da Il Mattino.
DANIELA DE CRESCENZO Sono gli aspiranti docenti di aeronautica, disegno tecnico, grafica, tecnologie tessili, pianoforte e violoncello i senza speranza, quelli che non avranno nemmeno una cattedra nelle immissioni in ruolo di quest’anno. Ma le possibilità di conquistare un posto fisso restano scarse, scarsissime, anche per tutti gli altri soldati di quell’esercito dei precari che permette alla scuola di andare avanti. Il ministero dell’Istruzione, infatti, resta la maggiore fabbrica di precariato del Paese. E non è arrivato quel segnale di inversione di rotta che i sindacati avevano chiesto al neoministro Giuseppe Fioroni: forse anche a causa degli ostacoli economici i posti da occupare sono rimasti quelli previsti dalla Moratti. In tutto tra Napoli e provincia saranno dunque 1152 le immissioni in ruolo. Ma molte, molte di più le supplenze annuali. Spiega il direttore scolastico regionale Alberto Bottino: «Lo scorso anno abbiamo dato circa 11mila incarichi tra classi curricolari e sostegno, 17mila con il personale Ata». Per ogni contratto a tempo indeterminato ce ne saranno dieci precari. Non basta: non sarà sostituita neanche la metà dei dipendenti che andranno in pensione, duemilacinquecento. «Le previsioni della vigilia sono state confermate - spiega Bottino - C’è il viatico. Ora bisogna fare ulteriori verifiche per sondare le possibilità future». Molto più critici, ovviamente, i sindacati: «La montagna partorì il topolino» è il commento del coordinatore provinciale della Gilda degli insegnanti, Libero Tassella. «Queste immissioni in ruolo, fatte con il contagocce, sono assolutamente insufficienti in quanto coprono a malapena un terzo dei posti vacanti e disponibili in organico di diritto a Napoli. Siamo ben lontani da quanto promesso in campagna elettorale». Le assunzioni saranno effettuate al 50 per cento dalla graduatoria dell’ultimo concorso e al 50 per cento dalle graduatorie permanenti. «La cosa paradossale - conclude Tassella - è che nelle permanenti ci sono anche insegnanti di ruolo, Così potrebbero essere immessi in servizio docenti che già hanno un contratto a tempo indeterminato, come è accaduto a Napoli per storia e filosofia lo scorso anno. Di questo passo il precariato non avrà mai fine e rimarrà una vergogna nazionale». Più cauto il segretario della Cisl scuola, di Napoli, Luigi Bifulco: «Le immissioni vanno valutate positivamente perché danno parziali risposte al precariato. Il problema, però, è di altra natura. Pur comprendendo che il governo è stretto nella morsa della Finanziaria, dobbiamo evidenziare che a Napoli e provincia, dove c’è un vero e proprio esercito di precari, con oltre 20mila persone in attesa da tempo immemorabile, si poteva e si doveva fare di più». E il segretario napoletano della Cgil scuola, Franco Buccino, sostiene: «I posti da assegnare sono veramente pochi, non copriamo nemmeno i buchi lasciati da chi va in pensione. Sono state deluse anche le aspettativi anche per quei professori le cui classi di concorso si erano esaurite». I sindacati incontreranno Bottino tra la fine di questa settimana e l’inizio della prossima per stabilire il calendario delle immissioni in ruolo e poi delle assegnazioni, ma è prevedibile che le prime arrivino intorno al 20 luglio. Per le seconde si comincerà a fine luglio e dopo il break di ferragosto si completeranno le operazioni entro la fine del mese.
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La ringrazio per Blog intiresny
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