Miano, nell’era di YouTube messaggi stile anni ’60. Anche spot contro i boss. Ma continua lo spaccio alla luce del sole
DANIELA DE CRESCENZO Angelo è un ragazzo costretto a correre in moto nelle gare clandestine per ripagare il debito contratto da sua madre con un usuraio. Nell’era di YouTube e dei video violenti girati per finire in rete, i ragazzi della media D’Acquisto di Miano hanno scelto il fotoromanzo, uno strumento un po’ retrò ma indubbiamente affascinante per raccontare una storia che conoscono bene. Angelo, il ragazzo che loro hanno conosciuto, è morto in via Toledo a cavallo della sua moto. Gli studenti, però, per la loro iniziativa hanno voluto un finale diverso: il protagonista si salva con l’aiuto degli amici che lo convincono a denunciare lo strozzino. Si chiama «La vita non è un gioco» il giornale a fumetti realizzato alla D’Acquisto (preside Antido Villani) dagli alunni impegnati nei progetti in difesa della legalità sotto la guida dei docenti Fausto Morviducci, Adriana Merolla, Cira Sommella. Un impegno, quello contro la criminalità organizzata, non facile da sostenere in scuole dove ogni i giorni i ragazzi percorrono strade che sono teatro di una faida infinita. Tra Miano, Secondigliano e Scampia presidi e insegnanti si danno da fare ogni giorno per offrire ai loro studenti almeno una chance, quella della cultura. E così alla D’Acquisto si rivisita il fotoromanzo stile anni Sessanta per proporre storie a lieto fine. «Quando gli insegnanti ci hanno chiesto di immaginare la trama del nostro fotoromanzo - racconta Valeria - ci siamo ricordati la storia di questo ragazzo che conoscevamo e abbiamo voluto scriverla». Alla Marta Russo, invece, la legalità si sogna in uno spot. «Abbiamo girato un filmato con due gruppi di ragazzi, uno che vuole andare a sballarsi e uno che preferisce l’amicizia. Alla fine vincono i buoni», raccontano gli allievi della seconda e terza E (che nella loro esperienza sono stati guidati dalle insegnanti Maria D’Adamo, Donatella Molfino e Carla Vitale). E così il filmato si chiude con un rap: «Coloriamo la nostra vita, non viviamo in bianco e nero. Il vero sballo è stare fuori dal tunnel», cantano i ragazzi. Ma anche in questo caso il lieto fine resta una speranza, forse un’utopia. «Nella vita che conosciamo, in questo quartiere gli spacciatori fanno il buono e il cattivo tempo», raccontano i giovanissimi protagonisti del video. Ed è difficile dare loro torto se per arrivare alla scuola del rione dei Fiori bisogna passare accanto a quelle che è facile individuare come sentinelle dei Di Lauro, comodamente sedute sulle sedie sistemate all’inizio e alla fine di ogni strada. Se ancora una volta, dopo le mille guerre dichiarate alle piazze dello spaccio, i garage restano chiusi da barriere di ferro bucate per permettere il passaggio delle bustine di eroina. Se le file davanti ai droga shop si fanno sempre più lunghe. Ma alla Marta Russo non si arrendono: «Noi facciamo scuola sempre: con il buono e il cattivo tempo, quando fuori infuria la battaglia e quando si vive una tregua - spiega la preside Teresa Incarnato - E tutti nel quartere hanno imparato a rispettarci. Tutti sanno che noi ci impegnamo per i loro figli». E così nella scuola frequentata dai figli dei Di Lauro la legalità è una trincea praticata quotidianamente. Come alla Levi di Scampia (capo d’istituto Rosalba Rotondo) dove i ragazzi sono diventati animatori, insieme con quelli del liceo Morante, di «Arrevuoto», messo in scena lo scorso anno alla presenza del presidente Napolitano. La nuova stagione partirà il 19 aprile ancora dal quartiere nord. Così anche alla D’Acquisto, dove è stata scelta la formula più originale, il fotoromanzo. «Abbiamo cercato di dare vita a laboratori che potessere interessare i ragazzi e coinvolgerli - spiega la vicaria Patrizia Palisi - per noi l’importante è toglierli dalla strada».
DANIELA DE CRESCENZO Angelo è un ragazzo costretto a correre in moto nelle gare clandestine per ripagare il debito contratto da sua madre con un usuraio. Nell’era di YouTube e dei video violenti girati per finire in rete, i ragazzi della media D’Acquisto di Miano hanno scelto il fotoromanzo, uno strumento un po’ retrò ma indubbiamente affascinante per raccontare una storia che conoscono bene. Angelo, il ragazzo che loro hanno conosciuto, è morto in via Toledo a cavallo della sua moto. Gli studenti, però, per la loro iniziativa hanno voluto un finale diverso: il protagonista si salva con l’aiuto degli amici che lo convincono a denunciare lo strozzino. Si chiama «La vita non è un gioco» il giornale a fumetti realizzato alla D’Acquisto (preside Antido Villani) dagli alunni impegnati nei progetti in difesa della legalità sotto la guida dei docenti Fausto Morviducci, Adriana Merolla, Cira Sommella. Un impegno, quello contro la criminalità organizzata, non facile da sostenere in scuole dove ogni i giorni i ragazzi percorrono strade che sono teatro di una faida infinita. Tra Miano, Secondigliano e Scampia presidi e insegnanti si danno da fare ogni giorno per offrire ai loro studenti almeno una chance, quella della cultura. E così alla D’Acquisto si rivisita il fotoromanzo stile anni Sessanta per proporre storie a lieto fine. «Quando gli insegnanti ci hanno chiesto di immaginare la trama del nostro fotoromanzo - racconta Valeria - ci siamo ricordati la storia di questo ragazzo che conoscevamo e abbiamo voluto scriverla». Alla Marta Russo, invece, la legalità si sogna in uno spot. «Abbiamo girato un filmato con due gruppi di ragazzi, uno che vuole andare a sballarsi e uno che preferisce l’amicizia. Alla fine vincono i buoni», raccontano gli allievi della seconda e terza E (che nella loro esperienza sono stati guidati dalle insegnanti Maria D’Adamo, Donatella Molfino e Carla Vitale). E così il filmato si chiude con un rap: «Coloriamo la nostra vita, non viviamo in bianco e nero. Il vero sballo è stare fuori dal tunnel», cantano i ragazzi. Ma anche in questo caso il lieto fine resta una speranza, forse un’utopia. «Nella vita che conosciamo, in questo quartiere gli spacciatori fanno il buono e il cattivo tempo», raccontano i giovanissimi protagonisti del video. Ed è difficile dare loro torto se per arrivare alla scuola del rione dei Fiori bisogna passare accanto a quelle che è facile individuare come sentinelle dei Di Lauro, comodamente sedute sulle sedie sistemate all’inizio e alla fine di ogni strada. Se ancora una volta, dopo le mille guerre dichiarate alle piazze dello spaccio, i garage restano chiusi da barriere di ferro bucate per permettere il passaggio delle bustine di eroina. Se le file davanti ai droga shop si fanno sempre più lunghe. Ma alla Marta Russo non si arrendono: «Noi facciamo scuola sempre: con il buono e il cattivo tempo, quando fuori infuria la battaglia e quando si vive una tregua - spiega la preside Teresa Incarnato - E tutti nel quartere hanno imparato a rispettarci. Tutti sanno che noi ci impegnamo per i loro figli». E così nella scuola frequentata dai figli dei Di Lauro la legalità è una trincea praticata quotidianamente. Come alla Levi di Scampia (capo d’istituto Rosalba Rotondo) dove i ragazzi sono diventati animatori, insieme con quelli del liceo Morante, di «Arrevuoto», messo in scena lo scorso anno alla presenza del presidente Napolitano. La nuova stagione partirà il 19 aprile ancora dal quartiere nord. Così anche alla D’Acquisto, dove è stata scelta la formula più originale, il fotoromanzo. «Abbiamo cercato di dare vita a laboratori che potessere interessare i ragazzi e coinvolgerli - spiega la vicaria Patrizia Palisi - per noi l’importante è toglierli dalla strada».
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