martedì, gennaio 02, 2007

Pena di morte: l'Italia all'Onu per l'abolizione


L'esecuzione dell'ex dittatore Saddam Hussein ha lasciato il segno.
La pena di morte entra di prepotenza nelle stanze della discussione politica e l'Italia si mette in prima linea contro le condanne capitali.
Infatti sarà proprio Romano Prodi a chiedere ufficialmente all'Onu l'abolizione della pena di morte. A rendere nota l'iniziativa del Governo italiano è un comunicato che arriva da Roma: «Il Presidente del Consiglio e il Governo si impegnano ad avviare le procedute formali, coinvolgendo in primis i Paesi già sottoscrittori della dichiarazione di dicembre, perché l'Assemblea Generale delle Nazioni Unite metta all'ordine del giorno la questione della moratoria universale sulla pena di morte» - si legge sul documento.
Intanto lo sciopero della fame, iniziato per sensibilizzare l'opinione pubblica sulla questione, di Marco Pannella è arrivato al settimo giorno. I medici sono preoccupati per il suo stato di salute.
Il rappresentante dei Radicali ha spiegato che: «L'impegno formale e concreto che il Governo italiano può prendere è la presentazione della risoluzione per la moratoria universale delle esecuzioni capitali all'Assemblea Generale dell'ONU in corso o in una sua sessione straordinaria da convocarsi in base agli articoli 8 e 9 delle regole di procedura dell'Assemblea stessa. A questo proposito, l'atto politicamente decisivo è l'avvio, in queste ore, da parte del Governo italiano della raccolta firme di cosponsor alla risoluzione stessa».
L'uso della pena di morte nel mondo è contemplata in 74 nazioni, quelli che non applicano condanne da più di 10 anni sono invece 28 (come si può vedere nella foto).
Una curiosità: anche Città del Vaticano era tra i paesi che applicavano la pena capitale. Questo fino al 1969, quando Papa Paolo VI l'abolì. L'ultima esecuzione nello Stato pontificio ha data 9 luglio 1870. Mentre in Italia venne abolita nel 1948, per quanto riguarda in tempo di pace.
Uscì di scena definitivamente per tutti i crimini nel 1994. L'ultima esecuzione tra i nostri confini risale al 4 marzo 1947, alle ore 7.41. Tre assassini, Franco La Barbera, Giovanni Puleo e Giovanni D'Ignoti, accusati di essere gli autori della strage di Villarbasse, alle porte di Torino, vennero fucilati a Basse di Stura, sempre nel torinese, da un plotone d'esecuzione formato da 36 agenti, metà dei quali, secondo il regolamento, avevano il fucile caricato a salve.
Ma torniamo all'impiccagione del Rais. Ormai in rete è incominciata la caccia al video integrale degli ultimi momenti del dittatore irakeno. I siti delle maggiori testate giornalistiche mostrano il filmato, girato da chi era presente grazie ad un telefonino. Però si sta creando, come spesso accade davanti ai fatti clamorosi della storia, un partito di chi non crede che Saddam sia stato veramente giustiziato. Qualcuno parla di filmato poco chiaro, altri di sosia. Dubbi che non hanno un riscontro nella realtà.
Nel video si possono vedere i secondini con il volto coperto dai passamontagna urlare in faccia al condannato il nome del loro leader sciita Moqtada Al Sadr (nemico di Hussein - nda) e invitano l'ex Rais ad "andare al diavolo".
L'ultime parole di Saddam, che non ha voluto indossare il cappuccio, sono proprio rivolte ai boia e ai presenti: «E' questo il vostro coraggio?»
Andrea Doi (link al'articolo sul titolo)

1 commento:

Anonimo ha detto...

non è comunque giusto che lo abbiano ucciso perchè non hanno ottenuto niente

Valentina