Gesco, agenzia di promozione e sviluppo sociale, ha indetto una grande mobilitazione per denunciare lo stato di precarietà in cui si trova ad operare il terzo settore a Napoli e in Campania, sia in riferimento alle politiche sociali che alla sanità. In particolare la protesta riguarda i ritardi nei tempi di pagamento da parte del Comune di Napoli e della Asl Napoli 1; la discontinuità e disomogeneità della programmazione pubblica; l’inadeguatezza delle condizioni economiche destinate ai servizi sociali e socio-sanitari.
Il terzo settore ricopre un ruolo rilevante nel welfare locale, nell’ambito dei servizi socio-sanitari ed educativi e nelle politiche di inclusione lavorativa delle persone svantaggiate, ma occorre rivedere le forme e le modalità con cui il welfare deve portare avanti le funzioni di tutela e promozione sociale, in una situazione dove sono cresciute le esigenze ma sono destinati a crescere fattori ed elementi di rischio e di incertezza.
I tagli della finanza locale stanno comportando già da qualche tempo la tendenza a scaricare sul sistema locale di protezione sociale la riduzione delle risorse, con la compressione dei costi e l’ulteriore allungamento dei tempi dei pagamenti.
Il risultato è stato quello di abbassare la qualità dei servizi per i cittadini, di peggiorare le condizioni professionali e retributive delle persone che vi lavorano, di riaprire - specie nel nostro territorio - una stagione di incertezza sia sul piano della programmazione dei servizi che sulle condizioni generali del settore.
La riduzione delle risorse ha già comportato la sospensione, da parte del Comune di Napoli, di alcuni servizi importanti di sostegno all’infanzia e alla genitorialità, e il rischio reale che nell’ambito della programmazione 2006/2007 possano essere tagliati altri servizi fondamentali. A questi, c’è da aggiungere un altro dato quanto mai preoccupante: il ritardo nei pagamenti per le prestazioni socio-assistenziali svolte dal terzo settore per conto del Comune di Napoli e della Asl Napoli 1 hanno superato i 12 mesi. Nel caso dell’Asl Napoli 1, poi, alla notevole crescita della domanda dei servizi e delle prestazioni socio-assistenziali, non è corrisposto alcun adeguamento nella programmazione, ferma ad oltre dieci anni fa, né si prevede, con essa, di adeguare i contenuti economici delle convenzioni.
Il mancato investimento nel privato sociale ha comportato una situazione paradossale: da un lato il terzo settore ha provveduto non solo a coprire vecchi bisogni ma anche a soddisfarne di nuovi nei settori delle dipendenze, della salute mentale e della riabilitazione, con notevoli benefici di risparmio economico per le Asl; dall’altro, il mancato sostegno allo sviluppo del terzo settore costringe le Asl o a dirottare una parte di questa domanda verso i privati convenzionati, con il risultato di raddoppiare mediamente la spesa dei trattamenti, o a lasciare migliaia di cittadini abbandonati a se stessi, privi di un’adeguata assistenza.
Il terzo settore non intende prestarsi ad un ruolo di mero fornitore di manodopera a basso costo, e non intende consentire una ridefinizione al ribasso del sistema di welfare, ma vuole invece rilanciare la sua disponibilità a mettere in campo tutte le energie, le risorse e le competenze che dispone per contribuire - come ha fatto sempre in forte relazione con le istituzioni - alla concreta soluzione di tanti problemi delle persone e delle famiglie, e ricercare strade innovative sul terreno del welfare e dell’azione di inclusione sociale e lavorativa.
È necessario che il sistema pubblico assicuri un quadro normativo adeguato, a partire dall’approvazione delle leggi regionali sulla cooperazione, sulla dignità sociale e sulla promozione sociale: leggi che devono garantire innanzitutto la dignità dei cittadini e la qualità dei servizi, le risorse economiche da impegnare e le competenze da attivare, come anche la dignità dei lavoratori e la qualità del lavoro.
In conclusione Gesco e la rete del terzo settore che aderisce alla mobilitazione chiedono di assumere come fondamentali e prioritari alcuni obiettivi:
• dare centralità politica, culturale, finanziaria e programmatica alle politiche sociali
• incrementare servizi e risorse economiche per il welfare locale
• assicurare certezza nei tempi e nelle modalità di pagamento
• aggiornare le condizioni economiche degli affidamenti
È per questi motivi che è stata organizzata per venerdì 13 aprile 2007 a Napoli una prima, grande manifestazione di piazza, alla quale invitiamo tutte le organizzazioni sociali della regione ad aderire e a partecipare.
Per informazioni e adesioni: Pina Vanacore 081 7877516 interno 206
info@gescosociale.it
Il terzo settore ricopre un ruolo rilevante nel welfare locale, nell’ambito dei servizi socio-sanitari ed educativi e nelle politiche di inclusione lavorativa delle persone svantaggiate, ma occorre rivedere le forme e le modalità con cui il welfare deve portare avanti le funzioni di tutela e promozione sociale, in una situazione dove sono cresciute le esigenze ma sono destinati a crescere fattori ed elementi di rischio e di incertezza.
I tagli della finanza locale stanno comportando già da qualche tempo la tendenza a scaricare sul sistema locale di protezione sociale la riduzione delle risorse, con la compressione dei costi e l’ulteriore allungamento dei tempi dei pagamenti.
Il risultato è stato quello di abbassare la qualità dei servizi per i cittadini, di peggiorare le condizioni professionali e retributive delle persone che vi lavorano, di riaprire - specie nel nostro territorio - una stagione di incertezza sia sul piano della programmazione dei servizi che sulle condizioni generali del settore.
La riduzione delle risorse ha già comportato la sospensione, da parte del Comune di Napoli, di alcuni servizi importanti di sostegno all’infanzia e alla genitorialità, e il rischio reale che nell’ambito della programmazione 2006/2007 possano essere tagliati altri servizi fondamentali. A questi, c’è da aggiungere un altro dato quanto mai preoccupante: il ritardo nei pagamenti per le prestazioni socio-assistenziali svolte dal terzo settore per conto del Comune di Napoli e della Asl Napoli 1 hanno superato i 12 mesi. Nel caso dell’Asl Napoli 1, poi, alla notevole crescita della domanda dei servizi e delle prestazioni socio-assistenziali, non è corrisposto alcun adeguamento nella programmazione, ferma ad oltre dieci anni fa, né si prevede, con essa, di adeguare i contenuti economici delle convenzioni.
Il mancato investimento nel privato sociale ha comportato una situazione paradossale: da un lato il terzo settore ha provveduto non solo a coprire vecchi bisogni ma anche a soddisfarne di nuovi nei settori delle dipendenze, della salute mentale e della riabilitazione, con notevoli benefici di risparmio economico per le Asl; dall’altro, il mancato sostegno allo sviluppo del terzo settore costringe le Asl o a dirottare una parte di questa domanda verso i privati convenzionati, con il risultato di raddoppiare mediamente la spesa dei trattamenti, o a lasciare migliaia di cittadini abbandonati a se stessi, privi di un’adeguata assistenza.
Il terzo settore non intende prestarsi ad un ruolo di mero fornitore di manodopera a basso costo, e non intende consentire una ridefinizione al ribasso del sistema di welfare, ma vuole invece rilanciare la sua disponibilità a mettere in campo tutte le energie, le risorse e le competenze che dispone per contribuire - come ha fatto sempre in forte relazione con le istituzioni - alla concreta soluzione di tanti problemi delle persone e delle famiglie, e ricercare strade innovative sul terreno del welfare e dell’azione di inclusione sociale e lavorativa.
È necessario che il sistema pubblico assicuri un quadro normativo adeguato, a partire dall’approvazione delle leggi regionali sulla cooperazione, sulla dignità sociale e sulla promozione sociale: leggi che devono garantire innanzitutto la dignità dei cittadini e la qualità dei servizi, le risorse economiche da impegnare e le competenze da attivare, come anche la dignità dei lavoratori e la qualità del lavoro.
In conclusione Gesco e la rete del terzo settore che aderisce alla mobilitazione chiedono di assumere come fondamentali e prioritari alcuni obiettivi:
• dare centralità politica, culturale, finanziaria e programmatica alle politiche sociali
• incrementare servizi e risorse economiche per il welfare locale
• assicurare certezza nei tempi e nelle modalità di pagamento
• aggiornare le condizioni economiche degli affidamenti
È per questi motivi che è stata organizzata per venerdì 13 aprile 2007 a Napoli una prima, grande manifestazione di piazza, alla quale invitiamo tutte le organizzazioni sociali della regione ad aderire e a partecipare.
Per informazioni e adesioni: Pina Vanacore 081 7877516 interno 206
info@gescosociale.it
1 commento:
Con questo blog il sociale è alla portata del giorno!!!!Un abbraccio Vincenzo Castaldo
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