Di fronte a una città mai così umiliata come in questi giorni, con i cumuli di rifiuti che fanno sfregio non solo all’ambiente, ma prima di tutto alla dignità delle persone, la Chiesa di Napoli non può tacere. Essa è chiamata in causa come in ogni altro momento in cui si manifestano difficoltà da condividere, tanto più se i disagi, altrove rimediabili e naturali, si risolvono nell’ennesima forma di un’acuta e amara sofferenza.
Verrebbe di gridare un per tutto ciò che assedia, da ogni lato, lo svolgersi sereno della vita di una città che non ci stancheremo mai di amare e di ammirare proprio per tutto ciò che contrasta con la triste e drammatica visione di questi giorni: neppure l’orrenda maschera di oggi riesce a nascondere o a far dimenticare che Napoli è un grande patrimonio dell’umanità, se la storia e la bellezza sono ancora tenute in conto.
Ma è proprio l’amore per la città a suscitare – quasi a far insorgere -in queste ore, non tanto parole, quanto un sentimento estremo di rammarico e di afflizione.
La Chiesa di Napoli, di fronte allo scempio che di Napoli viene fatto, sente come un lutto al cuore.
Ed è per questo che come Pastore della Diocesi invito i parroci a tenere, nelle proprie comunità, una veglia di preghiera, per far crescere, intorno a questa gravissima emergenza, il senso di solidarietà e di condivisione.
Non tocca alla comunità ecclesiale andare alla ricerca delle responsabilità- che, certo, sono vaste e diffuse – né si ha l’ambizione di elaborare analisi o indicare mirabolanti e improbabili soluzioni. Ma ciò che di Napoli tutto il mondo , attraverso i media, sta vedendo in questi giorni, è semplicemente intollerabile e non degno non solo di una regione, ma di un Paese civile.
Ancor prima dell’immagine esterna per la Chiesa locale viene, tuttavia, l’esigenza di essere a fianco delle persone che vivono questo gravissimo disagio sulla propria pelle.
La preoccupazione per le conseguenze sanitarie continua a crescere, fino a identificare l’invasione dei cumuli di rifiuti come la più pericolosa tra le molte crisi che Napoli si è trovata ad affrontare anche in tempi recenti .
La ricerca di soluzioni – si spera strutturali e di lungo termine – non può attendere un minuto in più e chiama in causa, ormai, non più solo gli enti territoriali, verso i quali si è indirizzata – anche con forme condannabili – l’esasperazione dei cittadini.
Anche in questo difficile e delicato momento la Chiesa di Napoli non può mettere da parte la speranza. Abbiamo imparato a costruirla ed edificarla giorno per giorno, sotto la guida amorevole e paterna di Giovanni Paolo II e Benedetto XVI che hanno mostrato l’affetto e la considerazione di tutta la comunità ecclesiale per il futuro della città.
Anche nei momenti più bui Napoli non è stata mai sola. Non lo sarà neppure in questo momento.
Verrebbe di gridare un
1 commento:
parole d'oro!
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