Il 24 novembre, saranno eletti i segretari provinciali. Sabato, a Milano, Walter Veltroni ha indicato il metodo: gli eletti nelle assemblee nazionale e regionale eleggono, a maggioranza assoluta dei presenti e con eventuale ballottaggio tra i primi due, il coordinatore provinciale.
( è una regola nuova inventata sabato, aspettiamo di scoprire le prossime....)
È inutile dire che in Campania il percorso sarà complesso e condizionato dalle polemiche che hanno accompagnato le primarie. Mentre a Benevento e (soprattutto) ad Avellino l’area Iannuzzi può contare su una larga maggioranza (in Irpinia strada in discesa per Giuseppe De Mita, nipote di Ciriaco) nelle altre province il quadro è più incerto. A Napoli, la partita si gioca sul filo dei delegati. L’area Iannuzzi, tra delegati al nazionale (66) e al regionale (136) può contare su 202 grandi elettori. La minoranza Piccolo-De Franciscis-Mazzarella tocca quota 198: 75 i delegati al nazionale, 123 al regionale. Poi, c’è da aggiungere l’unico eletto dell’area Bindi. Detto che i dati per il regionale non sono stati ancora pubblicati (l’attribuzione dei seggi potrebbe varare di qualche unità), appare evidente che con quattro delegati di differenza la ricerca di un dialogo si rende quasi obbligata. Piccolo, De Franciscis e Mazzarella potrebbero proporre un candidato comune, ma molto dipende dai nomi che proporrà l’area Iannuzzi. Nella quale c’è più di un’aspettativa. Dell’area Nicolais, per esempio, che potrebbe proporre un giovane come Fabio Santoro o Francesco Dinacci o una donna come Luisa Bossa. O dei bassolinani che, accettato il demitiano Iannuzzi, potrebbero chiedere la segreteria provinciale per uno dei loro: nelle ultime ore è circolato il nome di Antonio Marciano. Tra i Ds, inoltre, potrebbe spuntare Enzo Amendola, considerato da molti un nome che possa mettere tutti d’accordo. La terza scadenza all’orizzonte è quella dei gruppi unici. Veltroni ha indicato nel 30 novembre la scadenza. In Regione c’è stata una prima riunione dei venti consiglieri di Ds e Margherita e il favorito per la carica di capogruppo è Mario Sena. Su Napoli, c’è da registrare l’allarme di Roberto De Masi. «C’è ancora confusione intorno al Pd. Questo vale anche per il gruppo unico al Comune che deve garantire stabilità e rilanciare l’attività amministrativa. È bene quindi - dice De Masi - programmare al più presto un incontro dei consiglieri aderenti al Pd, non per avviare un valzer di poltrone, ma per impegnarci su un progetto di rilancio». Un altro socialista entrato nel Pd, Felice Iossa, esprime invece solidarietà a De Mita, fischiato all’assemblea costituente del Pd. «A Milano - dice Iossa - ho avvertito un clima nuovo ed una tensione ideale che da molto tempo non si respirava. Unica nota stonata i fischi ingenerosi e fuori posto a De Mita, un uomo che rappresenta un pezzo di storia del cattolicesimo democratico, che si è battuto alle primarie in maniera straordinaria, e la cui esperienza ed analisi politica sono necessarie per radicare un grande Pd»
Il Mattino di Napoli
( è una regola nuova inventata sabato, aspettiamo di scoprire le prossime....)
È inutile dire che in Campania il percorso sarà complesso e condizionato dalle polemiche che hanno accompagnato le primarie. Mentre a Benevento e (soprattutto) ad Avellino l’area Iannuzzi può contare su una larga maggioranza (in Irpinia strada in discesa per Giuseppe De Mita, nipote di Ciriaco) nelle altre province il quadro è più incerto. A Napoli, la partita si gioca sul filo dei delegati. L’area Iannuzzi, tra delegati al nazionale (66) e al regionale (136) può contare su 202 grandi elettori. La minoranza Piccolo-De Franciscis-Mazzarella tocca quota 198: 75 i delegati al nazionale, 123 al regionale. Poi, c’è da aggiungere l’unico eletto dell’area Bindi. Detto che i dati per il regionale non sono stati ancora pubblicati (l’attribuzione dei seggi potrebbe varare di qualche unità), appare evidente che con quattro delegati di differenza la ricerca di un dialogo si rende quasi obbligata. Piccolo, De Franciscis e Mazzarella potrebbero proporre un candidato comune, ma molto dipende dai nomi che proporrà l’area Iannuzzi. Nella quale c’è più di un’aspettativa. Dell’area Nicolais, per esempio, che potrebbe proporre un giovane come Fabio Santoro o Francesco Dinacci o una donna come Luisa Bossa. O dei bassolinani che, accettato il demitiano Iannuzzi, potrebbero chiedere la segreteria provinciale per uno dei loro: nelle ultime ore è circolato il nome di Antonio Marciano. Tra i Ds, inoltre, potrebbe spuntare Enzo Amendola, considerato da molti un nome che possa mettere tutti d’accordo. La terza scadenza all’orizzonte è quella dei gruppi unici. Veltroni ha indicato nel 30 novembre la scadenza. In Regione c’è stata una prima riunione dei venti consiglieri di Ds e Margherita e il favorito per la carica di capogruppo è Mario Sena. Su Napoli, c’è da registrare l’allarme di Roberto De Masi. «C’è ancora confusione intorno al Pd. Questo vale anche per il gruppo unico al Comune che deve garantire stabilità e rilanciare l’attività amministrativa. È bene quindi - dice De Masi - programmare al più presto un incontro dei consiglieri aderenti al Pd, non per avviare un valzer di poltrone, ma per impegnarci su un progetto di rilancio». Un altro socialista entrato nel Pd, Felice Iossa, esprime invece solidarietà a De Mita, fischiato all’assemblea costituente del Pd. «A Milano - dice Iossa - ho avvertito un clima nuovo ed una tensione ideale che da molto tempo non si respirava. Unica nota stonata i fischi ingenerosi e fuori posto a De Mita, un uomo che rappresenta un pezzo di storia del cattolicesimo democratico, che si è battuto alle primarie in maniera straordinaria, e la cui esperienza ed analisi politica sono necessarie per radicare un grande Pd»
Il Mattino di Napoli
8 commenti:
PD, BINDI: NON SONO UNA GUASTAFESTE, PERO’… (2)
- Roma, 29 ott - Rosy Bindi sottolinea che “posso anche mettere tra parentesi l'elezione di Franceschini: non era prevista da nessuna regola, però non infierisco. Ma ci sono due cose che non tornano e che non posso non far notare. Primo: dare i pieni poteri al segretario nazionale e a quelli regionali. Secondo: nominare a sorpresa i coordinatori provinciali e comunali”. E aggiunge: “Con le regole che Veltroni ha annunciato ha mortificato il cittadino-elettore che aveva esaltato al mattino. La stragrande maggioranza dei coordinatori era stata già decisa da Ds e Margherita, e coincide con i segretari, tant'è che alcuni nomi erano stati pubblicati da settimane. Sono metodi da vecchia, vecchissima politica. Non si vogliono eleggere direttamente? Almeno ci si impegni a prevedere l'incompatibilità tra ex segretari, coordinatori provvisori e nuovi segretari”. Il ministro prosegue affermando che “Veltroni deve capire che il nostro è un partito plurale. Sennò poi sa che succede? Che Letta, che alla vigilia dell'assemblea non ha convocato i suoi, finirà per farlo la settimana prossima”. Esclude quindi di essere interessata a formare una corrente: “Mi interessa contribuire all'indirizzo del partito e non deludere le attese di partecipazione che abbiamo suscitato con le primarie. Io so solo che in questi ultimi due giorni mi sono arrivati sms ed email di tanta gente, eletta con me, ma anche con Veltroni, che non è affatto contenta di questo avvio. E alcuni delegati hanno strappato la loro delega perché c'è gente che non è abituata a questi giochi di potere. Il Pd deve essere la casa di tutti”.
PD: ADDUCE (ULIVO), SU NOMINE PROVINCIALI SI PARTE MOLTO MALE
- Roma, 28 ott - ''Concordo pienamente con quanto ha dichiarato il segretario regionale del Pd, Piero Lacorazza: la decisione assunta di 'nominare' e non di eleggere con lo stesso metodo delle primarie i responsabili provinciali del partito contraddice l'impostazione democratica che abbiamo dato all'intero percorso costituente del nuovo partito''. Lo afferma in una nota Salvatore Adduce, senatore dell'Ulivo ed ex diessino, commentando i risultati della Costituente. ''Il 14 ottobre 2007 - sottolinea Adduce - con le primarie abbiamo eletto il Segretario nazionale, il Segretario regionale e le due assemblee costituenti che hanno i compiti descritti nel regolamento. La direzione politica del partito spetta ai segretari che possono assumere decisioni politiche. Altri organi di direzione - conclude - non esistono, visto che le assemblee, quella regionale e quella nazionale, non hanno compiti di direzione. Così partiamo molto male''.
MA VERAMENTE CREDEVATE CHE NEL PARTITO DEMOCARTICO, COSTRUITO DAI VECCHI APPARATI, POTESSE ALBERGARE LA SEMOCRAZIA?
MA VERAMENTE CREDEVATE CHE NEL PARTITO DEMOCRATICO, COSTRUITO DAI VECCHI APPARATI, POTESSE ALBERGARE LA DEMOCRAZIA?
La ringrazio per intiresnuyu iformatsiyu
Perche non:)
quello che stavo cercando, grazie
Perche non:)
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