lunedì, maggio 04, 2015

Il Forum Terzo Settore Campania incontra Vincenzo De Luca

Il Forum Terzo Settore Campania ha inviato un documento-appello con il quale chiede, a tutti i candidati presidenti in lizza per le elezioni amministrative del 31 maggio, di aprire un confronto sulle questioni del sociale e del benessere. 
Un primo incontro pubblico si terrà mercoledì 6 maggio alle 17.00 con l’Onorevole Vincenzo De Luca presso il centro congressi Tiempo al centro direzionale di Napoli. 
Il Forum sarà presente attraverso la partecipazione di diverse associazioni e cooperative, presentando i temi dei diritti e della dignità delle persone da porre all’ordine del giorno in via prioritaria nell’agenda della prossima amministrazione regionale.

ecco il documento:


AI CANDIDATI PRESIDENTE DELLA REGIONE CAMPANIA
- elezioni regionali 2015 -


UNA REGIONE DOVE VIVERE E LAVORARE. BENE
Dignità, diritti e benessere per una Campania Nuova

Nelle indagini e nelle statistiche ufficiali sullo sviluppo, sul lavoro e la qualità della vita, la regione Campania oggi più che mai occupa stabilmente tutte le posizioni di coda. La recente ricerca della Formazione Quadri del Terzo Settore sul Benessere Equo e Sostenibile traccia un quadro allarmante: i cittadini della nostra regione risultano i più poveri, i meno istruiti, i più fragili nei confronti dell'accesso alla salute, alla conoscenza, alla sicurezza.
Per l'Istat, la somma del numero dei poveri in termini assoluti di tutte le regioni del centro nord, eguaglia quasi quello della nostra regione - la regione più “giovane” d'Italia - ma le stesse analisi sulle nuove povertà evidenziano come proprio tra le giovani generazioni l'incidenza del fenomeno dell'impoverimento stia aumentando in modo esponenziale.
In Campania, quella crisi non semplicemente economica, ma ambientale, democratica e di “felicità”, ha trovato casa. Non tanto per la lunga sequela di record negativi - maggior numero di detenuti residenti in regione, maggior numero di poveri, maggior numero di tumori, di drop-out della scuola ecc.. - quanto perché quello che emerge con evidenza allarmante, è la mancanza di prospettiva e di fiducia, ovvero di capacità di agire e di reagire. Per la prima volta nella storia di questo paese, i figli hanno prospettive di futuro più incerte dei padri, non credono nella politica, non credono nell'istruzione, nel lavoro, nella cultura.
L'indagine della Formazione Quadri del Terzo Settore chiede: “rispetto ai fattori di benessere che nella tua vita sono meno soddisfatti (salute, istruzione e cultura, paesaggio, ambiente...) se tu avessi la possibilità di governare, quanto spenderesti, da 1 a 100 milioni di euro, per investire nel loro sviluppo?” Ebbene, i cittadini campani non investirebbero 1 euro, per cambiare la propria situazione.

Da quando la Regione Campania cominciò - tra le prime in Italia - a lavorare per un'infrastrutturazione regionale ed una rete di servizi per le politiche sociali, ad oggi, è  tramontato il tempo e lo spirito della Legge Regionale sulla Dignità.
Non solo per la costante riduzione delle risorse ma altresì per l’evidenza di politiche di welfare pensate solo per i più deboli, rinnegando così l’idea forte del benessere sociale attore dello sviluppo delle comunità. Mentre La Regione chiede ai comuni di investire 7 euro procapite per sostenere le politiche sociali, non prevede nel suo bilancio un pari stanziamento di risorse proprie per il welfare territoriale, per le politiche culturali, il diritto allo studio, affermando così un'idea di governo prettamente amministrativa e sempre meno sociale, culturale, economica, politica.

Criminalità, soprusi, squilibri e disuguaglianze nel nostro territorio sempre più spesso si saldano in una miscela venefica a danno della stessa sopravvivenza. II “biocidio”, generato per mano di poteri occulti ed interessi economici enormi ha stravolto i più elementari equilibri e relazioni tra potere, vita, libertà, partecipazione. La cittadinanza organizzata in questi casi è spesso rimasta l'unica difesa popolare attiva, protagonista di azioni di denuncia, riscatto, proposta per riportare il “Patto Costituzionale” del Paese a rivivere nelle azioni di solidarietà e ricostruzione dei diritti fondamentali.

In tale scenario le organizzazioni del Terzo Settore spesso faticano a recuperare la propria originale vocazione, sempre più strette tra il servizio e il bisogno, e rischia di scivolare in secondo piano la capacità di rigenerare il tessuto della coesione sociale e della cittadinanza attiva, vero motore per l'avanzamento dei diritti civili e sociali del Paese.

Il confronto con le istituzioni, dalle politiche sociali alla promozione della cultura, della partecipazione e del benessere, deve ripartire dal ripristino di una simmetria perduta tra poteri, libertà e democrazia al servizio delle comunità e della dignità delle persone.
Ciò vale tanto quando si tratta di affrontare le problematiche delle nuove povertà, quanto per arginare - istituzioni e società organizzata insieme - la recrudescenza della violenza mafiosa, il diffondersi dei fenomeni di intolleranza e razzismo, l'abbandono delle famiglie e la solitudine delle persone non autosufficienti, la dispersione scolastica, la fuga dei giovani cervelli dalla nostra regione per mancanza di opportunità e punti di riferimento credibili.

C'è bisogno di ripartire da un'azione di governo decisa, lungimirante e partecipata, che si alimenta con il dibattito e nel confronto a tutto campo sulle politiche di sviluppo, partendo dall'assunto che queste non possono essere separate da quelle di coesione sociale, territoriale, di promozione civile e sociale. Si esce dalla crisi investendo in cultura, istruzione, servizi, valorizzando il territorio e i beni comuni. Non può esserci sviluppo economico se non si scommette fortemente sulla dignità sociale e il recupero della legalità.
Va ripreso un confronto autentico, programmatico, con il mondo della sussidiarietà,  sull'idea di società e sviluppo per questa nostra regione, e che non può limitarsi al solo ambito della semplificazione burocratica che attanaglia il terzo settore e sembra tracciare un percorso ad ostacoli verso l'interlocuzione e collaborazione con le istituzioni piuttosto che promuovere il dialogo sociale.

Alcuni impegni prioritari per le politiche sociali, il benessere e la riqualificazione del territorio regionale

  • Riconvertire l'1% della spesa regionale per le politiche sociali, riportare l'impegno in questo settore nella media nazionale delle altre regioni e definire una quota capitaria regionale;
  • Identificare un sistema di integrazione al reddito come strumento di contrasto alla povertà legato a percorsi di formazione, civismo, legalità, inserimento sociolavorativo;
  • Passare dalla centralità di sussidi e trasferimenti monetari allo sviluppo della rete di servizi per le persone e famiglie, con particolare riferimento a quelli legati alla non autosufficienza e alle condizioni di cronicità delle patologie;
  • Sostenere maggiormente le responsabilità genitoriali, a partire da servizi concreti di cura, sostegno e socialità per l'infanzia
  • Rafforzare le politiche di prevenzione della devianza giovanile, in particolare attraverso la promozione della creatività giovanile, il contrasto del divario digitale, il sostegno agli spazi di aggregazione socioculturale e lo sport per tutti.
  • Attuare programmi più significativi di edilizia ed housing sociale, promuovere la residenza presso i municipi per i senza fissa dimora in modo da garantirgli l'accesso ai servizi sociali e sanitari;
  • Adottare un sistema di accreditamento regionale per il terzo settore snello ed efficace, prevedendo la possibilità di offerta di servirzi regionali e di compensazione intra-ambito; introdurre vincoli di destinazione delle somme erogate dalla Regione ai comuni singoli o associati per l’attuazione di provvedimenti sociali;
  • Costituire un capitolo di spesa dedicato al sociosanitario ed emanare un sistema tariffario delle prestazioni sociali in corrispondenza del catalogo dei servizi;
  • Attuare accordi e realizzare strumenti finanziari adeguati, di intesa con gli enti locali, per la riduzione dei tempi di pagamento delle prestazioni sociali da parte delle pubbliche amministrazioni
  • Promuovere, anche attraverso la programmazione di risorse provenienti dai fondi strutturali europei, strumenti di sostegno all’economia sociale; istituire un fondo rotativo per la cooperazione sociale, l'associazionismo di promozione sociale ed il volontariato.
  • Rafforzare e rilanciare il servizio civile regionale, quale strumento di cittadinanza attiva, formazione civica e impegno sociale per tutti i giovani residenti in regione.
  • Dotare di adeguata copertura finanziaria la legge regionale sull'immigrazione, esercitare le normali funzioni e responsabilità della regione nelle politiche di inclusione sociale, economica e culturale delle persone straniere presenti in Campania;
  • Promuovere l'accesso e la valorizzazione ad uso sociale dei beni confiscati alle mafie rinnovando e rilanciando la legge regionale e attivando sinergie operative con l'Agenzia Nazionale per i Beni Confiscati;
  • Varare una legislazione che valorizzi e tuteli i Beni Comuni del territorio regionale, a cominciare dalla risorsa idrica, secondo la volontà e gli indirizzi espressi con il referendum del 2011;
  • Promuovere pratiche di gestione partecipata dei Beni Comuni del territorio, coinvolgendo le organizzazioni del terzo settore e attivando accordi con gli enti locali, prevedendo sistemi di incentivazione e sostegno a progetti di riqualificazione, manutenzione e decoro urbano anche attraverso riduzioni o esenzioni di tributi inerenti al tipo di attività poste in essere;
  • Rafforzare, anche attraverso la programmazione dei fondi europei e la valorizzazione dei beni comuni, interventi e progettualità di Agricoltura Sociale, mettendo a sistema i diversi programmi di valorizzazione del territorio, del capitale umano di eccellenza e di contrasto alla povertà e l'esclusione;
  • Abolizione dell’IRAP per le organizzazioni di terzo settore



Aderiscono al Forum del Terzo Settore della Campania:
ACLI; ADA; ADICONSUM; ADOC; AGESCI; A.G.C.I; AI.BI; AICS; ANCESCAO; ANCOS; ANOLF; ANPAS; ANTEAS; ARCI; ARCIRAGAZZI; AUSER; CENASCA; COMPAGNIA DELLE OPERE; CSI; FEDERCONSUMATORI; FEDERSOLIDARIETA'; FISH; LEGACOOPSOCIALI; LEGAMBIENTE; U.S. ACLI; UISP.

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