BRUCE SPRINGSTEEN - Magic - Rca/Columbia - 2007
Migliaia di fans in giro per il globo, concerti ovunque sold out mesi prima della date, (come la prossima calata italica il 28 novembre a Milano, “tutto esaurito” dopo soli 10 minuti dall'inizio della vendita dei biglietti!!!) centinaia di hit memorabili, insomma si chiamera' mica “Boss” per niente no?
Lui, Bruce Springsteen, di andare in pensione non ne vuole proprio sapere e dopo la stupenda parentesi dello scorso anno, con la Seeger Session Band, eccolo tornare alla sua amata E Street Band e al grande rock; “Magic” e' questo; onesto, grande e maestoso Bruce Springsteen della migliore tradizione, ovvero la potenza di “Born In The Usa”, la classe di “Lucky Town” e la poesia di “The Rising”. Ho esagerato? Neanche tanto credetemi, perche' il primo singolo (e opener di “Magic”) “Radio Nowhere” e' uno dei pezzi piu' “radio oriented”, (bel gioco di parole..) che il Boss abbia scritto da un bel po' di tempo a questa parte. Un brano veloce, melodico, corto quanto basta per “ruffianare” ogni fan del pianeta e con una prestazione vocale di Bruce, sofferta e sensazionale; in poche parole gia' un classico, senza dubbio.
Track numero due, “You'll Be Comin' Down” e altro centro perfetto; un brano sulla scia di “Lucky Town”, “Lonesome Day” e “Human Touch” dal coro spensierato e perfetto per una “gita” in macchina lungo gli States! Brividi lungo la schiena se penso a una versione live di questo brano, con Bruce appoggiato schiena a schiena con il “fido” Steven Van Zandt. Si prosegue con la bellissima “Livin' In The Future”, condotta dal sax di Clarence Clemons in un brano che non fatichera' ad imprimersi nelle vostre menti, al pari di “Dancing In The Dark”; che ritmo ragazzi..irresistibile, cosi' come la delicata “Your Own Worst Enemy”, di diritto uno degli apici di questo “Magic. Un brano semplice nella struttura ma condotto da mano sapiente da una band in stato di grazia e dotato di un coro introverso e malinconico, da applausi infiniti.
Tre pezzi e la “carne al fuoco” e' di ottima qualita' ma continuiamo il nostro viaggio dentro “Magic”; “Gypsy Biker” e' un tuffo indietro nel tempo almeno al periodo “Nebraska” o “The River” per quella armonica e chitarra, a contendersi i soli in un tripudio di emozioni, cosi' come la soffusa e intima “Girls In Their Summer Clothes”, giocata tutta sulla voce di Bruce trasportata con grazia da una E Sreet Band a livelli incredibili. Un'altra song che fara' presto parte dei vostri classici porta il nome di “I'll Work For Your Love”, un brano superlativo in cui il Boss sfodera tutta la sua vena cantautoriale “della classe operaia”, regalandoci uno spaccato di vita americana di incredibile spessore; forse non saranno i testi “post 11 settembre” impegnati di “The Risng” e “Devils And Dust” ma cio' che Bruce canta col cuore in mano e' la vita quotidiana di tutti i giorni, con gli alti, i bassi, i dolori e le vittorie, le fatiche ma anche le soddisfazioni di questa “magica” avventura, chiamata vita.
“Magic” la title track e' una soffusa ballad introspettiva e cantata in punta di piedi da uno Springsteen in forma strepitosa accompagnato dalle tastiere a creare un tappeto melodico in pieno stile “cowboy”. (da un brano come questo ci accorgiamo da dove i vari Bon Jovi, Kenny Chesney, Brad Paisley, Keith Urban ecc...hanno preso i loro spunti country...) Una cavalcata sulle Montagne Rocciose e' “Last To Die”, un brano nella miglior tradizione di “Human Tiuch” o “The River”, perfetto per ogni cuore ribelle in viaggio verso “l'altra parte” del mondo, cosi' come la “selvaggia” ( e in linea col periodo “Better Days” “Lucky Town”) “Long Walk Home”.
Un finale da podio con la malinconica ballad “Devil's Arcade” (ovvero la nuova “If I Should Fall Behind”, mischiata con “Into The Fire”) e con la conclusiva “Terry's Song”, ballata per piano e voce che, come un sipario, lentamente ma in trionfo, chiude un album, “Magic”, che ancora una volta porta il nome del Boss alto nel cielo...d'altra parte si sa'..le leggende sono dure a morire...e lui, chitarra in mano e fisarmonica in bocca, di strada ne ha ancora tanta davanti a se...We All Born To Run Boss...
MOMENTO D'ESTASI: davvero devo scegliere un solo momento d'estasi? Mamma mia se e' dura..ve ne porgo quattro...”Radio Nowhere” “You're Own Worst Enemy” “You'll Be Comin' Down” e “Terry's Song”..ma intendiamoci bene..ogni singola nota di questo “Magic”, e' pura poesia...
COLPO DI SONNO: non conosco questa parola scusatemi....
Fonte: Massimo Agliardi
Migliaia di fans in giro per il globo, concerti ovunque sold out mesi prima della date, (come la prossima calata italica il 28 novembre a Milano, “tutto esaurito” dopo soli 10 minuti dall'inizio della vendita dei biglietti!!!) centinaia di hit memorabili, insomma si chiamera' mica “Boss” per niente no?
Lui, Bruce Springsteen, di andare in pensione non ne vuole proprio sapere e dopo la stupenda parentesi dello scorso anno, con la Seeger Session Band, eccolo tornare alla sua amata E Street Band e al grande rock; “Magic” e' questo; onesto, grande e maestoso Bruce Springsteen della migliore tradizione, ovvero la potenza di “Born In The Usa”, la classe di “Lucky Town” e la poesia di “The Rising”. Ho esagerato? Neanche tanto credetemi, perche' il primo singolo (e opener di “Magic”) “Radio Nowhere” e' uno dei pezzi piu' “radio oriented”, (bel gioco di parole..) che il Boss abbia scritto da un bel po' di tempo a questa parte. Un brano veloce, melodico, corto quanto basta per “ruffianare” ogni fan del pianeta e con una prestazione vocale di Bruce, sofferta e sensazionale; in poche parole gia' un classico, senza dubbio.
Track numero due, “You'll Be Comin' Down” e altro centro perfetto; un brano sulla scia di “Lucky Town”, “Lonesome Day” e “Human Touch” dal coro spensierato e perfetto per una “gita” in macchina lungo gli States! Brividi lungo la schiena se penso a una versione live di questo brano, con Bruce appoggiato schiena a schiena con il “fido” Steven Van Zandt. Si prosegue con la bellissima “Livin' In The Future”, condotta dal sax di Clarence Clemons in un brano che non fatichera' ad imprimersi nelle vostre menti, al pari di “Dancing In The Dark”; che ritmo ragazzi..irresistibile, cosi' come la delicata “Your Own Worst Enemy”, di diritto uno degli apici di questo “Magic. Un brano semplice nella struttura ma condotto da mano sapiente da una band in stato di grazia e dotato di un coro introverso e malinconico, da applausi infiniti.
Tre pezzi e la “carne al fuoco” e' di ottima qualita' ma continuiamo il nostro viaggio dentro “Magic”; “Gypsy Biker” e' un tuffo indietro nel tempo almeno al periodo “Nebraska” o “The River” per quella armonica e chitarra, a contendersi i soli in un tripudio di emozioni, cosi' come la soffusa e intima “Girls In Their Summer Clothes”, giocata tutta sulla voce di Bruce trasportata con grazia da una E Sreet Band a livelli incredibili. Un'altra song che fara' presto parte dei vostri classici porta il nome di “I'll Work For Your Love”, un brano superlativo in cui il Boss sfodera tutta la sua vena cantautoriale “della classe operaia”, regalandoci uno spaccato di vita americana di incredibile spessore; forse non saranno i testi “post 11 settembre” impegnati di “The Risng” e “Devils And Dust” ma cio' che Bruce canta col cuore in mano e' la vita quotidiana di tutti i giorni, con gli alti, i bassi, i dolori e le vittorie, le fatiche ma anche le soddisfazioni di questa “magica” avventura, chiamata vita.
“Magic” la title track e' una soffusa ballad introspettiva e cantata in punta di piedi da uno Springsteen in forma strepitosa accompagnato dalle tastiere a creare un tappeto melodico in pieno stile “cowboy”. (da un brano come questo ci accorgiamo da dove i vari Bon Jovi, Kenny Chesney, Brad Paisley, Keith Urban ecc...hanno preso i loro spunti country...) Una cavalcata sulle Montagne Rocciose e' “Last To Die”, un brano nella miglior tradizione di “Human Tiuch” o “The River”, perfetto per ogni cuore ribelle in viaggio verso “l'altra parte” del mondo, cosi' come la “selvaggia” ( e in linea col periodo “Better Days” “Lucky Town”) “Long Walk Home”.
Un finale da podio con la malinconica ballad “Devil's Arcade” (ovvero la nuova “If I Should Fall Behind”, mischiata con “Into The Fire”) e con la conclusiva “Terry's Song”, ballata per piano e voce che, come un sipario, lentamente ma in trionfo, chiude un album, “Magic”, che ancora una volta porta il nome del Boss alto nel cielo...d'altra parte si sa'..le leggende sono dure a morire...e lui, chitarra in mano e fisarmonica in bocca, di strada ne ha ancora tanta davanti a se...We All Born To Run Boss...
MOMENTO D'ESTASI: davvero devo scegliere un solo momento d'estasi? Mamma mia se e' dura..ve ne porgo quattro...”Radio Nowhere” “You're Own Worst Enemy” “You'll Be Comin' Down” e “Terry's Song”..ma intendiamoci bene..ogni singola nota di questo “Magic”, e' pura poesia...
COLPO DI SONNO: non conosco questa parola scusatemi....
Fonte: Massimo Agliardi
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