solo questo il motivo? Lei ha aperto i fronti politici più caldi. Cominciando da Palazzo San Giacomo, dalle dimissioni della Iervolino, dalla necessità di andare al voto subito.
«Indubbio che ci sia anche questo. Io voglio costruire una nuova esperienza civica che porti Napoli fuori dalle secche. E voglio dare una mano al concepimento di una lista civica».

Da tecnico a politico?
«Il mio impegno politico c'è in questo senso. Vorrei trovare i modi di organizzare meglio questo dibattito. Dopo la fine oggettiva delle coalizioni questa città deve partire da una dimensione civica. La stessa Iervolino è arrivata a questa conclusione. L'importante è parlarne».

Simona Brandolini da il corriere del mezzzogiorno
28 novembre 2008

1 commento:

Anonimo ha detto...

Si, probabilmente lo e