venerdì, agosto 31, 2007

Vesuvio dorme o è desto?

VESUVIO: DIPARTIMENTO PROTEZIONE CIVILE SMENTISCE ALLARME

Roma, 30 ago. - (Adnkronos) - Non c'e' nessun allarme eruzione per il Vesuvio. Lo si apprende dal Dipartimento di Protezione Civile che smentisce quindi l'allarme lanciato dal 'National Geographic'.
Come spiega il Dipartimento, le strutture dell'Osservatorio vesuviano che fanno parte dell'Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, che monitorano ogni giorno il vulcano, non hanno rilevato nessun segnale che puo' far pensare a qualsiasi tipo di attivita'. Sul piano d'evacuazione il Dipartimento fa sapere che non avverrebbe certo 'tra ceneri e lapilli' anche perche', nel caso ci fosse davvero un allarme, scatterrebbe prima di una eventuale eruzione.

(Rre/Ct/Adnkronos)VESUVIO: DIRETTORE OSSERVATORIO, VULCANO QUIESCIENTE NESSUN ALLARME

Napoli, 30 ago. - (Adnkronos) - "In questo momento non c'e' nessun allarme: il Vesuvio e' quiescente. Quel 50% di probabilita' che si risvegli nel peggiore dei modi, sicuramente non e' possibile domani. Se riferito a un lasso di tempo molto lungo, dell'ordine di migliaia di anni, allora si', diventa possibile". A dichiararlo all'ADNKRONOS e' Marcello Martini, direttore dell'Osservatorio Vesuviano, commentando l'allarme lanciato dalla rivista Usa 'National Geographic' e da altri ricercatori e vulcanologi in merito a un possibile risveglio del Vesuvio, che potrebbe mettere in pericolo l'intera citta' di Napoli.
"Nell'immediato non e' possibile un'esplosione del vulcano - ribadisce Martini - E comunque siamo dotati di sistemi di rilevazione in grado di avvertire di un'eventuale risveglio del Vesuvio con mesi o settimane di anticipo. Bisogna tener presente che l'Ingv e l'Osservatorio Vesuviano hanno un complesso sistema di monitoraggio su tutte le variazioni che si possono verificare, in merito alle deformazioni del suolo, alla sismicita', alla composizione chimica delle fumarole del vulcano, in modo tale da poter comunicare immediatamente una eventuale ripresa dell'attivita'".
"I piani della Protezione civile sono stati modulati in considerazione della scarsa possibilita' che si possano verificare fenomeni di attivita' maggiore rispetto a quella subpliniana - spiega il direttore - Anche se ovviamente non e' escluso che cio' si possa verificare, la probabilita' e' abbastanza bassa da rendere ragionevole assumere un livello di rischio subpliniano. La casistica infatti ci dice che nell'arco di 20mila anni si sono verificate soltanto 4 di queste eruzioni, due delle quali negli ultimi 4mila anni".
(Laf/Ct/Adnkronos)

2 commenti:

Anonimo ha detto...

resta il fatto che un tale tipo di monitoraggio è del tutto inutile.infatti, come già ribadito dal National Geographic l'attività sismica del vulcano potrebbe subire un incremento improvviso, con la conseguenza che qualsiasi piano di evacuazione sarà inefficace

Anonimo ha detto...

Napoli, 30 ago. (Adnkronos/Ign) - Vulcanologi divisi sull'allarme lanciato dalla rivista Usa 'National Geographic' in merito a un possibile risveglio del Vesuvio (Video). "Queste previsioni sono irrealistiche, non si verificheranno mai. Non si può sgomberare mezza Italia, basandosi su probabilità - dichiara all'ADNKRONOS il presidente dell'Istituto nazionale di geofisica e vulcanolgia Enzo Boschi - Si tratta di situazioni che vanno continuamente monitorate. I dati sono continuamente aggiornati, non c'è alcun bisogno di fare allarmismi. I piani di evacuazione sono sufficienti".

"Al momento attuale il vulcano è tranquillissimo - ha rassicurato Boschi - Se dovesse prepararsi all'eruzione ce ne accorgeremmo con settimane di anticipo. L'allarme lanciato da 'National Geographic' è privo di senso. Le analisi statistiche riguardanti l'attività del Vesuvio negli ultimi 30 mila anni confermano che c'è meno dell'1% di probabilità di eruzioni nei prossimi 12 mesi".

"Il Vesuvio è il vulcano meglio monitorato al mondo - ha aggiunto Boschi - Ci sono 120 tra tecnici e ricercatori che 24 ore su 24 monitorano la situazione, tenendo sotto controllo ogni minimo segno percepito. I piani della Protezione civile vanno benissimo, ogni anno li verifichiamo. I napoletani sono intelligenti, non danno importanza a questi allarmismi inutili".

"In questo momento non c'è nessun allarme: il Vesuvio è quiescente. Quel 50% di probabilità che si risvegli nel peggiore dei modi, sicuramente non e' possibile domani. Se riferito a un lasso di tempo molto lungo, dell'ordine di migliaia di anni, allora sì, diventa possibile", dice dal canto suo all'ADNKRONOS Marcello Martini, direttore dell'Osservatorio Vesuviano.

Ma per Giovanni Gregori, studioso dell'Istituto di Acustica 'Orso Mario Corbino' del Cnr, l'allarme lanciato dal 'National Geographic' non è così infondato. "Il rischio di eruzione del Vesuvio è risaputo - dice lo studioso all'ADNKRONOS - c'è una situazione di pericolo". "Come l'Etna, il Vesuvio è il vulcano meglio documentato storicamente - continua - Ma il vulcano non ha un orologio preciso, è una specie di 'pentola a pressione' che può esplodere anche con ritardi lunghissimi, di secoli. Prevedere il momento preciso dell'eruzione è praticamente impossibile ma dei segnali premonitori del pericolo possono essere colti".

"Un vulcano è più prevedibile di un terremoto, che è accidentale, subitaneo - spiega infatti Gregori - Un vulcano non esplode da un giorno all'altro, ci sono segnali con diversi mesi di anticipo. La difficoltà sta nel saperli leggere, codificare". "Nell'esplosione del 1631, che fece circa 10 mila morti, segnali ci furono circa 6 mesi prima dell'eruzione - prosegue - come ad esempio dalla falda acquifera e poi dal fondo del cratere, che era salito fino al ciglio. C'è un impegno cospicuo, una rete di monitoraggio e se viene ben utilizzata ci sono elementi per fare previsioni su una futura eruzione".

"Il vesuvio è pericoloso non solo perché un vulcano di tipo esplosivo ma soprattutto per la zona in cui si trova, ad elevata densità abitativa - afferma ancora Gregori - C'è stata una dissennata occupazione del territorio: se ci fosse un segnale di eruzione mancarebbero le vie sufficienti per evacuare in tempo rapido la zona. Oggi un'eruzione farebbe intorno al mezzo milione di vittime". Altro problema è la legislazione "carente", secondo Gregori. "Se gli esperti lanciassero l'allarme e venisse evacuato un milone di persone ma poi la previsione si rilevasse sbagliata gli studiosi verrebbero incriminati", conclude.