sabato, dicembre 03, 2005

INCONTRO DEI GIOVANI CON IL PRESIDENTE BASSOLINO. INTERVENTO DEL SEGRETARIO REGIONALE DEI GIOVANI ACLI


E’ passata circa una settimana dall’incontro voluto dal Presidente della Regione Campania Antonio Bassolino con le giovani generazioni che si è svolto lunedì 28 novembre presso la mostra d’Oltremare dal Titolo “ Una Giovane Regione Europea ”. Ed è da circa una settimana che continua il dibattito e la polemica sui giornali per quanto emerso dall’incontro stesso: il ricambio generazionale o meglio l’ostacolo degli adulti all’ingresso dei giovani in politica e la difficoltà degli stessi giovani a ritagliarsi un ruolo significativo nel panorama politico. Devo dire di aver partecipato all’incontro con entusiasmo e con tutt’altre aspettative rispetto a quanto poi è accaduto. Il presidente Bassolino aveva chiesto un incontro-dialogo con i giovani ed aveva coinvolto per questo il Forum Regionale della Gioventù, organo di rappresentanza giovanile delle giovani generazioni campane, peraltro unico nel suo genere in Italia. Avendo dedicato gli ultimi due anni della mia vita politica alla nascita ed alla crescita di quest’organo, ero entusiasta della possibilità di dire al Presidente Bassolino di persona le cose che vanno e quelle che non vanno in Campania sui giovani. Arrivato lì ho subito capito una cosa: mancavano i giovani. Mi spiego. I giovani c’erano, dal punto di vista anagrafico perlomeno, ma mancavano le idee giovani, mancava la spinta al rinnovamento che le giovani generazioni spesso chiedono e che gli adulti spesso non vogliono. Mancava cioè il senso dell’incontro stesso: il dialogo tra un adulto ( il Presidente Bassolino ) e le giovani generazioni. Gli interventi sembravano tutti ingessati, tutti troppo istituzionali senza contenuto e senza proposte. Dal Mattino di ieri ( il 2 dicembre ) il Governatore chiede che vengano fuori una o due proposte oltre quelle del programma regionale, sottolinea la necessità di rinnovare un assetto troppo gerontocratico della politica e della società. Ed in effetti gli interventi che lo stesso Bassolino ha ascoltato prima di andar via nulla dicevano di nuovo, anzi sembrano una sorta di strano comizio pro o contro il governo regionale, pro o contro il governo nazionale. Unica nota, per fortuna stonata, l’intervento dell’Unione degli studenti che uscendo fuori dagli schemi, ha portato una serie di questioni sul tavolo davvero interessanti ( anche se di oggettiva difficile attuazione ). Tralascio poi alcune proposte emerse in coda al dibattito ( quasi che non si potesse lì parlare di contenuti se non alla fine dell’incontro con sala vuota e autorità già via nelle loro auto blu). Le tralascio perché mi sembra poco interessante parlare di accesso al credito per i giovani, di promozione di cittadinanza attiva, di diritto allo studio e mobilità. Eppure sono questi i contenuti sui quali dovevamo confrontarci. Le tralascio perché non credo interessi molto parlare del disegno di legge sulla dignità sociale che non affronta con adeguatezza ad esempio il problema delle politiche abitative per i giovani che sono un buon modo per agevolare le giovani famiglie a metter su casa; sono certo che a pochi interesserà parlare del disegno di legge sull’elenco delle banche di interesse regionale e sulla richiesta emersa nell’incontro di inserire quale requisito per le banche l’agevolazione al credito per le imprese giovanili o mutui più convenienti per gli under 30 per l’acquisto di case. Tralascio tutto ciò non perché convinto che gli adulti non vogliono sentire tutto questo, ma perché i giovani non sono capaci di dirlo. Non tralascerò tuttavia la vera questione sul campo: la necessità di rinnovare un assetto troppo gerontocratico della politica e della società. Ascoltando gli interventi dei giovani nell’incontro con Bassolino, giovani tutti impegnati nelle giovanili di partito e nei movimenti, mi sono accorto di una cosa. Mancano proprio i giovani. Gli interventi erano una caricatura degli interventi degli adulti, con un linguaggio da adulti che nulla diceva di innovativo. Ed ho capito. Il problema sta nei giovani, in tutti quelli che, impegnati in politica attraverso varie esperienze, non fanno altro che scimmiottare i grandi nel loro modo di far politica, di intervenire, di gestire la quotidianità della vita dei loro movimenti ( soprattutto quelli di partito), di chiedere posti. E soprattutto ho capito che rinnovare l’assetto troppo gerontocratico della politica e della società significa rinnovare i giovani che fanno politica e che non hanno capacità innovative, grandi progettualità, ma soltanto una buona ed in certi casi ottima capacità gestionale degli eventi politici e della vita politica stessa. La vera questione in campo è la nascita di una nuova classe dirigente, con forti capacità progettuali e di innovazione. Il Sud è soprattutto carente di questo, non tanto e non solo di infrastrutture, di legalità etc….; manca di giovane classe dirigente con capacità progettuali e di innovazione. E’ purtroppo piena di classe dirigente giovane con ottime capacità di gestione della vita politica, intendendo per quello una capacità di gestire il contingente ed il proprio orticello piuttosto che capacità di proiettarsi al futuro e verso l’innovazione. Ed infine ho finalmente capito cosa mancava in quell’incontro con Bassolino: mancavano le scuole di formazione politica, i luoghi dove formare e far crescere una valida classe dirigente del domani.


Giuseppe Precchia
Segretario regionale dei Giovani delle ACLI
Componente del Forum Regionale della Gioventù – Regione Campania

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