lunedì, marzo 03, 2008

A Napoli record nazionale di truffe on line ( Che ci sia il diavolo nella rete?)



ELIO SCRIBANI Non ci facciamo una bella figura, ma anche su Internet, nella classifica degli imbrogli e degli imbroglioni, Napoli e i napoletani si piazzano al primo posto. Ci tallonano i rumeni, e nemmeno questo, se vogliamo, dopo i più recenti fatti di cronaca, ci fa tanto onore. Il fatto è che il pacco di Forcella, famigerato ricordino che i nostri delinquenti regalano ai turisti meno accorti, ha invaso, ormai, anche la rete, mietendo vittime su vittime e rischando di rovinarci in un colpo solo l’immagine telematica e le prospettive di sviluppo economico. Il web, dunque. La polizia postale, struttura investigativa che indaga sui reati commessi via Internet, ci consacra ufficialmente nelle statistiche capitale della truffa commerciale. Che cosa sia, è presto detto. Diciamo che si tratta, appunto, del pacco di Forcella, ma rivisto e adattato alle potenzialità di Internet, dove il truffatore non ha nemmeno bisogno di sostituire, dopo averlo mostrato, il prodotto originale con una scatola di sale o di mattoni. Gli basterà, infatti, proporre sui siti specializzati un bel paio di scarpe, una borsa griffata, una videocamera o un telefonino a prezzi stracciati e aspettare il pollo. Meglio, i polli. Sono tanti, infatti, quelli che pagano, magari usando una carta di credito, che poi verrà per giunta clonata, e aspettano l’arrivo della merce. Niente da fare. Non arriverà. Fregati. Una montagna di denunce e di segnalazioni al commissariato on-line, il sito della polizia, che, appunto, raccoglie le richieste d’aiuto o le dritte degli utenti della rete. Statistiche. A Napoli e provincia, nel 2007, sono stati denunciati 782 imbrogli: di questi, ben 446 erano truffe commerciali, suddivise in false vendite e acquisti non pagati. Le denunce hanno riguardato, inoltre, anche 135 raggiri telefonici, 130 furti su conti correnti on-line, 43 clonazioni di carte di credito e 28 violazioni di banche-dati. Si rischia poco e si guadagna molto: centinaia di milioni l’anno senza tasse e già riciclati. La rete, così, oltre a rappresentare la rivoluzione culturale che tutti conosciamo, è anche un terreno zeppo di insidie che pochi conoscono. Non solo pedofilia. Via computer ti possono fare di tutto: fregarti i codici del conto corrente, clonare e svuotare la tua carta di credito, infilarti tra i files musicali un virus capace di scoprire i tuoi segreti finanziari, intercettare e incassare il bonifico che avresti dovuto ricevere, infine costringere il tuo telefono collegato a un terminale a chiamare in automatico i numeri 899 che faranno arricchire criminali di ultima generazione. Non sono tutti napoletani, però, i maestri della truffa. La polizia postale ha scoperto, infatti, che alcune bande con base nei paesi dell’Est europeo mandano ogni notte milioni di mail-trappola al solo scopo di darti un bidone. Link su link. Giorno dopo giorno. Un’ossessione. Ti chiedono i dati della banca o della posta. Se clicchi, ti rovinano in pochi minuti. Due modi: o gli dai tu stesso i dati, e sei fregato, oppure lasci entrare un virus chiamato «Troiano», con evidente riferimento al cavallo di Troia, che perquisirà il tuo terminale, ruberà tutti i dati e li manderà all’estero dove il tuo conto verrà subito prosciugato. Non solo. Sempre dall’estero i ladroni del software mandano complici in carne ed ossa a scardinare di notte le saracinesche dei nostri supermercati. È successo anche a Napoli. Non rubano. Meglio, fanno finta di rubare, magari un salame e qualche birra, per non destare sospetti, ma, in realtà, smontano il «Pos» della banche, la macchinetta che accetta i codici di bancomat e carte di credito, e ci piazzano dentro una scheda che trasmetterà in Gprs centinaia di seriali a un computer amico. I compari all’estero, naturalmente, si precipiteranno a fare acquisti all’impazzata via Internet, lasciando completamente al verde signore e signori che pensavano di aver speso soltanto i soldi di pelati e detersivi. Che ci sia il diavolo nella rete?

3 commenti:

Anonimo ha detto...

Svolsi un servizio per il giornale col quale collaboro circa un anno fa proprio in merito a questa tematica e ad altre riguardanti i meandri della Rete. Ricordo che un utente mi di Internet mi disse intervistandolo: "Acquistare in Rete da utenti di Napoli è come camminare su un campo minato". Un saluto. Buona giornata.
Tessy.

Anonimo ha detto...

Acquistare in rete ? Coi Napoletani è rischioso anche solo parlarci ...

Anonimo ha detto...

STO CONDUCENDO UNA RICERCA SULLE TRUFFE, NON SOLO TELEMATICHE, E VORREI DIRE NON E' SOLO NAPOLI INTERESSATA DAL FENOMENO MA CI SONO CASI IN TUTTA ITALIA. CORTESEMENTE FINIAMOLA CON QUESTI LUOGHI COMUNI!!!