lunedì, ottobre 06, 2008

Mentalità Il tifoso avversario? Si può accoltellare, ma non denunciare. Ecco la filosofia ultrà

Secondo il tifo violento è la «polizia il primo nemico». La logica, raccontata in intercettazioni, è: nemici sempre, infami mai


NAPOLI - Un tifoso avversario si può accoltellare, magari ammazzare, ma non va mai denunciato alla polizia che è «il primo nemico». Le regole dell’omertà vigono anche nelle tifoserie ultrà come emerge dall’inchiesta condotta dal pm di Napoli Antonio Artituro e dalle indagini della Digos che hanno portato oggi all’arresto di supporter di due gruppi del tifo azzurro, le Teste Matte e gli Niss. Un episodio significativo è ricostruito dalla Digos e dai pm di Napoli. Riguarda l’arresto di un tifoso napoletano che aveva accoltellato un veronese e che era stato denunciato e fatto arrestare dal supporter della tifoseria scaligera ferito. La conversazione è stata intercettata il 28 settembre 2007.
Al telefono Giuseppe Nota, ultrà azzurro arrestato, e Riccardo, tifoso veronese.
Riccardo: questo signore qua non c’entra assolutamente col gruppo. Questo è il classico tifoso della domenica che si è trovato nel posto sbagliato al momento sbagliato.......Fidati, non ti avrei neanche chiamato. Cioè nemici da sempre, per sempre, ma infami quello mai
Nota: sì sì però noi abbiamo gli stessi ideali
Riccardo: infami quello mai
Nota: immagina, sai noi che facemmo l’anno scorso? Incidenti col Bologna...a Bologna li presero due tre di loro...in carcere. Noi ci abbiamo mandato 500 euro con tutto che siamo rivali
Riccardo: Se voi avete il nome di questo, ti prego di mandarlo che facciamo di tutto per convincerlo..anche pagare di tasca nostra che lui vuole come risarcimento danno....nemici oltre la morte, ma infami mai! Soprattutto con chi ci fa divertire
Nota: Bravo, bravo
Riccardo: Siamo rimasti di merda. Perchè effettivamente questo ha infamato. Se io parto da Napoli a fare il confronto all’americana io non riconosco nemmeno uno che mi spara in faccia.
«La conversazione denota - scrive il gip Luigi Giordano - in tutta la sua drammaticità il paradosso dell’atteggiamento dei due interlocutori, tra l’altro divisi da un’acerrima rivalità (l’ostilità esistente tra la tifoseria del Verona e quella del Napoli non ha eguali in ambito nazionale) che non si soffermano affatto sulla gravità di quanto accaduto (l’accoltellamento di una persona) che anzi viene giustificato nell’ottica ultras, quanto piuttosto sulla collaborazione data alla polizia dal denunciante ritenuta un’infamia inconcepibile. Nessuna pietà o quantomeno comprensione, viene dimostrata verso la vittima che, anzi, è destinataria del disprezzo di entrambi». Il giudice sottolinea che Riccardo «considera un’onta da cui prendere assolutamente le distanze il comportamento del tifoso veronese che aveva denunciato». Si tratta, per il tifoso, di «un vero e proprio tradimento della mantalità ultras», come commenta il gip.

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