Alla vigilia della manifestazione di sabato a Milano per la pace e la giustizia in Medio Oriente, che vedrà impegnate le Acli insieme alle organizzazioni aderenti alla Tavola della Pace, le Associazioni cristiane dei lavoratori italiani esprimono il loro pieno sostegno all'iniziativa annunciata questa mattina dal presidente del Consiglio Romano Prodi per un'azione di pacificazione in Medio Oriente, in comune con i governi di Francia e Spagna, che prenda spunto dalla presenza italiana in Libano. «E' un segnale importante che in molti aspettavamo - afferma il presidente nazionale delle Acli Andrea Olivero -. Una delle richieste avanzate con forza nel documento preparatorio alla manifestazione di sabato a Milano. Ora aspettiamo di capire come si definirà concretamente quest'iniziativa, ma intanto possiamo dire che finalmente ci si muove nella direzione giusta, prendendo a modello la soluzione politica adottata per il conflitto in Libano tra Israele ed Hezbollah».Già ad agosto, in effetti, commentando favorevolmente l'impegno del Governo e la missione italiana in Libano, le Acli avevano proposto di esportare quel modello di missione nelle aree più calde dell'intera regione, ivi compresi i territori palestinesi, chiedendo però anche di affiancare ai militari del personale civile esperto del peacekiping e nella tutela dei diritti umani. «Il profilo civile della missione Onu in Libano è ancora tutto da costruire - ammette Olivero - ma questa può essere l'occasione per farlo, approfittando di questa iniziativa annunciata dai governi di Francia, Spagna e Italia, e raccogliendo la spinta e le indicazioni che proverranno dalla manifestazione nazionale di sabato».«Ci aspettiamo che Prodi voglia lavorare in questo senso - aggiunge - raccogliendo il contributo di esperienza e di conoscenza delle associazioni e delle organizzazioni non governative. Ma ci aspettiamo anche che per questa iniziativa congiunta per la pace in Medio Oriente non si ricreino le solite contrapposizioni politiche tra maggioranza e opposizione. I partiti sappiano mettere da parte le polemiche legittime sulla politica interna, e trovino un terreno comune di collaborazione per dare concretezza all'impegno annunciato dai governi di Francia, Spagna e Italia».
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