domenica, dicembre 04, 2005

LAVORO: ACLI, AL SUD FONDO INVESTIMENTI PER FORMAZIONE GIOVANI

(ASCA) - Reggio Calabria, 3 dic - Per impedire la preoccupante fuga di giovani dal Mezzogiorno d'Italia occorre pensare ad un Fondo di investimenti legato al sistema formativo delle Regioni del Sud come '''compensazione'' delle risorse impiegate per la formazione dei tanti ragazzi meridionali che poi emigrano, lavorano e producono ricchezza nelle altre regioni italiane E' questa una delle proposte contenute nell'Agenda del Lavoro ''Vista da Sud'', elaborata dalle Associazioni cristiane dei lavoratori italiani e presentata questa mattina a Reggio Calabria, presso il Cinema Odeon, a conclusione della tre giorni dedicata dalle Acli allo sviluppo del Mezzogiorno.
''Il Sud - ha affermato il presidente nazionale delle Acli Luigi Bobba - ha dentro di se' le risorse per promuovere e guidare il proprio sviluppo. Occorre pero' mettere in campo una ''politica dei talenti'' che sappia riconoscere e valorizzare queste risorse, che sappia concretamente costruire percorsi e opportunita' di sviluppo a partire da quello che e' concretamente praticabile perche' e' gia' esperienza quotidiana di molte realta' sociali, collettive ed individuali dei cittadini meridionali''.
Le Acli da Reggio Calabria hanno denunciato il '''drammatico fenomeno della fuga di risorse a media ad alta qualificazione, che il Mezzogiorno sconta da anni. Sono i giovani diplomati meridionali che vanno al Nord per laurearsi e non tornano piu' (il 55% tra il 1998 e il 2001) o i laureati meridionali che sono costretti a stabilirsi al Nord per trovare lavoro. Questo fatto, guardato anche solo in termini economici, costituisce un impoverimento secco del tessuto economico e sociale meridionale: le famiglie e le comunita' del Sud hanno investito le risorse necessarie alla riproduzione fisica e sociale di intere classi giovanili, mentre e' il sistema sociale e produttivo del Nord che gode i vantaggi di questi investimenti.
Tuttavia, sottolineano le Acli, la sfida non e' quella di frenare la mobilita', ma di creare le condizioni perche' non sia in un'unica direzione.
Le Acli chiedono dunque un sforzo allo Stato, agli Enti locali e allo stesso mondo delle imprese per sostenere strumenti quali: i crediti per la formazione, gli stage, i prestiti d'onore per progetti individuali di formazione. Contemporaneamente sollecitano un grande programma d'intervento per il Sud volto a mettere in
rete le universita' ed i poli di ricerca per rendere visibili ed ''attrattivi'' i centri di competenza.
L'altra grande e vera priorita' per lo sviluppo del mezzogiorno, e' l'adeguamento della rete dei servizi: Quanto all'occupazione, la sfida di creare lavoro al Sud richiede secondo le Acli di agire contemporaneamente in tre direzioni: l'elaborazione di un serio programma nazionale di lotta al sommerso da articolare territorialmente, con una decisa presa di responsabilita' del governo e delle forze sociali; una necessaria razionalizzazione delle politiche di sostegno alla
creazione di impresa e per il consolidamento delle piccole e medie imprese; una chiamata di responsabilita' al sistema del credito, per ottenere una disponibilita' a discutere una diversa flessibilita' sul tema delle garanzie richieste a fronte dei finanziamenti.
Gc/leo/ss (Asca)

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