giovedì, luglio 03, 2008

Betancourt, le ong commentano


La liberazione della paladina sudamericana dei diritti umani è salutata con gioia da tutte le organizzazioni. La speranza è che non finisca l’interesse internazionale per la Colombia e per la guerra che sta insanguinando il paese

di Riccardo Bianchi

La Colombia è in festa per la liberazione di Ingrid Betancourt, la senatrice colombiana e candidata alla presidenza, rapita sei anni fa dai ribelli delle Farc durante la campagna elettorale. Tra la popolazione c’è la speranza che il conflitto che da cinquant’anni insanguina il paese possa essere a una svolta.

Anche le organizzazioni non governative presenti nel paese hanno espresso la loro soddisfazione per l’operazione con cui i militari colombiani hanno portato in salvo quindici ostaggi, ma avanzano richieste al governo e alla guerriglia per trovare un accordo che porti alla definitiva cessazione delle violenze.

L'azione dell'esercito «è stata definita impeccabile dalla stessa Ingrid Betancourt», sostiene Angela Ospina, delegata di Terre des hommes Italia a Bogotá, dove l’associazione ha un centro per le vittime di tortura «ma è necessario ricordare come sia preferibile perseguire accordi umanitari per la risoluzione degli ostaggi ancora in mano alla guerriglia. La soluzione del conflitto non può che essere politica, non militare».

Nel paese sono 3 milioni i desplazados, i rifugiati interni fuggiti dai propri villaggi per sfuggire dalla guerra, ma l’Alto Commissariato per i Rifugiati dell’Onu valuta che ve ne sia un altro milione non registrato.

«La liberazione di Ingrid è per noi un momento emozionante, non solo per la gioia di vedere la fine di questo lungo e sofferto rapimento» Dichiarano dall’Agenzia Scalabriniana per la Cooperazione, che in Colombia ha un progetto per l’infanzia «Ci auguriamo che questo avvenimento possa essere il primo passo verso un cammino di reale cambiamento: un segnale di speranza in una società da troppo tempo segnata da un clima di diffusa violenza e insicurezza, di cui è purtroppo vittima soprattutto la popolazione civile»

«Speriamo che la liberazione della Betancourt e degli ostaggi americani non metta fine all’interesse internazionale sulla Colombia» afferma Alessandro Berruti, volontario del Cisv, da poco tornato da Santiago de Calì «Lei era il simbolo della tragedia, ma ci sono centinaia di altri colombiani in mano ai guerriglieri».

Anche Berruti, che in Colombia lavorava con gli sfollati di guerra, concorda sulla necessità di una soluzione politica «Servirà impegno anche da parte del governo e molta disponibilità a venire a patti. Dovranno essere accettate alcune condizioni e risolte quelle ingiustizie sociali che portarono molti a schierarsi con i ribelli».

Non è mancato il commento delle organizzazioni che si occupano di diritti umani. Human Rights Watch si è subito complimentata con le forze di sicurezza colombiane per l’ottima riuscita dell’operazione, che non ha toccato i civili e che «si è svolta nel pieno rispetto delle regole internazionali».

Riccardo Noury, della sezione italiana di Amnesty International, ha affermato di essere contento della bella notizia e di sperare «che altri ostaggi vengano liberati al più presto».

«Da anni» ha affermato Noury «le Farc non rispettano i diritti umani e violano la Convenzione di Ginevra con i loro attacchi indiscriminati contro la popolazione e l’uso di bambini soldati. In questo momento di debolezza militare ci auguriamo che la guerriglia inizi a deporre le armi».

«Allo stesso tempo continuiamo a fare pressione sul governo di Uribe e sui gruppi paramiliatri che lo sostengono» ha proseguito Noury «Anche loro hanno responsabilità gravi. Non dimentichiamo che la Colombia è uno dei paesi più insicuri per la popolazione e il più duro per i sindacalisti. Persino gli attivisti per i diritti umani sono deligittimati dalle autorità, che li etichetta come filoguerriglieri per farli odiare dalla gente».

Secondo l’Onu nel paese il numero di minori arruolati per combattere ha oltrepassato le 14.000 unità. Non ha superato i 18 anni almeno un soldato “irregolare” su quattro, sia tra le Forza Armate Rivoluzionarie che nei gruppi vicini al governo. E tantissime sono le bambine rapite per scopi sessuali.

Fonte dell'articolo: VITA.it

Indirizzo web dell'articolo: http://beta.vita.it/news/view/83399

3 commenti:

Blog su blogger di Tescaro ha detto...

Sono al corrente del numero sembre più esteso dei baby soldati e considero sia una delle vergogne dell'umanità. Ma perchè l'ONU non interviene e fa qualcosa di concreto? Buona serata da Tiziano

Anonimo ha detto...

quello che stavo cercando, grazie

Anonimo ha detto...

La ringrazio per Blog intiresny