Oggi inizia la raccolta delle firme per il referendum sulla legge elettorale, che si protrarrà fino alla fine di luglio. L’iniziativa referendaria ha avuto origine per debellare il cosiddetto “porcellum”, secondo la definizione dei suoi stessi estensori, un provvedimento scellerato e rovinoso, che ha aggravato le condizioni del nostro sistema democratico, rendendo ancor più precaria la stabilità e l’efficienza delle istituzioni. L’affermazione di una logica proporzionale, con la scomparsa dell’indicazione della coalizione e del candidato premier dalle schede, con il superamento dei collegi uninominali, si è sommata all’esaltazione del centralismo e di ristrette oligarchie, impedendo agli elettori perfino di scegliere i propri eletti. Al cittadino è rimasta, in pratica, solo la possibilità di votare una lista, con un lungo elenco di nomi. Gli effetti di questa legge, che ha consentito di far entrare in Parlamento anche chi ha ricevuto meno dell’uno per cento dei consensi e di eleggere ben un terzo dei parlamentari solo grazie all’opzione di chi si è candidato in più circoscrizioni, sono sotto gli occhi di tutti. In questo modo, si è pericolosamente accelerata la crisi della democrazia italiana, si è prodotto un vero e proprio sbriciolamento della rappresentanza, allungando sempre più le distanze tra elettori ed eletti. In un paese che negli ultimi anni si è progressivamente allontanato dai centri avanzati dello sviluppo mondiale, questa scelta ha colpito profondamente anche la possibilità di un più rapido riallineamento economico. Il referendum, quindi, vuole restituire sovranità ai cittadini, sollevando una questione generale di credibilità e di riforma del sistema politico. I primi due quesiti referendari si concentrano sulla possibilità di assicurare un premio di maggioranza alla lista più votata, anziché alla coalizione, e sull’innalzamento della soglia di sbarramento, che verrebbe portata al 4% alla Camera e all’8% al Senato. Il terzo quesito referendario si pone l’obiettivo dell’abrogazione delle candidature multiple, contrastando le attuali forme di cooptazione dall’alto dei rappresentanti politici. Si tratta, naturalmente, delle modifiche realizzabili con lo strumento del referendum, non di una nuova legge. Tuttavia, va considerato che se non si fosse avviato concretamente il percorso referendario nei mesi scorsi, il tema della modifica delle norme elettorali difficilmente sarebbe entrato tra le priorità dell’azione legislativa. Infatti, dopo il lavoro istruttorio del ministro Chiti, le aule parlamentari si apprestano – proprio nei giorni di avvio della raccolta delle firme – ad un confronto di merito sulla possibilità di riscrivere le disposizioni di legge attuali. Se il Parlamento riuscisse ad approvare una buona normativa, entro il termine di un anno, il referendum non avrebbe ragione di svolgersi; ma l’esistenza delle firme avrebbe rappresentato una potente sollecitazione ad un’attività di riforma elettorale senza inganni. Nel caso contrario, il referendum sarebbe il mezzo concreto per ridare la parola agli elettori e non essere costretti a conservare la legge in vigore. Naturalmente, in ambedue i casi, tornerebbe il tema della libera scelta degli eletti da parte dei cittadini, magari attraverso la reintroduzione del sistema dei collegi, migliorato dalla normale adozione delle primarie per la scelta dei candidati. L’iniziativa referendaria non è contro i partiti, come strumento di regolazione della democrazia, ma può rappresentare, al tempo stesso, una scossa salutare per la riforma della politica e una spinta per la semplificazione del sistema dei partiti. A Napoli e in Campania, questa esigenza è profondamente avvertita, perciò è molto probabile che saranno in tanti, cittadini, associazioni, personalità e forze sociali, a fornire un sostanziale apporto al successo della raccolta delle firme. E a un disegno più complessivo di modernizzazione del paese.
Amedeo Lepore
Amedeo Lepore
1 commento:
Credo che tuti i cittadini onesti e buona volontà indipendentemente dal colore Politico si debbano dare una mossa recarsi al punto piu vicino o alle segreterie dei Comuni e firmare per il referendum.
Mai come in questo momento è importante far sentire la nostra Voce.
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