venerdì, gennaio 02, 2015

Giornata Mondiale della Pace a Napoli: Omelia del Cardinale Sepe

Giornata Mondiale della Pace   versione testuale

-Omelia del Cardinale Sepe

 Cari  Fratelli e sorelle,
La solennità di oggi, posta all’inizio del nuovo anno, celebra Maria SS.ma con il titolo più bello e solenne: è Madre di Dio. Con questa celebrazione del primo giorno dell’anno chiediamo a Maria protezione e benedizione. E la Madre di Dio ci augura buon anno, buon 2015.
È l’augurio più bello e prezioso per tutti: un anno pieno di pace; pace per ognuno di noi, pace per le nostre famiglie e le nostre comunità, pace soprattutto per tutti quegli uomini e quelle donne, giovani, anziani, bambini  che vivono un po’ più lontani da noi – ma vicini nel cuore e nella preghiera – in tante situazioni dolorose di conflitto e di guerra. Noi ci auguriamo che per loro, innanzitutto per loro, venga presto la pace! Perché loro sono tutti nostri fratelli e nostre sorelle! 
Noi qui a Napoli questo augurio di pace l’abbiamo voluto gridare partecipando alla odierna marcia della pace attraverso alcune strade della nostra città e ascoltando le testimonianze di fratelli e sorelle provenienti dai Paesi nei quali la guerra continua a seminare, anche in questi giorni, terrore e distruzione, con la morte di uomini, donne e bambini innocenti. 
Ringrazio di cuore gli amici della Comunità di Sant’ Egidio, che da anni organizza questa significativa manifestazione, come pure tutte le numerose organizzazioni cattoliche e laiche della Diocesi, che vi hanno partecipato con convinzione e impegno.


In questa circostanza, vogliamo anche richiamarci, con forza, al Messaggio del Santo Padre “Non più schiavi, ma fratelli”, dedicato, in questo giorno, alla Pace. Anche noi, con Papa Francesco, vogliamo affermare il nostro impegno perché l’abominio di questa antica ferita della schiavitù che, purtroppo, è ancora attuale,  possa essere sconfitto. 
E’ una realtà drammatica che minaccia quella cultura della fraternità universale e dell’incontro che sono necessari al mondo in cui oggi viviamo. Noi qui ci impegniamo a camminare insieme verso la realizzazione di un mondo più giusto e pacifico, a cominciare dalla nostra città di Napoli e dal nostro Paese.
Come dice il Santo Padre nel suo Messaggio, è l’allontanamento da Dio, dalla figura del padre e dal fratello che porta al rifiuto della comunione e alla cultura dell’asservimento, con il conseguente rifiuto dell’altro, nonché con il maltrattamento delle persone, la violazione della dignità e dei diritti fondamentali, l’istituzionalizzazione delle diseguaglianze.
Purtroppo, nonostante la schiavitù sia stata ufficialmente abolita, ancora oggi, ci ricorda Papa Francesco, milioni di persone, tra cui bambini, uomini e donne di ogni età, vengono private della libertà e costrette a vivere in condizioni assimilabili a quelle della schiavitù. È appena il caso di ricordare che molti migranti, durante i loro drammatici viaggi, vengono privati della libertà, spogliati dei loro beni o abusati fisicamente, per essere talvolta detenuti in condizioni anche disumane, una volta giunti a terra.
Quali sono, allora, le cause della schiavitù nel mondo contemporaneo? Ce le indica il Papa stesso: “… i conflitti armati, le violenze, la criminalità e il terrorismo.”.
In questo quadro drammatico vogliamo raccogliere con urgenza il suo pressante appello a  non essere “complici” di questo male abominevole e neppure a voltare lo sguardo altrove “di fronte alle sofferenze dei fratelli e delle sorelle in umanità, privati della libertà e della dignità”, ma a toccare con coraggio la carne sofferente di Cristo che si rende visibile attraverso i volti innumerevoli di coloro che Egli stesso chiama “questi miei fratelli più piccoli.” 
Cari fratelli e sorelle,
la nostra presenza qui oggi è l’inizio della risposta a quella domanda fondamentale che Dio stesso rivolge ad ogni generazione: “Che cosa hai fatto del tuo fratello?”. Di fronte all’indifferenza generalizzata, che pesa sulla vita di tante sorelle e tanti fratelli, vogliamo farci portatori di una solidarietà e fraternità globalizzata, per restituire speranza agli uomini e alle donne del nostro tempo, e soprattutto ai più poveri. 
Non smetteremo mai di manifestare la nostra vicinanza e il nostro sostegno a tutte le vittime della guerra, del terrorismo e di ogni forma di violenza e di schiavitù, nel convincimento che apparteniamo tutti alla stessa famiglia umana e che ogni conflitto può essere risolto per far affermare la pace. 
Chiediamo a Maria SS.ma, Vergine Madre di Dio, Genitrice del Principe della Pace, di aiutarci a realizzare la pace non con i missili, i droni e le armi intelligenti, ma compiendo opere di giustizia e di solidarietà nei riguardi di quei fratelli e sorelle che sono stati privati della loro libertà e dignità.
Auguri per il Nuovo Anno 
Dio vi benedica   e    ‘A Maronna V’accumpagna.

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