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sabato, gennaio 09, 2010

Aumentano molto i pensionati non le pensioni.....

Nel 2010 il numero delle pensioni di anzianità potrebbe aumentare del 50% rispetto al 2009 "per il combinarsi di numeri e nuove finestre". Ad anticiparlo è il presidente e commissario straordinario dell'Inps, Antonio Mastrapasqua, in occasione del bilancio del primo anno di gestione dell'istituto. "Gli aventi diritto per il 2009 sono 118mila persone e pensiamo che a fine anno ci avvicineremo a questo numero. Per il 2010 gli aventi diritto - spiega Mastrapasqua - sono 176mila persone".

Forte aumento le domande di disoccupazione
Mastropasqua ha reso noti anche i dati sulle domande di disoccupazione. Sono quasi un milione (984.286) le domande liquidate dall'Inps in un anno, tra l'inizio di agosto 2008 e la fine di luglio 2009, con un incremento del 52,2% rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente. Il dato emerge dalla relazione del presidente e commissario straordinario dell'Inps, Antonio Mastrapasqua, in occasione della presentazione dell'attività e dei risultati dell'Istituto di previdenza, a un anno dalla sua nomina. L'importo medio annuo erogato è di circa 5.292 euro, per alleviare il periodo di disoccupazione, che può variare da sei mesi a un anno. «La sfavorevole congiuntura economica che il paese ha dovuto affrontare in questi mesi - ha spiegato Mastrapasqua - ha riversato sulle casse e sugli uffici dell`Inps la responsabilità di sostenere i lavoratori in difficoltà». Più tardi l'Inps precisa che ad aprile 2009 il numero dei beneficiari di sussidio di disoccupazione era di 450mila soggetti (a marzo erano più di 460mila). L'Istituto specifica che il numero dei beneficiari non corrisponde mai al numero delle domande presentate e accolte, in quanto il beneficio ha una durata variabile e non tutti ne godono per l'intero periodo. Questo per «stimare il numero attuale dei disoccupati tra i 450mila di aprile, accertati dall'Inps, e i circa 500mila previsti entro la fine dell'anno dal recente rapporto del Cnel».

A livelli elevatissimi anche la cassa integrazione. In un anno, tra il primo settembre 2008 e il 31 agosto 2009, le ore autorizzate per i trattamenti di integrazione salariale sono aumentate del 222,3%: la cassa integrazione ordinaria è salita del 409,4% (+660% nell'industria, +66,7% nell'edilizia) mentre quella straordinaria è aumentata dell'86,7 per cento.

Sono stati pari a oltre 1,5 miliardi di euro i contributi recuperati dalla lotta al lavoro nero nei primi 365 giorni di gestione del commissario straordinario Antonio Mastrapasqua all'Inps. L'aumento rispetto all'anno precedente è significativo: 24,53 milioni di euro raccolti in più. La riforma dell'istituto previdenziale ha anche consentito una razionalizzazione dei tempi di erogazione delle invalidità civili: grazie al fascicolo elettronico, l'Istituto stima di abbassare i tempi di erogazione da 345 a 120 giorni, accertando così la data di visita per i richiedenti. Il risparmio stimato sarà di circa 100 milioni di euro.

Migliorano, infine, i conti dell'Inps. Da settembre 2008 a settembre 2009 l`Inps ha realizzato una serie di interventi organizzativi che hanno prodotto effetti sensibili sui conti dell`Istituto portando risparmi per quasi 4 miliardi di euro (3,788 miliardi).

LA PENSIONE DI ANZIANITÀ

Questa scheda contiene informazioni utili sulla pensione di anzianità.


CHE COS’È

Si può ottenere prima di aver compiuto l'età prevista per la pensione di vecchiaia.
La legge 247 del 2007 di riforma delle pensioni ha stabilito un aumento progressivo del requisito anagrafico rispetto alla normativa precedente. La nuova disciplina non trova applicazione nei confronti dei lavoratori che hanno maturato il diritto a pensione entro il 31/12/2007.

I REQUISITI

Dal 1° gennaio 2008 al 30 giugno 2009

• I lavoratori dipendenti possono accedere alla pensione con 35 anni di contributi e 58 anni di età;
• I lavoratori autonomi (artigiani, commercianti e coltivatori diretti) possono accedere alla pensione con 35 anni di contributi e 59 anni di età.

Dal 1° luglio 2009 in poi

Dal 1° luglio 2009 entra in vigore il cosiddetto “sistema delle quote”, in base al quale si consegue il diritto alla pensione al raggiungimento di una quota data dalla somma tra età anagrafica e contribuzione (almeno 35 anni di contributi), secondo il seguente schema:

Requisito contributivo minimo di almeno 35 anni
Lavoratori dipendenti Lavoratori autonomi
Periodo
Somma età e anzianitàEtà anagrafica minimaSomma età
e anzianità
Età anagrafica minima
Dal 01/07/2009 al 31/12/2010 95 59 96 60
Dal 01/01/2011 al 31/12/2012 96 60 97 61
Dal 01/01/2013 97 61 98 62

Si può andare in pensione a prescindere dall'età, se si possiede un’anzianità contributiva di almeno 40 anni.

QUANDO SI OTTIENE

La legge 247/2007 ha modificato anche le finestre di uscita, secondo il seguente schema:
Con meno di 40 anni di contributi
Decorrenza della pensione
Requisiti maturati entro il Lavoratori dipendenti Lavoratori autonomi
30 giugno 1° gennaio anno successivo 1° luglio anno successivo
31 dicembre 1° luglio anno successivo 1° gennaio secondo anno successivo

Con almeno di 40 anni di contributi
Decorrenza della pensione
Requisiti maturati entro il Lavoratori dipendenti Lavoratori autonomi
31 marzo1° luglio stesso anno*1° ottobre stesso anno
30 giugno1° ottobre stesso anno**1° gennaio anno successivo
30 settembre1° gennaio anno successivo1° aprile anno successivo
31 dicembre1° aprile anno successivo1° luglio anno successivo

* Con almeno 57 anni di età entro il 30 giugno
** Con almeno 57 anni di età entro il 30 settembre

La pensione decorre dall'apertura della finestra, purché la domanda sia stata presentata prima di quella data.
In caso contrario, decorre dal primo giorno del mese successivo alla presentazione della domanda.

LA DOMANDA

La domanda deve essere compilata sul modulo disponibile presso gli uffici Inps o sul sito dell’Istituto www.inps.it nella sezione “moduli” e presentata direttamente agli uffici Inps oppure inviata per posta o trasmessa tramite i Patronati, ( A Napoli tel 081 5634967, 081 289612 per chiedere la sede più vicina in città e provincia del patronato ACLI) che offrono assistenza gratuita.
Ogni domanda deve contenere tutta la documentazione e le informazioni ritenute indispensabili, contrassegnate da una cornice blu (art. 1, comma 783 legge 296/2006).

IL PAGAMENTO

La pensione può essere riscossa presso un ufficio postale o una banca di qualsiasi provincia, anche diversa da quella di residenza:
Elenco puntatoin contanti allo sportello;
Elenco puntatocon accredito su conto corrente postale o bancario. I moduli sono disponibili presso gli uffici Inps e sul sito dell’Istituto www.inps.it, nella sezione "moduli".
Elenco puntatocon accredito sul libretto di risparmio nominativo;
Elenco puntatocon assegno circolare che viene spedito a casa.

È in corso di sperimentazione, in alcune città, un sistema di accreditamento diretto della pensione attraverso l’utilizzo di una carta prepagata, che si aggiungerà alle modalità finora utilizzate.

http://www.inps.it/newportal/default.aspx?sID=;0;&iMenu=1&itemDir=4766

giovedì, gennaio 07, 2010

Gli importi delle pensioni nel 2010. Pensioni basse.....


Le pensioni vengono aumentate nel 2010 nella misura dello 0,7%: per effetto di tale perequazione, l’importo delle pensioni minime, sociali e degli assegni sociali viene fissato in via provvisoria, per il corrente anno 2010, nelle misure fissate nella tabella di seguito esposta.
Tipologia di pensioneImporto provvisiorio 2010 mensileImporto provvisorio 2010 annuale
Pensione minima€ 460,97€ 5.992,61
Pensione sociale€ 339,15€ 4.408,95
Assegno sociale€ 411,53€ 5.349,89


L’aumento perequativo viene applicato in misura intera per le quote di pensione comprese entro un importo determinato moltiplicando il trattamento minimo dell’anno precedente (€ 457,76) per cinque (€ 2.288,80), mentre per la fascia eccedente tale importo, la percentuale di aumento è applicata nella misura ridotta dello 0,525% (pari al 75% dell’aumento pieno dello 0,7%).

Come accennato, l’aumento viene fissato in via provvisoria, salvo conguaglio operato di anno in anno in occasione dell’erogazione della prima rata di pensione: per l’anno 2009 l’aumento definitivo è pari al 3,2%, mentre l’aumento determinato lo scorso anno in via provvisoria ammontava al 3,3%. Ne consegue che in occasione del pagamento della prima rata dell’anno 2010, gli Istituti previdenziali opereranno il conguaglio, calcolando l’importo definitivo delle prestazioni pagate nel 2009, sulle quali applicheranno successivamente l’aumento provvisorio per il corrente anno 2010.

Le modalità di perequazione sono riepilogate nella Circolare Inps n.132 del 29 dicembre 2009, alla quale è allegata una Tabella contente gli importi pensionistici dell’anno 2010.


INFLAZIONE BASSA, SCOPERTE AMARE

Quelle pensioni così povere

Molti falsi poveri davanti al Fisco, troppi veri poveri nei libri paga dell’Inps. Puntualmente l’analisi delle dichiarazioni dei redditi ci rivela scomode verità, almeno per chi paga le tasse: gli italiani guadagnano poco, meno della media europea. Ma, se li mettiamo di fronte allo specchio dell’Inps, il ritratto è ancor più drammatico. Nel 2009 l’ente ha staccato 15 milioni e mezzo di assegni con un importo medio di 773 euro al mese. Per tredici mensilità fanno poco più di 10.000 euro. La stragrande maggioranza dei pensionati vive, quindi, con mille euro al mese. Forse meno. E se in casa ci sono due ex lavoratori si arriva a 2.000. Non c’è di che scialare.
Nel 2010 anche la scala mobile girerà lenta. L’inflazione zero ha congelato l’aumento: +0,7%. Le «minime» cresceranno di soli tre euro al mese. Ma le bollette, per fare un esempio, sono rincarate ben di più. Molti pensionati, per la prima volta dopo anni, dovranno anche restituire qualcosa all’Inps perché il costo della vita 2009 è stato inferiore alle previsioni. Un po’ si prende, un po’ si restituisce. E il mini aumento scema ancor di più.

Per decenni la questione previdenziale è stata affrontata dal lato della spesa pubblica. Un’impostazione doverosa, in un Paese che ha brevettato le pensioni di giovinezza. Vi ricordate i 19 anni sei mesi e un giorno dei dipendenti pubblici? O le rendite di anzianità svincolate da un’età minima (si staccava anche a 49 anni)?
Le ultime riforme stanno riportando in equilibrio i conti. E se è vero che i già pensionati sono stati in parte risparmiati, com’era giusto, è altrettanto vero che sono stati quasi completamente dimenticati. Forse è il caso di ridare loro almeno una parte dei risparmi che deriveranno dai nuovi coefficienti di calcolo delle rendite contributive. O dall’agganciamento dell’età pensionabile alle aspettative di vita.
Dal 2002 ad oggi, a parte l’integrazione decisa dal secondo governo Berlusconi per portare il minimo a un milione di lire — beneficio toccato a una minoranza —, è stato fatto molto poco. Qualche una tantum e la quattordicesima del governo Prodi. Provvedimenti tampone legati al possesso di redditi minimi, da certificare con non pochi fastidi burocratici.

Anno dopo anno le pensioni hanno continuato a rivalutarsi solo grazie all’inflazione misurata dall’Istat, perché la perequazione agli stipendi è stata cancellata negli Anni 90. E così il loro potere di acquisto si è pian piano svilito. Un miglioramento potrebbe venire dall’annunciata, ma mai attuata, creazione di un paniere ad hoc per i pensionati, per tenere conto dei loro veri consumi. Anche le norme fiscali sono penalizzanti sul fronte degli oneri detraibili (le rendite basse non ne beneficiano). E se il coniuge supera con la pensione i 2.840 euro non è più a carico. E si perdono i relativi vantaggi.
Tanti poveri, molti evasori. Perché non cercare di riportare la bilancia in equilibrio? L’Italia nello specchio dell’Inps e del Fisco piacerebbe di più. A tutti.

Massimo Fracaro