Da IL MATTINO - DANILO CIRILLO
Sul reddito di cittadinanza incassato in banca con mandato e documenti falsi, mentre le persone che avevano diritto al sussidio di povertà sono rimaste senza contributo mensile, parte anche un’indagine della Guardia di Finanza: le denunce delle vittime, raccolte dai commissariati dei quartieri occidentali (il problema sembra essere concentrato tra Soccavo, Pianura, Bagnoli e Fuorigrotta), sono state trasmesse alla Questura che a sua volta le ha «girate», per competenza, alle Fiamme Gialle. Una traccia importante è già a disposizione degli investigatori: le fotocopie delle carte d’identità e dei tesserini plastificati con il codice fiscale trattenute dall’istituto di credito dopo aver corrisposto la somma ai veri o presunti beneficiari. Il caso è scoppiato qualche giorno fa, quando il Comune ha messo in pagamento presso le agenzie del San Paolo-Banco di Napoli la seconda rata della misura di sostegno. Per procedere all’incasso, gli aventi diritto devono presentarsi allo sportello ed esibire la cartolina-invito ricevuta a casa. Non tutti, però, l’hanno ricevuta. Ed è proprio su questo punto che sembrano indirizzarsi le attenzioni degli inquirenti: è più logico pensare che gli avvisi siano stati «clonati» o che qualcuno sia riuscito a intercettare i documenti mentre viaggiavano nei sacchi della corrispondenza ordinaria? «Non sono pervenute segnalazioni da parte dei clienti, né si sono registrate negli ultimi tempi rapine a furgoni o portalettere - precisa Poste Italiane - purtroppo la corrispondenza in oggetto è ordinaria e non tracciata. Abbiamo disposto un monitoraggio per verificare eventuali anomalie nella distribuzione». La posta ordinaria, il cui costo è di 45 centesimi, rimane nella buca delle lettere mentre quella raccomandata, che costa invece 2,80 euro, va diritta nelle mani dei destinatari. Metodo più oneroso, commenta qualcuno, ma più sicuro. Agli sportelli del San Paolo, l’istituto incaricato dei pagamenti, c’è aria di tensione. Già da qualche giorno, alla luce di questi raggiri, dai vertici sono arrivate nuove direttive: non ultima, l'obbligo di richiedere l’esibizione di due documenti d'identità. Altre soluzioni sono ancora allo studio per rendere quasi impossibile la truffa, come pure per evitare che qualcuno approfitti della confusione per intascare due volte la cifra dovuta. Ancora incerto il numero degli episodi denunciati. Trenta secondo il Comune, più di cento secondo il San Paolo, molte centinaia a sentire alcuni funzionari dello stesso istituto. Fatto sta che chi ha subito la truffa e contava su quei 350 euro, almeno per il momento, deve arrangiarsi. «Il Comune in questa vicenda è parte lesa - fa sapere Raffaele Tecce, assessore ai servizi sociali - stiamo lavorando d'intesa con la Tesoreria e col Banco di Napoli per rendere più facile e sicuro agli utenti il ritiro delle proprie spettanze, ma anche un metodo più semplice per il Banco affinché venga accertata l'identità dei reali beneficiari».
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