mercoledì, giugno 25, 2008

Sanatoria: governo esclude colf e babysitter


Emendamento 'salva badanti' al disegno di legge sulla sicurezza. Acli: 'Incomprensibile e inaccettabile'

Roma, 25 giugno 2008 - «E' la dimostrazione che un intervento sanatorio è oramai improrogabile». Così le Associazioni cristiane dei lavoratori italiani commentano il cosiddetto piano 'salva badanti', l'emendamento proposto ieri al disegno di legge sulla sicurezza dai ministri del Welfare Maurizio Sacconi e delle Pari opportunità Mara Carfagna. Un provvedimento che consentirebbe - 'in disciplina transitoria' - la regolarizzazione delle lavoratrici straniere che assistano 'persone che abbiano compiuto il settantesimo anno di età, oppure siano affette da gravi patologie o handicap che ne limitano l'autosufficienza e dispongano di riconoscimento dell'indennità di accompagnamento'.

Appare tuttavia «incomprensibile e inaccettabile» - aggiungono le Acli - «l'esclusione delle colf e delle baby sitter dalla proposta di regolarizzazione». Il 75% delle circa 410mila richieste di assunzione di lavoratrici domestiche riguarda infatti le colf (collaboratrici familiari) e solo il 25% le cosiddette 'badanti', che da contratto svolgono il ruolo di assistenti familiari. Di queste, poi, non tutte si occupano di ultrasettantenni o persone disabili. «Sia perché ottenere il riconoscimento dell'indennità di accompagnamento è spesso un'impresa - spiega la responsabile nazionale delle Acli-Colf , Pina Brustolin - sia perché l'emergenza sociale cui queste lavoratrici provvedono non è solo quella degli anziani malati o non autosufficienti, ma quella degli anziani soli, che hanno bisogno di compagnia più che dell'accompagnamento».

Ci sono quindi le colf e le baby sitter. «Cosa dirà il Governo - si chiedono le Acli - a quelle centinaia di migliaia di famiglie che affidano la cura della propria casa e soprattutto dei propri figli alle donne straniere, spesso in assenza di posti sufficienti negli asili nido? E come si concilia con le pari opportunità il trattamento diverso riservato a lavoratori che dovrebbero avere uguale dignità?»

«Occorre un ulteriore scatto di coraggio e di realismo» afferma il presidente delle Acli Andrea Olivero, che ribadisce la proposta al Governo di avviare una regolarizzazione, «come fu fatta nel 2002», per tutti i cittadini stranieri che dimostrino al 30 maggio di lavorare da almeno tre mesi in Italia, sulla base di requisiti idonei e nel rispetto delle dovute indagini per accertamenti di ordine pubblico. «Una decisione - spiega Olivero - che avrebbe ricadute positive in termini di sicurezza e tranquillità sociale andando a vantaggio delle famiglie, delle imprese e delle stesse casse dello Stato, che da una regolarizzazione estesa dei lavoratori stranieri potrebbe guadagnare fino a 3 miliardi di euro in termini di imposte e contributi previdenziali».

1 commento:

citroglicerina ha detto...

conosci il servizio di baby xitter per disabili di un'associazione a Torino, e veramente una cosa interessante.

bt di ha magazione per showfarm.com