venerdì, settembre 29, 2017

oggi 29 settembre....


La canzone uscì nel 1967 interpretata dal gruppo di Maurizio Vandelli. Anticipava la rivoluzione psichedelica e si rivelò subito un grande successo, il primo della coppia formata con Mogol. Due anni dopo il cantautore registrò la sua versione.

“Seduto in quel caffè, io non pensavo a te…”: 29 settembre suonò subito moderna, innanzitutto perché mancava di un vero ritornello e rompeva così con gli schemi della tradizionale canzone italiana. Poi per la musica, che riprendeva il folk-rock psichedelico dei gruppi americani e inglesi, soprattutto i Byrds e i Cream che Battisti seguiva con particolare attenzione, e in qualche modo anticipava le atmosfere di Sgt. Pepper’s dei Beatles che sarebbe uscito a giugno di quello stesso anno. Il grande lavoro in studio da parte dell’arrangiatore del brano, Maurizio Vandelli, contribuì a renderlo ancora più innovativo: “Era il momento in cui i Beatles facevano i suoni alla rovescia, usando i nastri al contrario. E noi no?”, ha raccontato Vandelli.


La canzone racconta una scappatella, il protagonista si risveglia dopo una notte d’amore come da un sogno, e torna all’ovile con una telefonata alla sua compagna. Un racconto cinematografico caratterizzato da immagini dai contorni avvolti nella nebbia come in un sogno, scandito però dalle due date pronunciate dallo speaker di un giornale radiofonico, “Ieri 29 settembre” e “Oggi 30 settembre”, che riportano il racconto alla realtà del calendario.


Nel 1969 Battisti interpretò a sua volta il brano che venne inserito nel suo album di debutto. Nella sua versione rinunciò del tutto alle sonorità psichedeliche per affidare l’arrangiamento al suono di una chitarra 12 corde, suonata per gran parte in arpeggio, ai violini e al flauto. Nella sua versione manca soprattutto la scansione temporale delle date lette nell’originale dell’Equipe 84 dallo speaker radiofonico. Nonostante queste differenze, resta il tono sognante conferito al brano dalla sua caratteristica costruzione a spirale, con il finale a girotondo, un movimento circolare con la voce di Battisti che, ridendo di gioia per il pericolo scampato, si allontana sempre di più.





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