Napoli, 21 set (Velino) - ''Un provvedimento eccezionale adottato per far fronte a una situazione altrettanto eccezionale'', è stato questo l'indulto secondo il ministro della Giustizia Clemente Mastella. Lo ha detto nel corso del suo intervento a Napoli dove si celebra il 190esimo anniversario della fondazione della polizia penitenziaria, e dove ha difeso gli 800 parlamentari - poi si sono ''mimetizzati'' perché "impauriti", secondo Mastella - che l'hanno votato e ringraziato il presidente del Consiglio Romano Prodi, che "sull'indulto ha speso parole di verità; ma anche il leader dell'opposizione, Silvio Berlusconi, che anche di recente, ha detto apertamente che lo avrebbe rivotato''. Quanto al sistema carcerario il ministro ha sostenuto che "la sola segregazione non basta a garantire la sicurezza dei cittadini, l'esclusione fisica ha infatti comunque un termine" e "il carcere deve essere insieme il luogo di severità, dignità e recupero". Sono necessarie però altre carceri e sono in corso di realizzazione nuovi edifici che potranno ospitare altri 5.886 detenuti.
Mastella ha criticato la "campagna mediatica di rara virulenza e spregiudicatezza fatta solo per guadagnarsi gli applausi delle curve" e ha fornito i dati su recidivi e nuovi carcerati: "È il caso di dire basta alle polemiche strumentali perché da un'analisi fatta dal Dap non risulta che la presenza di soggetti recidivi in carcere non è aumentata. Anzi se la percentuale di recidivi si assestava al 48 per cento della popolazione carceraria prima dell'indulto, un anno dopo la presenza di recidivi in carcere è pari al 42 per cento del totale" e il dato "include anche quel 22,7 per cento dei detenuti usciti per il provvedimento votato dalla stragrande maggioranza del Parlamento che hanno varcato le porte del carcere".
A Napoli ha parlato anche il direttore del dipartimento dell'amministrazione penitenziaria. Ettore Ferrara ha chiesto una ''piena armonizzazione'' del trattamento economico delle carriere dei 42 mila poliziotti per la ''complessità dei compiti affidati alla polizia penitenziaria'' e la ''professionalità richiesta per il loro svolgimento''. È "incomprensibile - ha aggiunto Ferrara - il diverso trattamento di carriera a essa riservato rispetto ad altri corpi di polizia ... e improcrastinabili quegli interventi ordinamentali indispensabili per l'armonizzazione delle rispettive carriere''. In Italia ci sono 42 mila poliziotti penitenziari - tremila e 500 sono donne - garantiscono la sicurezza nei 231 istituti penitenziari, a hanno compiti importanti nella rieducazione dei detenuti, nella vigilanza di 500 detenuti al 41 bis, il servizio di traduzione e piantonamento. Il direttore del Dp ha anche rivelato che è in fase di pre-sperimentazione l'impiego di agenti penitenziari al di fuori delle carceri nell'ambito dell'esecuzione penale esterna.
Mastella ha criticato la "campagna mediatica di rara virulenza e spregiudicatezza fatta solo per guadagnarsi gli applausi delle curve" e ha fornito i dati su recidivi e nuovi carcerati: "È il caso di dire basta alle polemiche strumentali perché da un'analisi fatta dal Dap non risulta che la presenza di soggetti recidivi in carcere non è aumentata. Anzi se la percentuale di recidivi si assestava al 48 per cento della popolazione carceraria prima dell'indulto, un anno dopo la presenza di recidivi in carcere è pari al 42 per cento del totale" e il dato "include anche quel 22,7 per cento dei detenuti usciti per il provvedimento votato dalla stragrande maggioranza del Parlamento che hanno varcato le porte del carcere".
A Napoli ha parlato anche il direttore del dipartimento dell'amministrazione penitenziaria. Ettore Ferrara ha chiesto una ''piena armonizzazione'' del trattamento economico delle carriere dei 42 mila poliziotti per la ''complessità dei compiti affidati alla polizia penitenziaria'' e la ''professionalità richiesta per il loro svolgimento''. È "incomprensibile - ha aggiunto Ferrara - il diverso trattamento di carriera a essa riservato rispetto ad altri corpi di polizia ... e improcrastinabili quegli interventi ordinamentali indispensabili per l'armonizzazione delle rispettive carriere''. In Italia ci sono 42 mila poliziotti penitenziari - tremila e 500 sono donne - garantiscono la sicurezza nei 231 istituti penitenziari, a hanno compiti importanti nella rieducazione dei detenuti, nella vigilanza di 500 detenuti al 41 bis, il servizio di traduzione e piantonamento. Il direttore del Dp ha anche rivelato che è in fase di pre-sperimentazione l'impiego di agenti penitenziari al di fuori delle carceri nell'ambito dell'esecuzione penale esterna.
1 commento:
stavolta ha ragione.
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