sabato, novembre 03, 2007

«I giovani amano la coca, costa meno di una pizza»

BRUNO BUONANNO Clara Baldassarre è il direttore del settore tutela salute del dipartimento delle dipendenze dell’Asl metropolitana. Il mercato della droga si presenta in costante trasformazione. «In effetti è cosi. Propone nuove droghe e ”miscele” innovative per consentire ai pusher di vendere allucinogeni di costo contenuto che, per questo, sono alla portata anche dei giovanissimi. Da tempo, in molte zone della città e d’Italia, la cocaina ha soppiantato l’eroina. E anche l’ecstasy viene miscelata con sostanze sempre diverse». Perché attira tanto i giovani? «Per il prezzo. Il ragazzo che è morto nella Mostra non era segnalato come tossicodipendente. Ma ha usato più sostanze che hanno determinato effetti sommatori e contraddittori fra di loro. Prima, per acquistare droga si dovevano spendere soldi. Oggi una dose costa meno di una pizza: un tiro di cocaina fumata costa 4-5 euro. La qualità non è minore rispetto al passato». In che modo cambia il mercato? «Lo spacciatore mette a disposizione dell’utente dosi mescolate con altre sostanze, in maniera da incrementare ulteriormente il proprio guadagno. Le miscele con caffeina e anfetamine sono sostituite frequentemente da altri composti. C’è chi unisce la polvere di cocaina o di eroina a compresse di medicinali pestati, chi usa materiale che colora il prodotto». Si parla di droghe a colori. «Ci sono anche quelle. L’eroina veniva tagliata anche col fard - il prodotto usato dalle donne per truccarsi il viso - se ne vendevano campioni di colore beige, altri molto più scuri. E lo stesso succede per la coca. Le pasticche di ecstasy hanno dimensioni, forme e colori diversi perché sono prodotte sinteticamente, sono frutto di miscele». Torniamo alla festa di Halloween. «Un ragazzo è morto, una ventina di giovani sono stati soccorsi dal 118. Molti dicono: non ho bevuto, perché non ho consumato vino, birra o superalcolici. Ma dimenticano che l’alcol è presente in molti cocktail alla frutta, usatissimi dai giovani» Il suo collega Vecchio propone una rete antidroga. «Ce n’è bisogno per consentire al nostro dipartimento di controllare l’uso di allucinogeni. Siamo pronti a eseguire l’esame del capello, a utilizzare in tempi brevi la gas massa che identifica e quantizza le sostanze di abuso. Sullo studente morto nella Mostra la Procura disporrà un’autopsia, i risultati della perizia saranno noti fra mesi. Noi abbiamo, invece, esigenza di monitorare e vedere cosa circola per attivare la rete».

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