domenica, febbraio 11, 2007

Ma i teodem smorzano la critica: è il male minore

Bobba: "E' un punto di partenza. Ora si realizzi il programma dell'Unione a favore delle famiglie"

I teodem della Margherita non si sentono in ginocchio dopo quella che è parsa una sconfitta sui Dico. Anzi, «raddoppiano»: lanciano l'iniziativa di un'associazione di circoli per marcare ancora di più la loro «ispirazione cristiana» in politica. Ma il loro giudizio sul provvedimento non coincide con quello preoccupato del Papa e dell'Osservatorio Romano per il quale
La pattuglia di teodem della Margherita, con i loro tre voti a Senato, potrebbero fare la differenza. Tuttavia si rendono conto che i rapporti di forza dentro il centrosinistra non consentono loro di tirare la corda. «E' il miglior risultato possibile - ammette Paola Binetti - in questo momento storico e con questa maggioranza così variegata. Bisogna prendere atto della realtà democratica». In fin dei conti, aggiunge Luigi Bobba, «Non si lede la Costituzione»: «Ora però si deve pensare alla famiglia. Le unioni civili non sono in cima ai pensieri degli italiani, non ci sono folle di conviventi che assediano il Parlamento. La Margherita chiederà che i 3,4 miliardi di maggiori entrate fiscali vengano destinati alle famiglie». Per Emanuela Baio «è un apprezzabile sforzo di conciliare le diverse sensibilità della coalizione: diamo pienamente atto al lavoro faticoso e paziente svolto dalla ministra Bindi».
La verità, spiegano nella Margherita, è che i teodem sono stati ammansiti da Rutelli: in cambio hanno mano libera di farsi i loro circoli. Per il momento frenano perchè non voglio rimanere chiusi nel fortino e radicalizzare lo scontro con l'ala più laica e radicale della sinistra che già affila le armi per «migliorare» i Dico (Rifondazione, Pdci, Verdi e Rosa nel pugno sono pronti a presentare emendamenti). Il rischio che vedono i parlamentari della Margherita legati alla Cei è di perdere un'altra battaglia. Esattamente come sta facendo Rutelli quando dice che il testo non può essere stravolto. «Deve essere chiaro a tutti - avverte Carra - che il nostro voto ci sarà se non ci saranno trappole in Parlamento. Noi siamo leali, non siamo dei terroristi parlamentari, ma se ci saranno agguati, risponderemo colpo su colpo».
Messi all'angolo dagli ex Popolari della Margherita e in difficoltà di fronte alla linea dura della Cei contro i Dico, i teodem ieri mattina hanno valutato perfino l'ipotesi di sciogliersi e proseguire la loro «crociata» come singoli parlamentari. E invece alla fine hanno deciso di rilanciare la loro presenza dentro il partito e sulla scena politica. Nei prossimi giorni, appunto, costituiranno un'associazione con l'obiettivo di costituire circoli in giro per l'Italia. Negano che si tratti di una nuova corrente della Margherita e che questa iniziativa sia legata alle dinamiche congressuali, ma c'è chi guarda con sospetto alla nascita di questi circoli: sono sempre gli ex Popolari di Franceschini e Castagnetti. In questi ambienti si pensa che la scelta dei teodem sia una mossa teleguidata da Rutelli, e che serva a sostenerlo nella battaglia del congresso. Macchè, rispondono loro, «vogliamo un'associazione di persone che, nel percorso di costruzione del Partito Democratico, non voglio tradire l'ispirazione cristiana».
Comunque sia, quando il provvedimento sulle coppie di fatto arriverà al Senato, l'Unione dovrà preoccuparsi di far passare il testo uscito l'altro giorno dal Consiglio dei ministri. Con tutta l'opposizione che già dichiara di essere contro, i «miglioramenti» in senso laico rischiano di combinare la frittata. Andreotti, che al Senato voterà contro, dà un suggerimento a Prodi: «Se posso dare un consiglio alla maggioranza, direi che questo è il classico argomento da accantonare, mettere in frigorifero e tenercelo fino a tempi migliori». Un altro senatore cattolico, Marco Follini, invece sostiene che sui Dico è giusto aprire il confronto in Parlamento: «Non deve essere nè uno scontro di civiltà nè una sfida all'O.K. Corral». Mentre nell'Unione si scaldano gli animi Mastella, che chiederà ai suoi tre senatori di non votare il ddl, se la prende con il leader dei Ds: «È singolare che Fassino dica che bisogna ricercare consensi nell'opposizione. Ma perché non è un'eresia se questo è detto da Fassino, lo è invece se detta da noi?».
da La Stampa Amedeo La Mattina

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