mercoledì, settembre 28, 2016

Pensioni, misure per 6 miliardi in tre anni. Primo accordo governo sindacati

Per il pacchetto l'esecutivo mette sul piatto 6 miliardi in tre anni. Ape sprimentale per due anni, quattordicesima e no tax area per i pensionati, per i lavoratori precoci in difficoltà l'assegno dopo 41 anni di contributi. Cgil, Cils e Uil: "Buon risultato ma è solo l'inizio"
ROMA - Governo e sindacati hanno firmato un verbale condiviso sugli interventi in materia di previdenza. Il ministro del Lavoro Giuliano Poletti e il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Tommaso Nannicini da una parte, Susanna Camusso, segretario generale della Cgil, Annamaria Furlan (Cisl) e Carmelo Barbagallo (Uil) dall'altra, hanno discusso sul pacchetto di interventi riservato a chi è già in pensione e a chi ci vorrebbe andare. Nel verbale firmato si parla di anticipi (Ape), di trattamento per i lavori precoci e usuranti, di  ricongiunzioni onerose, di quattordicesima ed estensione della no tax area per i pensionati: misure riassunte in cinque pagine lette da Nannicini ai sindacati e per le quali Poletti ha annunciato "6 miliardi in tre anni. Le misure ci sono e non dipendono dalla trattativa con Bruxelles - ha detto il premier Renzi  - Piccoli passi, non viene rivoluzionato il quadro della riforma Fornero. Qualche aggiustamento può essere fatto - ha risposto la diretta interessata, l'ex ministra Elsa Fornero - La cosa importante è che sia a favore delle categorie più deboli e non come mance elettorali".

Il nodo Ape.  Il governo nell'incontro con le parti non ha fornito simulazioni su come funzionerà l'anticipo pensionistico e su chi ne pagherà i costi. L'Ape, sperimentale per due anni, permetterà a chi compie 63 anni e quindi è distante meno di 3 anni e 7 mesi dall' età di vecchiaia di lasciare il lavoro prima grazie ad un prestito pensionistico. Le fasce più disagiate  potranno beneficiare dell'Ape "sociale" andando in pensione prima senza subire tagli sul futuro assegno, ma per tutti gli altri l'operazione avrà un costo notevole. Il prestito potrebbe essere pagato con tagli fino al 25 per cento sull'importo della pensione dei successivi vent'anni. Per capire quindi se l'operazione avrà possibilità di successo bisogna fissare il tetto di reddito al di sotto del quale l'anticipo non avrà costi a carico del lavoratore. Nell'incontro non sono state stabilite le soglie al di sotto delle quali l'anticipo non avrà costi, le ipotesi lo  fissavano sotto il tetto delle pensioni a 1.500 euro lorde (1.200 nette), ma i sindacati chiedono di portare quel tetto ai 1.600-1.700 euro lordi. Saranno previste misure ad hoc per le uscite dovute a crisi aziendali  con oneri a carico delle imprese .

Precoci e usuranti. Il verbale del governo definisce come lavoratori precoci  quelli con 12 mesi di contributi prima dei 19 anni di età. Si prevede, per loro, di eliminare le penalizzazioni sul trattamento pensionistico in caso di pensione anticipata prima dei 62 anni e di consentire l'accesso alla pensione con 41 anni di contributi  per disoccupati senza ammortizzatori  sociali, addetti  ad attività gravose (da definire con i sindacati) e persone con disabilità. Ai lavoratori occupati in mansioni usuranti  (svolte in almeno 7 anni degli ultimi 10 di lavoro) si consente un anticipo pensionistico di 12 o 18 mesi rispetto alle attuali norme.

Pensioni basse, no tax area  e quattordicesime. La misura è certa, il premier Renzi l'aveva illustrata in tivù assicurando che chi oggi accantona 40 euro al mese ne prenderà 80, in una unica soluzione (un assegno annuale da 960 euro).Un raddoppio secco che premierà chi oggi incassa mille euro al mese (il limite attuale è di 750 euro, ovvero una volta e mezzo il trattamento minimo). L'estensione dovrebbe riguardare una platea di 1,2 milioni di pensionati per un totale di 3,3 milioni di quattordicesime. Per tutti i pensionati arriva la parificazione della no tax area alla soglia stabilita per il lavoro dipendente (8.125 euro) con detrazione d'imposta riconosciuta fino a 55 mila euro .

La fase due. Il verbale precisa che il confronto con le parti sociali continuerà, con l'obiettivo di riformare il sistema di calcolo contributivo per permettere anche ai giovani con redditi bassi di aver diritto alla pensione, pur mantenendo la sostenibilità finanziaria. "In vista di un possibile intervento di riduzione del cuneo contributivo sul lavoro stabile- si legge nel documento - si valuta l'introduzione di una pensione contributiva di garanzia legata agli anni di contributi e all'età di uscita".  Sarà valutata anche la posibilità, per alcune categorie, di superare i vincoli dell'adeguamento alle speranze di vita.

Camusso (Cgil): "Problema delle carriere discontinue". Per la leader della Cgil Susanna Camusso restano degli aspetti ancora da affrontare, come le carriere discontinue. Per i giovani e le loro pensioni "sono stati definiti i titoli ma non c'è la traduzione in una soluzione", ha detto Camusso al termine dell'incontro con il governo, sottolineando che nel verbale siglato si riconosce "il problema delle carriere discontinue e il fatto che va data una risposta. È Stato fatto un buon lavoro ma non si può dire che sia concluso".

Barbagallo (Uil): "6 miliardi non bastano". Dello stesso avviso della Camusso anche il segretario generale della Uil, Carmelo Barbagallo: "I sei miliardi stanziati non sono sufficienti e non dimentichiamo gli esodati e il resto della piattaforma". Così , spiegando che si è fatto "un buon lavoro" ma "non è finito" e "si guarda alla stanziamento con la lente rivolta alla fase successiva". Insomma, aggiunge, "la discussione continua".

Furlan (Cisl): "Un po' di giustizia per i pensionati".  La numero uno della Cisl parla di "buon risultato". "Dopo tanti anni i pensionati vedono un po' di giustizia" ha detto al termine del tavolo. Questo, aggiunge, non significa che "ci accontentiamo: la nostra piattaforma è nella nostra testa e nei nostri cuori". Quindi per Furlan "il lavoro va avanti, restano ancora tante cose da fare", ma quello di oggi "è un buon risultato".


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