lunedì, febbraio 26, 2007

Facciamo giustizia sulle tasse nascoste. Proposte per ripartire dalla famiglia.

Le tariffe di gas e luce sono tarate su consumi individuali penalizzando chi ha figli. Si intitolerà Norme per la promozione di un welfare generazionale e famigliare e sarà un progetto di legge «volto a rimuovere situazioni di mancanza di equità, a promuovere e investire sul futuro dell'Italia, cioè sulle famiglie con figli». Spiega a Vita il senatore Luigi Bobba, responsabile nazionale Dipartimento Welfare della Margherita, anticipandone gli indirizzi: «Abbiamo un duplice obiettivo. Sostenere, come in moltissimi altri Paesi, l'incremento del tasso di natalità e rendere conciliabili lavoro e vita in modo che le pari opportunità siano il veicolo della crescita dell'occupazione delle donne. I due tassi camminano insieme: se cresce l'occupazione, sale la natalità. Va resa effettiva la tutela e la promozione della famiglia di cui parlano gli articoli 29, 30 e soprattutto 31 della Costituzione».
A questo scopo la Margherita ha individuato cinque capitoli su cui lavorare: previdenza, fisco, servizi, assegni e tariffe. E un metodo, quello della trasparenza, in particolare contro le cosiddette tasse nascoste. Un rapido esempio: le tariffe di servizi come gas e luce sono per lo più tarate su un consumo individuale. È una scelta ragionevole ed equa nei confronti di chi ha figli e si ritrova un costo pro capite maggiore di quello di chi vive solo o in coppia?
Soglia di povertà relativa
Evidentemente è una situazione che va riequilibrata.
Come pure andrebbe ridefinito il sostegno pubblico per i figli a carico. Un parametro c'è. E si chiama soglia di povertà relativa, cioè 420 euro al mese: «Vorremmo che l'impegno pubblico si avvicinasse a questa soglia», spiega Bobba. «Chiediamo che lo Stato riconosca almeno il costo minimo per un figlio attraverso il sistema fiscale. Contemporaneamente pensiamo sia necessaria la rimodulazione del sistema delle deduzioni/detrazioni per i servizi che la famiglia acquista per i minori e per gli anziani non autosufficienti».
Sempre in tema di equità la Margherita punta a riformare i parametri della cosiddetta “situazione economica equivalente”. Oggi l'accesso ai servizi è valutato in misura inversamente proporzionale al numero: fino a due figli c'è un parametro, ma diminuisce per i successivi. Ora non sembra molto probabile che una famiglia più numerosa abbia costi minori di una famiglia con meno figli. In questo ambito, non ci sono economie di scala… Come accade in Francia, se aumentano i componenti deve crescere anche il quoziente.
Un anno di contributi
Altro aspetto rilevante, la previdenza. Il progetto di legge dovrebbe contenere il riconoscimento per le donne di una contribuzione figurativa per il lavoro di cura. Si tratterebbe cioè di una norma di discriminazione positiva per le donne alle quali andrebbero un anno di contributi per ciascun figlio. Avviene così in Gran Bretagna, in Germania.
L'ultimo capitolo, in via di elaborazione da parte del Dipartimento, riguarda un sistema di incentivi a favore della flessibilità e del part time in modo da conciliare lavoro e famiglia.
Quanto all'entità economica delle misure che la Margherita intende proporre, Bobba è chiaro: «Dovrebbe avere un peso analogo a quello del cuneo fiscale. Lì si partiva da un sistema economico e d'impresa con elettrocardiogramma piatto. Vista la possibilità di una ripresa, abbiamo scelto di pompare risorse in quella direzione. Adesso però occorre occuparsi della famiglia che, come ha per l'appunto scritto il direttore di Vita, “ha tirato i remi in barca”. Occorre un'iniezione di fiducia; si deve cambiare registro».

2 commenti:

Anonimo ha detto...

La ringrazio per Blog intiresny

Anonimo ha detto...

Si, probabilmente lo e