Dal rapporto Svimez sul turismo al sud:
Scarsa capacità di attrarre turisti dall’estero, eccessiva stagionalità, carenze nella rete dei trasporti e mancanza di grandi catene alberghiere. Sono i punti deboli dell’industria turistica del Mezzogiorno, un settore con grandi potenzialità ma frenato dalle note carenze strutturali.
Le cifre parlano chiaro: oggi, su cento stranieri che visitano l’Italia solo tredici scelgono le spiagge e le città d’arte del sud. Se poi si allarga lo sguardo, si scopre che dei centoquindici milioni di turisti che nel 2003 hanno visitato il Mediterraneo, solo il 5, 4 per cento ha optato per il Mezzogiorno.
A conti fatti, insomma, il Sud piace soprattutto ai meridionali. Un limite, accompagnato però da dati incoraggianti. Negli ultimi quaranta anni i turisti in vacanza nel meridione sono passati dal 14 a oltre il 20 per cento sul totale nazionale. E non solo: le prime regioni italiane per flussi di visitatori sono proprio Campania e Sicilia con 20 e tredici milioni di presenze.
Rispetto ai problemi del settore turistico del Mezzogiorno evidenziati dallo Svimez il Centro Turistico ACLI avanza due proposte che saranno poste all’attenzione del vicepremier Francesco Rutelli e alle Regioni meridionali in occasione della Conferenza Nazionale sul Turismo.
“In particolare- afferma Pino Vitale segretario nazionale del CTA – noi puntiamo l’attenzione sul tema delle detrazioni e degli incentivi al settore turistico meridionale. La nostra idea è quella di consentire la detrazione fiscale della “spesa vacanza” per le famiglie che intendono praticarla nelle regioni dell’obbiettivo 1 in strutture che rispettino caratteristiche di sostenibilità ambientale. Non una rottamazione del turismo ma un vero e proprio incentivo da sperimentare su base biennale per favorire nuovi servizi ed investimenti.” Questa proposta dovrebbe incrementare i flussi turistici che attualmente nel sud sono quasi esclusivamente locali.
Per riuscire nell’impresa servono comunque infrastrutture. “ Noi riteniamo- afferma Pino Vitale- che vada immediatamente reso operativo lo scalo aeroportuale di Pontecagnano (SA) che da subito potrebbe far decollare l’area cilentana e sud tirrenica oggi poco fruibile dai flussi internazionali. Un rapido avvio che potrebbe attuarsi in fase iniziale con compagnie low cost e con vere e proprie navette dai grandi aeroporti nazionali.
L’aereoporto è già pronto si tratta di aprirlo al mercato con una strategia legata al rilancio del turismo meridionale – conclude Pino Vitale che sottolinea che- incentivi e strutture possono fare la differenza insieme all’attivazione di una presenza organizzata del turismo sociale che già oggi muove forti fette di mercato e che non può più essere considerata residuale.”
2 commenti:
quello che stavo cercando, grazie
Perche non:)
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