sabato, novembre 08, 2008

Lettera aperta del docente Sguera: manifestare è doveroso ma evitare di occupare le scuole


Nicola Sguera da Il Quaderno (clicca il titolo)
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E’ giunta pochi minuti fa in redazione una lettera aperta di Nicola Sguera, docente di Storia e Filosofia del Liceo Classico “Pietro Giannone” di Benevento, riguardo il movimento di studenti e professori contro la riforma Gelmini. Il testo, che pubblichiamo di seguito, è indirizzato agli studenti, ai docenti di ogni ordine e grado e dell’università, ai precari, a tutti i lavoratori della scuola, ai Dirigenti scolastici, alle istituzioni locali, ai sindacati e alle forze politiche

"L’Onda (in Italia e nel Sannio) prosegue la sua azione di “resistenza” ad provvedimenti (legge finanziaria e “riforma” Tremonti/Gelmini) iniqui che ledono il diritto allo studio e minacciano in prospettiva la dimensione pubblica della scuola. Questa azione deve attrezzarsi sui tempi lunghi: sono
in cantiere provvedimenti ben più dirompenti di quelli sul grembiule e il voto di condotta. Appare necessario costruire pratiche innovative, lavorando sulla creatività e la creazione di social network della conoscenza su scala locale, in rapporto con la rete nazionale. Manifestare è doveroso, ma ancor di più maturare consapevolezza di quanto sta accadendo, attraverso lo studio e la condivisione, la produzione di materiali informativi e, soprattutto, l’allargamento ai non addetti ai lavori di quanto sta accadendo.


Per questo motivo propongo quanto segue:
1) agli studenti: evitare in questa fase strategie (come l’occupazione) che inevitabilmente taglierebbero il rapporto che si sta creando in alcune realtà con le altre componenti del mondo scolastico; cercare il massimo della condivisione attraverso azioni di disobbedienza creativa e non violenta (lezioni in piazza o in villa, programmazioni alternative, che veicolino il messaggio più profondo dell’Onda: “vogliamo più scuola e la vogliamo diversa”); occupazione sistematica dei mezzi di informazione locale (quotidiani, periodici, televisioni, radio, perché il messaggio positivo del movimento raggiunga ampi strati di società); organizzazione di eventi pubblici in sedi istituzionali (Consiglio comunale, Consiglio Provinciale: ricordiamo che il Presidente della Provincia è l’ex Rettore dell’Università del Sannio) per sensibilizzare le istituzioni locali, parte in causa decisiva nella vita scolastica; creazione di un giornale studentesco che permetta la circolazione delle idee elaborate dagli studenti e la loro messa in rete;

2) ai docenti: appoggio deciso senza se e ma al movimento studentesco (come ha fatto esplicitamente, durante l’incontro organizzato dall’Osservatorio sui diritti, l’assessore napoletano Angela Cortese, che pure riveste importanti incarichi istituzionali), cercando di valorizzare le componenti più dialogiche e creative (anche in questo noi dobbiamo essere educatori!); creazione di un coordinamento tra docenti (dalle elementari all’Università) con l’obiettivo di avere una rappresentanza unitaria e di organizzare momenti di studio e seminari di approfondimento;

3) ai Dirigenti, che pure vivono enormi difficoltà: disponibilità al dialogo, senza arroccarsi, evitando che il movimento opti per il muro contro muro e l’autoreferenzialità della componente studentesca;

4) alle istituzioni locali (che già si sono mosse parzialmente in questa direzione): esplicitare il sostegno al movimento degli studenti e dei professori, con la convocazione di consigli straordinari; mettere a disposizione spazi e strutture per forme di protesta creativa; partecipare, quando possibile, con la maggiore visibilità possibile, ai momenti “pubblici” di protesta; continuare il lavoro istituzionale di critica e revisione del processo di riforma in atto.Al sindacato e ad alcune forze politiche del territorio si può solo chiedere di continuare ad appoggiare il movimento.

Ai genitori, infine, preoccupati dei nostri alunni dico: sosteneteli in questa fase. Non solo stanno diventando consapevoli della inevitabile dimensione “politica” della vita, quella che ci lega agli altri, ma lottano anche per preservare a loro e ai loro fratelli più piccoli, lo studio come diritto.

Per avviare la creazione di una rete nell’Onda, ho creato un forum (Onda beneventana), che sia solo l’avvio di lavoro lungo di discussione e proposta. La mia persuasione è che da movimento di “resistenza” l’Onda possa trasformarsi in movimento di autoriforma della scuola, a partire, come è giusto che sia, dalla nostra realtà, Benevento, il Sannio: per questo è necessario che passiamo (che integriamo) la critica (non solo alla Gelmini ma anche alla scuola esistente: non siamo conservatori ma trasformatori!) alla proposta, sfruttando le possibilità, ancora inesplorate, offerte dall’unica riforma positiva degli ultimi quindici anni, l’autonomia.

Dobbiamo lavorare, tutti insieme, sulla revisione delle metodologie, dei contenuti dei programmi, su modalità nuove di vivere la socialità scolastica. Insomma: possiamo fare di questo movimento la genesi di una scuola veramente rinnovata e partecipata da tutte le sue componenti. Non una scuola gerarchica, come quella propagandata dal Governo attuale, ma una scuola che inveri il sogno migliore del tanto vituperato Sessantotto: la scuola (rinnovata) di tutti e come tale fatta da tutti, non calata dall’alto, sfasciata dall’alto".
Nicola Sguera (Liceo Classico “P. Giannone”Benevento)

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