lunedì, dicembre 31, 2007

Goran Bregovic: «Una canzone dedicata alle nazioni che ricorrono ancora al boia»

FEDERICO VACALEBRE da Il Mattino.
L’albergo sul lungomare che lo ospita con tutti i riguardi non gli è nuovo. Un tempo, quando era poco più di un ragazzo, accoglieva un night club, lo Schiribizzo, dove la sua chitarra accompagnava le lascive movenze di professioniste dello spogliarello: «Nei paesi sovietici quei locali non erano solo posti dove guardare le donne nude, avevano un alone culturale, visto che non erano controllati dal partito», ricorda Goran Bregovic, star balcanica della musica per il cinema, felicissimo di essere tra i protagonisti del Capodanno napoletano in piazza del Plebiscito: «So che l’Italia vive uno strano periodo, che si parla tanto di declino. Voglio dirvi che a me si riempie la bocca solo a pronunciare la parola ”Italia”: stanotte faremo casino - io metterò da parte il programma di musica per funerali e matrimoni ed attingerò al repertorio per le grandi feste - ma, nello stesso tempo, lanceremo dei messaggi di convivenza civile. Questo fatto succede a Napoli, in Italia, non crediate che nel resto del mondo le cose vadano così». Il Mediterraneo di Pistoletto alle spalle. E sul palco il Mediterraneo che tiene insieme le voci veraci di Sal Da Vinci, Gigi Finizio e Consiglia Licciardi, il tamburo scugnizzo di Tullio De Piscopo, il sassofono newpolitano di Marco Zurzolo... «E i miei musicisti balcanici, e le mie coriste bulgare, e il leone del Maghreb Khaled, e il fratello napoletano Enzo Avitabile con i suoi Bottari... L’umanità finora ha schiacciato le differenze, eliminato i ”diversi”, ora stiamo imparando che siamo tutti ”diversi”, che ucciderci l’un l’altro non è la soluzione». Ecco, allora, il senso «politico» del concerto. Ma serve davvero che dei musicisti cantino contro la pena di morte? «Una festa rimane una festa, ma se la gente che si abbraccia e brinda avverte che si può fare qualcosa per migliorare il mondo è un bene. Ed è una realtà, non esistono solo le cattive notizie che finiscono nei telegiornali, esistono milioni di persone per bene che ogni giorno rendono il nostro pianeta migliore, più bello, persino più giusto». Enzo Avitabile ha scritto un brano, semplice, diretto, popolare, per celebrare l’impegno italiano sulla moratoria della pena di morte. Si intitola «Mare ’e fuoco», è un pezzo in mi minore sul ritmo antico della «pastellessa». «Dovremmo farlo in tre, Avitabile, Khaled e io, ma lo dobbiamo ancora provare, vediamo come viene, potrebbe essere divertente». «Tricche tracche/ botta a botta/ nun vulimmo ’a pena ’e morte», dice il ritornello. «Non sono proprio le parole delle canzoni da entreneuse che accompagnavo un tempo: lo vede che il mondo migliora? Prima parlavamo della moratoria fortemente voluta dal governo italiano: non so se servirà a qualcosa, se non resterà soltanto l’ennesima dichiarazione di buoni intenti senza nessuna conseguenza pratica. Ma so che quello che non serve è la pena di morte, e non solo perchè eticamente è un abominio, ma perché il crimine, anche il più abietto, dilaga più che mai anche nelle nazioni che ricorrono al boia». Alle spalle dei due palchi, insieme con il Mare Nostrum sagomato da Pistoletto, un unico messaggio, voluto anch’esso dall’artista, «Amiamo le differenze», scolpito nella luce e declinato in tutte le lingue parlate dai popoli che su quelle acque si affacciano. «È il discorso che facevamo prima. Io sono cresciuto in un regime che ci voleva tutti uguali, non importa se è un credo religioso o uno politico a muovere verso la discriminazione di un uomo, di una razza, di un sesso, di una sensibilità. Ma forse ci siamo presi troppo sul serio, meglio riscaldare gli strumenti e preparare le nostre danze migliori: la festa e il ballo non sono un modo per dimenticare i problemi che ci aspettano nel 2008, e so che anche Napoli e i napoletani ne hanno diversi da risolvere, ma per celebrare il fatto che siamo ancora qui, in mezzo agli altri, pronti all’abbraccio con i nostri cari, ma anche con persone appena incontrare, appena conosciute. Buon anno Napoli, Italia, Mediterraneo, Mondo. E mille di queste notti».

Concerto di pace contro la pena di morte
ANNA MARIA ASPRONE Il tredici, si sa, porta fortuna. E di sicuro fortunata sarà piazza del Plebiscito che, per questa tredicesima edizione della notte in piazza, tornerà ad essere il fulcro della festa di San Silvestro. Tutto ruoterà intorno ai due palchi, ai lati del colonnato della basilica di San Francesco di Paola, che formeranno un unico proscenio insieme alla «Love difference» di Michelangelo Pistoletto. E sul palcoscenico, allestito per festeggiare l’arrivo del 2008, saliranno sette artisti che declineranno il tema del Mediterraneo, ispiratore dell’opera di Pistoletto. All’insegna del dialogo e della pace è anche la presenza di Amnesty International, di cui molti artisti sul palco sono ambasciatori. Amnesty ha scelto Napoli per rilanciare la campagna per l’abolizione della pena di morte, alla luce della storica risoluzione delle Nazioni Unite, che ha introdotto una moratoria sulle esecuzioni. Ma tornando alla festa. La serata, condotta dal dj di «radio Marte» Gigio Rosa, si aprirà alle ore 22,30 con l’esibizione di Tullio De Piscopo, a cui seguirà Enzo Avitabile. La mezzanotte scorrerà sulle note di «’O surdato ’nnammurato» intonate da Consiglia Licciardi chiamata sul palco da Avitabile. Dopo i fuochi artificiali di mezzanotte, un rappresentante di Amnesty International spiegherà le ragioni della loro presenza a Napoli e le modalità del loro intervento. Al termine salirà sul palco l’algerino Khaled, che si esibirà prima da solo e poi in una performance con Enzo Avitabile e Goran Bregovic, che poi si esibirà da solista. Concluderanno il concerto Sal da Vinci, Marco Zurzolo e Gigi Finizio. Il Capodanno si concluderà con il simbolico «incendio» del Castel dell’Ovo. Un filo rosso all’insegna della pace consentirà il passaggio di Napoli dal 2007 al 2008. Nello scorso ottobre infatti di pace si parlò nel Meeting organizzato in città alla presenza del Papa. Per il 2008 un’altra simbolica e suggestiva iniziativa. Domani infatti, torna a Napoli il tradizionale appuntamento con la marcia per la pace promossa dalla Comunità di Sant’Egidio. La partenza è prevista per le 18 da piazza del Gesù, per poi raggiungere il sagrato della cattedrale dove il cardinale Crescenzio Sepe accoglierà i partecipanti. Una fiaccolata e un corteo silenzioso sfileranno per il centro storico con dei cartelli su cui sono scritti i nomi dei Paesi oggi in guerra.

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