Il flusso di persone verso città e comuni aumenta costantemente, e l’urbanizzazione diventa perciò una delle forze più potenti e irreversibili del mondo. Lo afferma Anna k. Tibaijuka, sottosegretario Generale delle Nazioni Unite, e responsabile del programma “UnHabitat”, presente, ieri, a Castel dell’Ovo, per il “World Habitat Day”, la giornata mondiale promossa dall’Agenzia per gli insediamenti umani dell’Onu. Che, quest’anno, ha scelto Napoli per ospitare la manifestazione sorta nel 1986 con l’obiettivo di una riflessione comune sullo stato dei centri urbani, alla luce della rapida e irreversibile urbanizzazione del pianeta. Per un giorno il capoluogo partenopeo è dunque al centro della cooperazione internazionale nel campo della coabitazione.
Rappresentanti istituzionali dei Paesi stranieri e delle massime organizzazioni mondiali si sono confrontati su aspetti che vanno dalla migrazione e dalla responsabilità collettiva per il futuro degli insediamenti umani, allo sviluppo economico e sociale delle città, inteso come miglioramento della qualità della vita e capacità di aggregare le comunità attorno a progetti sostenibili. “Le Città, magneti di speranza”, il tema scelto per la giornata, in cui si è messo a fuoco il costante aumento del flusso migratorio verso le città grandi e piccole (nel 1950 in esse viveva solo un terzo della popolazione mondiale, nel 2000 la metà, e nel 2050 si arriverà a 6 miliardi di persone) ma anche l’importanza della cooperazione internazionale che vede Napoli impegnata su più fronti. Nel corso dell’appuntamento, poi, i confronti con diversi sistemi di realtà urbane internazionali. Da quello della gestione dei rifiuti ad Alessandria d'Egitto (esempio di innovazione e sostenibilità), e della partecipazione democratica nelle politiche di sviluppo urbano in Brasile, ai modelli di abitazione sostenibili realizzati in Sudafrica e alle innovazioni tecnologiche costruttive del Pakistani.
Al centro dell’incontro, poi, l'esperienza del progetto ”Sirena”, in cui attraverso una società pubblico-privata - tra Comune, Regione, Camera di commercio e associazione dei costruttori - si punta alla valorizzazione degli immobili del centro storico cittadino, alla realizzazione di piani di recupero urbano e ad interventi per la riconversione dei “bassi” della zona dei Quartieri Spagnoli. “E’ significativo che per il World Habitat Day - è il commento del sindaco Rosa Russo Iervolino - l'Onu abbia scelto Napoli. Una città che ha in sé tante contraddizioni, povertà e ricchezza, degrado e benessere, ma che ha fatto sforzi notevoli per migliorare la sua qualità abitativa”. “Penso al progetto Sirena - continua il primo cittadino - che rappresenta oggi un modello esportato con successo all'estero, come, ad
esempio, ultimamente in Cina per il restauro del quartiere italiano di Tjianijn”. Un censimento sugli stranieri a Napoli, divisi per attività imprenditoriali e lavorative, è stato presentato da Luigi Fusco Girard, docente dell'Università degli studi di Napoli Federico II. Lo studio di Girard si concentra sull’ attività di vendita ambulante e di collaborazione domestica svolta prevalentemente in città da immigrati.
da Il Denaro
Rappresentanti istituzionali dei Paesi stranieri e delle massime organizzazioni mondiali si sono confrontati su aspetti che vanno dalla migrazione e dalla responsabilità collettiva per il futuro degli insediamenti umani, allo sviluppo economico e sociale delle città, inteso come miglioramento della qualità della vita e capacità di aggregare le comunità attorno a progetti sostenibili. “Le Città, magneti di speranza”, il tema scelto per la giornata, in cui si è messo a fuoco il costante aumento del flusso migratorio verso le città grandi e piccole (nel 1950 in esse viveva solo un terzo della popolazione mondiale, nel 2000 la metà, e nel 2050 si arriverà a 6 miliardi di persone) ma anche l’importanza della cooperazione internazionale che vede Napoli impegnata su più fronti. Nel corso dell’appuntamento, poi, i confronti con diversi sistemi di realtà urbane internazionali. Da quello della gestione dei rifiuti ad Alessandria d'Egitto (esempio di innovazione e sostenibilità), e della partecipazione democratica nelle politiche di sviluppo urbano in Brasile, ai modelli di abitazione sostenibili realizzati in Sudafrica e alle innovazioni tecnologiche costruttive del Pakistani.
Al centro dell’incontro, poi, l'esperienza del progetto ”Sirena”, in cui attraverso una società pubblico-privata - tra Comune, Regione, Camera di commercio e associazione dei costruttori - si punta alla valorizzazione degli immobili del centro storico cittadino, alla realizzazione di piani di recupero urbano e ad interventi per la riconversione dei “bassi” della zona dei Quartieri Spagnoli. “E’ significativo che per il World Habitat Day - è il commento del sindaco Rosa Russo Iervolino - l'Onu abbia scelto Napoli. Una città che ha in sé tante contraddizioni, povertà e ricchezza, degrado e benessere, ma che ha fatto sforzi notevoli per migliorare la sua qualità abitativa”. “Penso al progetto Sirena - continua il primo cittadino - che rappresenta oggi un modello esportato con successo all'estero, come, ad
esempio, ultimamente in Cina per il restauro del quartiere italiano di Tjianijn”. Un censimento sugli stranieri a Napoli, divisi per attività imprenditoriali e lavorative, è stato presentato da Luigi Fusco Girard, docente dell'Università degli studi di Napoli Federico II. Lo studio di Girard si concentra sull’ attività di vendita ambulante e di collaborazione domestica svolta prevalentemente in città da immigrati.
da Il Denaro
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