Ecco il Manifesto dei "Coraggiosi Innovatori" proposto da Rutelli, cui hanno già aderito - tra gli altri -Cacciari, Chiamparino, Gentiloni, Realacci, Penati, Nicola Rossi, Antonio Polito, Linda Lanzillotta, Innocenzo Cipolletta, Michele Placido, insomma un bel mix di società civile, DS e Margherita.
Il Partito Democratico deve aiutare il Governo a cambiare rotta e a rivolgere un messaggio chiaro al Paese. Dopo il primo anno, i risultati positivi vengono incrinati da un rapporto via via più difficile con l’opinione pubblica. E’ finita la lunga stagione in cui la coesione del centrosinistra è stata garantita dall’antagonismo verso Berlusconi.
Non è possibile esaurire la missione di questa legislatura nel risanamento economico. Già l’esperienza del 1996-2001 ha insegnato che non appena è stato raggiunto l’ambizioso traguardo dell’Euro la crisi politica è stata immediata. Occorre indicare con chiarezza agli italiani gli obiettivi e comunicarli in modo preciso, chiaro, bene organizzato.
Le difficoltà non vanno sottovalutate, ma esplicitate, per essere risolte. C’è delusione tra i ceti popolari: non si colgono ancora i benefici per chi ha un reddito fisso; le conseguenze dei tagli degli anni passati incidono sui servizi. Si sta radicando un’insofferenza nei ceti medi, tra piccoli imprenditori, commercianti, artigiani, professionisti; l’eccesso di adempimenti fiscali e amministrativi rende mal difendibile la sacrosanta azione contro l’evasione fiscale.
Un incessante e coraggioso processo riformatore è indispensabile per superare le difficoltà competitive dell’Italia e agganciare il mondo che corre. La missione di questi anni per l’Italia è il ritorno alla crescita: la capacità di far crescere l’economia, produrre più ricchezza e benessere, ridurre la pressione fiscale, creare più lavoro, migliore e meno precaria occupazione.
Crescita però è una parola che va declinata in modo comprensibile ed efficace: bisogna mostrarne i benefici per i cittadini e soprattutto dare una spinta di ottimismo e fiducia.
La nascita del Partito Democratico rappresenta in sé una svolta. È una decisione coraggiosa; è stato coraggioso il superamento di DS e Margherita per dare vita a un partito nuovo e aperto. Questo partito avrà l’ambizione di costruire alleanze europee ed internazionali innovative. Avrà un impianto pluralista e laico, per cui l’ispirazione religiosa e i valori ideali avranno libertà e forza, senza integralismi. Coraggioso e nuovo è l’appuntamento popolare del 14 ottobre. La candidatura di Walter Veltroni ha esordito con una chiara e positiva discontinuità.
Per battere i riflessi egoistici della destra, che parlano al ventre di molti italiani, ma soprattutto per scongiurare che nasca un “blocco sociale” potenzialmente maggioritario e a noi avverso - che già si vede in alcune aree più dinamiche del Paese e specialmente nel Nord - occorre che il PD sia molto più che un partito nuovo. Proporrà una forte ispirazione nazionale dei compiti dell’Italia. Incontrerà le vocazioni, i talenti, i problemi dei territori con un’organizzazione autonomistica e federale corrispondente alla nostra moderna visione delle istituzioni.
Il Partito Democratico deve produrre un sano shock politico e progettuale per il centro sinistra. La sua nascita deve accompagnarsi con il nuovo messaggio al Paese. Senza porre mano al programma generale di governo, che dovrà procedere con l’impegno di tutta la coalizione, indichiamo 7 programmi d’azione prioritari da mettere in campo per i prossimi 4 anni:
· L’ambiente, in primo luogo, terreno del nuovo umanesimo del XXI Secolo. No al localismo esasperato e alle ideologie della crescita zero; si a far respirare la natura e le città, migliorare la vita delle persone, dare all’Italia e all’Europa una leadership nella difesa del clima e della terra.
· Modernizzare l’Italia è non solo indispensabile ma può essere popolare. Tutela del paesaggio, buona progettazione, tecnologie moderne debbono sposare un programma, con tappe precise entro la fine della legislatura, di costruzione di infrastrutture per la mobilità bloccata, termovalorizzatori ed impianti energetici avanzati.
· Coesione sociale è futuro. Nell’oggi, tutelare il potere d’acquisto di stipendi e pensioni; migliorare i servizi per le persone. Per l’Italia di domani: i nostri figli sono un bene pubblico; è urgente uscire dall’inverno demografico. Il welfare sia amico delle famiglie con più occupazione femminile, più equità tra le generazioni, una vecchiaia più attiva e sostegni ai non autosufficienti.
· Etica pubblica della responsabilità. Oggi in Italia chi delinque è premiato. Le vittime non sono risarcite e di fatto vengono punite più degli autori dei delitti, che godono troppo spesso i benefici del crimine subendo sanzioni irrilevanti. Qui sta la radice dell’insicurezza: senza certezza dei diritti e delle pene non c’è Repubblica.
· Per le imprese, una burocrazia più snella, subito. Una regolazione liberale e liberalizzazioni in economia, con totale separazione tra politica e affari. Ma, molto di più: il messaggio che siamo dalla parte di chi crea ricchezza, di chi ama fare. Siamo dalla parte di chi innova, ricerca, rischia, crea l’eccellenza della qualità italiana.
· Potere alla creatività dei giovani, che hanno diritto a un ascensore sociale, che torni a far salire talenti, merito, lavoro. Grazie al sapere, alle tecnologie, alla garanzia di accesso alla rete. Con la cultura, espressione del patrimonio e dell’identità della patria e protagonista dello sviluppo del XXI secolo.
· L’Italia nel mondo sa da che parte stare: costruisce pace, diritto, diritti umani, sicurezza, contrastando il fondamentalismo terrorista con la forza necessaria. In Europa promuoverà politiche comuni – ambiente, energia, immigrazione, difesa – con i paesi che vogliono cooperare senza restare schiavi dell’unanimismo né dell’antieuropeismo. Sarà dinamica nella politica di solidarietà con l’Africa, in una visione di comune destino.
La maggioranza che ha vinto le elezioni deve governare i cambiamenti. Sappiamo che potrà essere confermata solo se soddisferà le attese degli elettori. Altrimenti, il Partito Democratico dovrà proporre una alleanza di centrosinistra di nuovo conio. Per non riconsegnare l’Italia alle destre, ma soprattutto per non essere imprigionato dal minoritarismo e dal conservatorismo di sinistra, né dalla paralisi delle decisioni. Noi firmatari sosteniamo Walter Veltroni che a queste ragioni si ispira e che può dare loro forza e consenso.
Scritto da Manuela Grasso
Il Partito Democratico deve aiutare il Governo a cambiare rotta e a rivolgere un messaggio chiaro al Paese. Dopo il primo anno, i risultati positivi vengono incrinati da un rapporto via via più difficile con l’opinione pubblica. E’ finita la lunga stagione in cui la coesione del centrosinistra è stata garantita dall’antagonismo verso Berlusconi.
Non è possibile esaurire la missione di questa legislatura nel risanamento economico. Già l’esperienza del 1996-2001 ha insegnato che non appena è stato raggiunto l’ambizioso traguardo dell’Euro la crisi politica è stata immediata. Occorre indicare con chiarezza agli italiani gli obiettivi e comunicarli in modo preciso, chiaro, bene organizzato.
Le difficoltà non vanno sottovalutate, ma esplicitate, per essere risolte. C’è delusione tra i ceti popolari: non si colgono ancora i benefici per chi ha un reddito fisso; le conseguenze dei tagli degli anni passati incidono sui servizi. Si sta radicando un’insofferenza nei ceti medi, tra piccoli imprenditori, commercianti, artigiani, professionisti; l’eccesso di adempimenti fiscali e amministrativi rende mal difendibile la sacrosanta azione contro l’evasione fiscale.
Un incessante e coraggioso processo riformatore è indispensabile per superare le difficoltà competitive dell’Italia e agganciare il mondo che corre. La missione di questi anni per l’Italia è il ritorno alla crescita: la capacità di far crescere l’economia, produrre più ricchezza e benessere, ridurre la pressione fiscale, creare più lavoro, migliore e meno precaria occupazione.
Crescita però è una parola che va declinata in modo comprensibile ed efficace: bisogna mostrarne i benefici per i cittadini e soprattutto dare una spinta di ottimismo e fiducia.
La nascita del Partito Democratico rappresenta in sé una svolta. È una decisione coraggiosa; è stato coraggioso il superamento di DS e Margherita per dare vita a un partito nuovo e aperto. Questo partito avrà l’ambizione di costruire alleanze europee ed internazionali innovative. Avrà un impianto pluralista e laico, per cui l’ispirazione religiosa e i valori ideali avranno libertà e forza, senza integralismi. Coraggioso e nuovo è l’appuntamento popolare del 14 ottobre. La candidatura di Walter Veltroni ha esordito con una chiara e positiva discontinuità.
Per battere i riflessi egoistici della destra, che parlano al ventre di molti italiani, ma soprattutto per scongiurare che nasca un “blocco sociale” potenzialmente maggioritario e a noi avverso - che già si vede in alcune aree più dinamiche del Paese e specialmente nel Nord - occorre che il PD sia molto più che un partito nuovo. Proporrà una forte ispirazione nazionale dei compiti dell’Italia. Incontrerà le vocazioni, i talenti, i problemi dei territori con un’organizzazione autonomistica e federale corrispondente alla nostra moderna visione delle istituzioni.
Il Partito Democratico deve produrre un sano shock politico e progettuale per il centro sinistra. La sua nascita deve accompagnarsi con il nuovo messaggio al Paese. Senza porre mano al programma generale di governo, che dovrà procedere con l’impegno di tutta la coalizione, indichiamo 7 programmi d’azione prioritari da mettere in campo per i prossimi 4 anni:
· L’ambiente, in primo luogo, terreno del nuovo umanesimo del XXI Secolo. No al localismo esasperato e alle ideologie della crescita zero; si a far respirare la natura e le città, migliorare la vita delle persone, dare all’Italia e all’Europa una leadership nella difesa del clima e della terra.
· Modernizzare l’Italia è non solo indispensabile ma può essere popolare. Tutela del paesaggio, buona progettazione, tecnologie moderne debbono sposare un programma, con tappe precise entro la fine della legislatura, di costruzione di infrastrutture per la mobilità bloccata, termovalorizzatori ed impianti energetici avanzati.
· Coesione sociale è futuro. Nell’oggi, tutelare il potere d’acquisto di stipendi e pensioni; migliorare i servizi per le persone. Per l’Italia di domani: i nostri figli sono un bene pubblico; è urgente uscire dall’inverno demografico. Il welfare sia amico delle famiglie con più occupazione femminile, più equità tra le generazioni, una vecchiaia più attiva e sostegni ai non autosufficienti.
· Etica pubblica della responsabilità. Oggi in Italia chi delinque è premiato. Le vittime non sono risarcite e di fatto vengono punite più degli autori dei delitti, che godono troppo spesso i benefici del crimine subendo sanzioni irrilevanti. Qui sta la radice dell’insicurezza: senza certezza dei diritti e delle pene non c’è Repubblica.
· Per le imprese, una burocrazia più snella, subito. Una regolazione liberale e liberalizzazioni in economia, con totale separazione tra politica e affari. Ma, molto di più: il messaggio che siamo dalla parte di chi crea ricchezza, di chi ama fare. Siamo dalla parte di chi innova, ricerca, rischia, crea l’eccellenza della qualità italiana.
· Potere alla creatività dei giovani, che hanno diritto a un ascensore sociale, che torni a far salire talenti, merito, lavoro. Grazie al sapere, alle tecnologie, alla garanzia di accesso alla rete. Con la cultura, espressione del patrimonio e dell’identità della patria e protagonista dello sviluppo del XXI secolo.
· L’Italia nel mondo sa da che parte stare: costruisce pace, diritto, diritti umani, sicurezza, contrastando il fondamentalismo terrorista con la forza necessaria. In Europa promuoverà politiche comuni – ambiente, energia, immigrazione, difesa – con i paesi che vogliono cooperare senza restare schiavi dell’unanimismo né dell’antieuropeismo. Sarà dinamica nella politica di solidarietà con l’Africa, in una visione di comune destino.
La maggioranza che ha vinto le elezioni deve governare i cambiamenti. Sappiamo che potrà essere confermata solo se soddisferà le attese degli elettori. Altrimenti, il Partito Democratico dovrà proporre una alleanza di centrosinistra di nuovo conio. Per non riconsegnare l’Italia alle destre, ma soprattutto per non essere imprigionato dal minoritarismo e dal conservatorismo di sinistra, né dalla paralisi delle decisioni. Noi firmatari sosteniamo Walter Veltroni che a queste ragioni si ispira e che può dare loro forza e consenso.
Scritto da Manuela Grasso
1 commento:
ho " scoperto" solo oggi, lavorando ad un testo sui rapporti tra università ed impresa, questo bel contributo e questo utilissimo spazio di documentazione e discussione, grazie
Donata
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