Ci vogliono alcuni punti fermi nella vita di ogni artista. Una sorta di «porto sicuro» nel quale trovare riparo. Un modo per difendersi dal caos di una contemporaneità troppo chiassosa. I pochi punti fermi, per Pino Daniele, sono il suo nome e il suo luogo di appartenenza. Ed è per questo che il nuovo album, in uscita venerdì, si intitola semplicemente Il mio nome è Pino Daniele e vivo qui. Una dichiarazione d’intenti che trova conferma nelle dieci canzoni di cui si compone il cd. Proprio come recita Back home (il primo singolo in radio dal 26 gennaio), si tratta di un ritorno alle radici. «E le mie radici sono il blues anni Settanta e la canzone napoletana - spiega l’artista -; insomma, ricomincio da due, per citare il mio amico Massimo (Troisi, ndr)». Prodotto e arrangiato dallo stesso cantautore, l’album si compone di brani inediti in una insolita miscellanea di stili e ritmi. Tra gli ospiti eccellenti figurano Giorgia, che duetta con Pino in due brani (Il giorno e la notte e Vento di passione), Tony Esposito, il Peter Erskine Trio e il brasiliano Afredo Paiaxo (che insieme a Daniele firma Mardi gras).
Dopo i risultati ottenuti con Iguana café del 2005, prosegue quindi la collaborazione con Erskine (ex Weather Report). Un sodalizio che in questo disco sperimenta la via dell’elettronica. «Non si tratta di adeguarsi ai tempi. Dopo trent’anni sarei ridicolo a cercare di cavalcare le mode. Al contrario mi sento così sicuro di me che mi dedico alle sperimentazioni. In verità non c’è nulla di nuovo. Nasco con la canzone napoletana ma già nel mio primo album Terra mia sfruttavo contaminazioni tra melodia e blues».
Per promuovere il nuovo lavoro Daniele si affida soprattutto al vecchio mezzo dei concerti. «Suonare è l’unica cosa che mi interessi e intorno a me vedo sempre meno gente sentire questa necessità». Un bisogno di cui c’è traccia anche nell’album visto che alcuni brani sono stati registrati in presa diretta.
di Pier Francesco Borgia
Dopo i risultati ottenuti con Iguana café del 2005, prosegue quindi la collaborazione con Erskine (ex Weather Report). Un sodalizio che in questo disco sperimenta la via dell’elettronica. «Non si tratta di adeguarsi ai tempi. Dopo trent’anni sarei ridicolo a cercare di cavalcare le mode. Al contrario mi sento così sicuro di me che mi dedico alle sperimentazioni. In verità non c’è nulla di nuovo. Nasco con la canzone napoletana ma già nel mio primo album Terra mia sfruttavo contaminazioni tra melodia e blues».
Per promuovere il nuovo lavoro Daniele si affida soprattutto al vecchio mezzo dei concerti. «Suonare è l’unica cosa che mi interessi e intorno a me vedo sempre meno gente sentire questa necessità». Un bisogno di cui c’è traccia anche nell’album visto che alcuni brani sono stati registrati in presa diretta.
di Pier Francesco Borgia
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