Quando l’altro ieri mattina ho ricevuto la lista nera degli “sporchi ebrei” che infiltrerebbero l’università italiana sono sobbalzato. I baroni, le lobby manovrate dal sionismo, gli agenti al servizio di uno stato straniero e via farneticando con un linguaggio solo apparentemente vetero. La lista nera (black list in italiano corrente), oggi oscurata, era a questo link, ma sulla cache di google si leggono ancora delle delizie tratte dal blog ospitato da Il Cannocchiale.
Nulla di nuovo sotto il sole che sorge libero e giocondo. Vi si legge l’invito a “leggere libri italiani” e non “ebrei” (sic!) o l’apologia del negazionista Faurisson, fatto ovviamente passare come vittima del complotto sionista mondiale.
Oppure c’è la denuncia del Partito Democratico in quanto partito sionista (doppio sic!) perché (triplo sic!) colpevoli di avere tra i propri coordinatori un ragazzo di 24 anni reo di chiamarsi Tobia Zevi.
Ovviamente il sito difende la “razza italiana”. “Prima gli italiani” è lo slogan. E’ lo stesso slogan di Gianfranco Fini di poche campagne elettorali fa, non c’è bisogno di rimembrare il ventennio. Ti assale una pigrizia terribile a dover ricordare a qualcuno che fa solo finta di non saperlo che anche gli “ebbbrei” siano italiani. Poi gli antisemiti sposano (e come ti sbagli) il boicottaggio della fiera del libro di Torino. Ovviamente i palestinesi sono solo un pretesto. Lo si capisce quando si fa l’apologia degli attentati kamikaze contro “gli zingari assas-sionisti”, pure spiritoso nel mettere zingari ed ebrei insieme; come ad Auschwitz.
Si prosegue, se non si vomita prima, con un’apologia del razzismo presa pari pari da Telesio Interlenghi e poi con la più banale delle apologie dell’antigiudaismo storico: “possibile che tutti quelli che ce l’hanno avuta con gli ebrei fossero pazzi?”. Per giustificarlo -apologia di genocidio- c’è una lunga lista di massacri e stragi di ebrei nella storia. Se ci sono stati tanti pogrom -è la raffinata argomentazione- qualche motivo doveva pur esserci. Ed ecco che il carnefice diventa vittima e la vittima carnefice.
Segue l’immancabile lista degli “affaristi ebraici” suddivisi paese per paese (se è necessario viene specificato se da parte di padre o madre). La lobby ebraica nel cinema, nelle banche, nelle università.
Quindi si legge un appello -questo nuovo mi sembra, a meno di non rifarsi al ‘38- ad escludere i candidati con cognomi ebraici dalle prossime elezioni del 13 aprile, ed altre amenità sullo stesso stile.
Il caso del blog del Cannocchiale non è banale e non è lecito nascondersi dietro la tesi del gesto isolato o peggio della ragazzata in una capitale, Roma, la nostra, tappezzata in questi giorni dalle croci celtiche e dai manifesti di Forza Nuova. Si configurano una serie di reati gravissimi a partire dall’apologia del fascismo e del nazismo e l’istigazione all’odio razziale. Soprattutto la minacciosa creazione di liste nere ha un sapore antico ma è anche sinistramente nuova nella sua gravità e pericolosità sociale.
Non semplicemente la polizia postale oscurando il sito, ma la magistratura deve scovare e colpire durissimamente le canaglie razziste nascoste dietro l’anonimato di un blog. Non si può giocare con le liste nere, con chi indica gli obbiettivi da colpire, ne fa il nome e i luoghi di lavoro e li rende oggettivamente un bersaglio in un paese dove a destra (ma anche in frammenti dell’estrema sinistra) l’antisemitismo sta tornando rampante e dove di manovalanza neonazi pronta a farsi “onore” ce n’è fin troppa.
Vorrei essere anche io iscritto d’ufficio in quella lista nera, dovremmo volerci essere in milioni in quella lista e trasformarla nell’elenco telefonico. Noi siamo “razza umana”, i razzisti no.
(non c'è altro da aggiungere. p.o. )
Nulla di nuovo sotto il sole che sorge libero e giocondo. Vi si legge l’invito a “leggere libri italiani” e non “ebrei” (sic!) o l’apologia del negazionista Faurisson, fatto ovviamente passare come vittima del complotto sionista mondiale.
Oppure c’è la denuncia del Partito Democratico in quanto partito sionista (doppio sic!) perché (triplo sic!) colpevoli di avere tra i propri coordinatori un ragazzo di 24 anni reo di chiamarsi Tobia Zevi.
Ovviamente il sito difende la “razza italiana”. “Prima gli italiani” è lo slogan. E’ lo stesso slogan di Gianfranco Fini di poche campagne elettorali fa, non c’è bisogno di rimembrare il ventennio. Ti assale una pigrizia terribile a dover ricordare a qualcuno che fa solo finta di non saperlo che anche gli “ebbbrei” siano italiani. Poi gli antisemiti sposano (e come ti sbagli) il boicottaggio della fiera del libro di Torino. Ovviamente i palestinesi sono solo un pretesto. Lo si capisce quando si fa l’apologia degli attentati kamikaze contro “gli zingari assas-sionisti”, pure spiritoso nel mettere zingari ed ebrei insieme; come ad Auschwitz.
Si prosegue, se non si vomita prima, con un’apologia del razzismo presa pari pari da Telesio Interlenghi e poi con la più banale delle apologie dell’antigiudaismo storico: “possibile che tutti quelli che ce l’hanno avuta con gli ebrei fossero pazzi?”. Per giustificarlo -apologia di genocidio- c’è una lunga lista di massacri e stragi di ebrei nella storia. Se ci sono stati tanti pogrom -è la raffinata argomentazione- qualche motivo doveva pur esserci. Ed ecco che il carnefice diventa vittima e la vittima carnefice.
Segue l’immancabile lista degli “affaristi ebraici” suddivisi paese per paese (se è necessario viene specificato se da parte di padre o madre). La lobby ebraica nel cinema, nelle banche, nelle università.
Quindi si legge un appello -questo nuovo mi sembra, a meno di non rifarsi al ‘38- ad escludere i candidati con cognomi ebraici dalle prossime elezioni del 13 aprile, ed altre amenità sullo stesso stile.
Il caso del blog del Cannocchiale non è banale e non è lecito nascondersi dietro la tesi del gesto isolato o peggio della ragazzata in una capitale, Roma, la nostra, tappezzata in questi giorni dalle croci celtiche e dai manifesti di Forza Nuova. Si configurano una serie di reati gravissimi a partire dall’apologia del fascismo e del nazismo e l’istigazione all’odio razziale. Soprattutto la minacciosa creazione di liste nere ha un sapore antico ma è anche sinistramente nuova nella sua gravità e pericolosità sociale.
Non semplicemente la polizia postale oscurando il sito, ma la magistratura deve scovare e colpire durissimamente le canaglie razziste nascoste dietro l’anonimato di un blog. Non si può giocare con le liste nere, con chi indica gli obbiettivi da colpire, ne fa il nome e i luoghi di lavoro e li rende oggettivamente un bersaglio in un paese dove a destra (ma anche in frammenti dell’estrema sinistra) l’antisemitismo sta tornando rampante e dove di manovalanza neonazi pronta a farsi “onore” ce n’è fin troppa.
Vorrei essere anche io iscritto d’ufficio in quella lista nera, dovremmo volerci essere in milioni in quella lista e trasformarla nell’elenco telefonico. Noi siamo “razza umana”, i razzisti no.
(non c'è altro da aggiungere. p.o. )
Nessun commento:
Posta un commento