Quote rosa non rispettate. Interviene Roma De Mita ad Avellino. Andria a Salerno. Tutti i nomi del ministro Nicolais ad Avellino, Salerno, Caserta e Benevento. Le loro candidature non sono conformi alle norme delle primarie del Pd. Così è per l´Ufficio tecnico amministrativo regionale (Utar) che giudica inammissibili le liste "Campania democratica" e "Ambiente, innovazione e lavoro", a sostegno di Veltroni e di Iannuzzi. Fuori dunque per ora dai 22 collegi della circoscrizione Campania 2. Le prossime 48 ore saranno dedicate ai ricorsi, con Roma che segue da vicino la vicenda sin dall´attimo della sua esplosione.
Uno sconquasso figlio di un pasticcio. Non è stato rispettato il criterio di alternanza di genere dei capolista fissato dall´articolo 7 comma 1 del regolamento. Così, all´esame di ammissibilità dell´Utar, le due liste cadono. "Campania democratica" ha 13 uomini capolista e 9 donne; "Ambiente, innovazione e lavoro" ha 10 uomini e 7 donne nei 17 collegi in cui si candida. C´è dell´altro. Secondo le liste così come sono state diffuse, nei 25 collegi di Napoli (Campania 1) Nicolais avrebbe 15 uomini e 10 donne. Rischia pure lì? Il lavoro dell´Utar non è finito.
Tensione e nervosismo, ecco la sede di via Santa Brigida alle 4 del pomeriggio. Per congelare le liste, si va al voto. L´Utar è presieduto da Nicola Tremante, esponente della Margherita, uomo di fiducia di De Mita. Ma intorno al tavolo finisce per scoprirsi in minoranza. Si vota, e la decisione passa a maggioranza. La stessa nota ufficiale diventa un piccolo caso. La versione delle 48 ore di tempo chieste all´Utar dai rappresentanti di lista (e negate) per sistemare ogni cosa, non viene condivisa da tutti. Tant´è che la nota resta senza firma. Le 48 ore esistono di sicuro per presentare ricorso. Il regolamento prevede che i candidati firmino pure una dichiarazione su un modulo con cui accettano l´ordine in lista che gli viene attribuito. Ora i numeri 1 devono accettare di diventare 2, i 3 di diventare 4, eccetera. I disguidi più grossi sono nella provincia di Caserta. Avanti coi ricorsi. Le liste escluse si rivolgeranno al collegio regionale dei garanti, cinque nomi coi quali già fecero polemica l´area Letta e l´area Bindi al momento della nomina, nell´agosto scorso, giudicandoli troppo vicini a Veltroni: si tratta di Teresa Granato, Paolo Persico, Angela Principe, Pasquale Stanzione e Armando Calogero.
Resta la leggerezza, spiegata con la grande tensione degli ultimi minuti dell´ultimo giorno utile per consegnare le candidature. Minuti in cui a Santa Brigida non si smette di cambiare idea su nomi e posizioni, tanto che i rappresentanti della lista "A sinistra per Veltroni" fanno mettere a verbale una loro dichiarazione con cui registrano la presenza di persone nelle stanze della Margherita a compilare elenchi dopo l´una di notte. A termini scaduti. Sono momenti, quelli, in cui si consumano esclusioni illustri. Quella di Costantino Boffa, il deputato di Benevento già capo di gabinetto di Bassolino, che non va allo scontro con Nardone. Quella di Ennio Cascetta, l´assessore regionale che aveva preso la tessera ds per entrare nel Pd. Quella del vicesindaco Tino Santangelo. Quella dell´ex segretario provinciale della Quercia, Diego Belliazzi. Quella di Samuele Ciambriello, uno dei nomi che alla vigilia Veltroni aveva caldeggiato di persona. Ancora ieri Mimmo Lucà, coordinatore dei cristiano sociali in Campania, ha scritto al sindaco di Roma: «L´esclusione è avvenuta nel più classico dei modi, tipico di un´altra stagione della politica, pochi minuti prima della presentazione delle liste. Nessuno pubblicamente si è assunto la responsabilità di questa scelta, nessuno ha ritenuto di doverla almeno comunicare al diretto interessato».
Angelo Carotenuto da Repubblica
Uno sconquasso figlio di un pasticcio. Non è stato rispettato il criterio di alternanza di genere dei capolista fissato dall´articolo 7 comma 1 del regolamento. Così, all´esame di ammissibilità dell´Utar, le due liste cadono. "Campania democratica" ha 13 uomini capolista e 9 donne; "Ambiente, innovazione e lavoro" ha 10 uomini e 7 donne nei 17 collegi in cui si candida. C´è dell´altro. Secondo le liste così come sono state diffuse, nei 25 collegi di Napoli (Campania 1) Nicolais avrebbe 15 uomini e 10 donne. Rischia pure lì? Il lavoro dell´Utar non è finito.
Tensione e nervosismo, ecco la sede di via Santa Brigida alle 4 del pomeriggio. Per congelare le liste, si va al voto. L´Utar è presieduto da Nicola Tremante, esponente della Margherita, uomo di fiducia di De Mita. Ma intorno al tavolo finisce per scoprirsi in minoranza. Si vota, e la decisione passa a maggioranza. La stessa nota ufficiale diventa un piccolo caso. La versione delle 48 ore di tempo chieste all´Utar dai rappresentanti di lista (e negate) per sistemare ogni cosa, non viene condivisa da tutti. Tant´è che la nota resta senza firma. Le 48 ore esistono di sicuro per presentare ricorso. Il regolamento prevede che i candidati firmino pure una dichiarazione su un modulo con cui accettano l´ordine in lista che gli viene attribuito. Ora i numeri 1 devono accettare di diventare 2, i 3 di diventare 4, eccetera. I disguidi più grossi sono nella provincia di Caserta. Avanti coi ricorsi. Le liste escluse si rivolgeranno al collegio regionale dei garanti, cinque nomi coi quali già fecero polemica l´area Letta e l´area Bindi al momento della nomina, nell´agosto scorso, giudicandoli troppo vicini a Veltroni: si tratta di Teresa Granato, Paolo Persico, Angela Principe, Pasquale Stanzione e Armando Calogero.
Resta la leggerezza, spiegata con la grande tensione degli ultimi minuti dell´ultimo giorno utile per consegnare le candidature. Minuti in cui a Santa Brigida non si smette di cambiare idea su nomi e posizioni, tanto che i rappresentanti della lista "A sinistra per Veltroni" fanno mettere a verbale una loro dichiarazione con cui registrano la presenza di persone nelle stanze della Margherita a compilare elenchi dopo l´una di notte. A termini scaduti. Sono momenti, quelli, in cui si consumano esclusioni illustri. Quella di Costantino Boffa, il deputato di Benevento già capo di gabinetto di Bassolino, che non va allo scontro con Nardone. Quella di Ennio Cascetta, l´assessore regionale che aveva preso la tessera ds per entrare nel Pd. Quella del vicesindaco Tino Santangelo. Quella dell´ex segretario provinciale della Quercia, Diego Belliazzi. Quella di Samuele Ciambriello, uno dei nomi che alla vigilia Veltroni aveva caldeggiato di persona. Ancora ieri Mimmo Lucà, coordinatore dei cristiano sociali in Campania, ha scritto al sindaco di Roma: «L´esclusione è avvenuta nel più classico dei modi, tipico di un´altra stagione della politica, pochi minuti prima della presentazione delle liste. Nessuno pubblicamente si è assunto la responsabilità di questa scelta, nessuno ha ritenuto di doverla almeno comunicare al diretto interessato».
Angelo Carotenuto da Repubblica
2 commenti:
molto intiresno, grazie
Si, probabilmente lo e
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