sabato, novembre 29, 2014

CSVnet, elezioni vicine. Ecco le quattro sfide per il futuro


di Maria Cristina Antonucci *

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ROMA – Il 29 novembre si svolgeranno le elezioni per il rinnovo delle cariche sociali di CSVnet, l’organismo che costituisce la rete di coordinamento nazionale tra i Centri Servizio per il Volontariato: dall’assemblea verranno eletti consiglio direttivo, presidente e vicepresidenti. Il presidente uscente, Stefano Tabò, si è candidato a ricoprire nuovamente l’incarico, con lo scopo di portare a termine il progetto di federazione tra Centri servizio. Eventuali altre candidature sono state presentate entro il 4 novembre scorso; in base al regolamento di CSVnet, una volta rese note, saranno sottoposte al vaglio dell’assemblea riunita. Dopo il voto consiglio direttivo, presidente e vicepresidenti saranno in carica per un triennio.
Pur non potendo formulare, in questa sede, alcuna previsione sulla composizione delle nuove cariche, è possibile individuare con chiarezza quattro sfide che il prossimo presidente di CSVnet si troverà di fronte.
Uno
La sintesi tra le anime plurali del volontariato. Che si faccia riferimento alla dicotomia tra organismi grandi e piccoli,  alla ripartizione territoriale, con i tre “universi” del Nord, del Centro e del Sud, differenziati per numeri, aree di intervento e risorse disponibili, alla cultura organizzativa, “movimentista” piuttosto che orientata alla programmazione puntuale dell’intervento, o, infine, alla divisione valoriale, con il modello dei volontari laici contrapposto al mondo del volontariato ad ispirazione religiosa, l’elemento che emerge è la frammentazione delle organizzazioni e la relativa difficoltà dei Centri Servizio a costruire, nella propria azione, una sintesi a partire dal pluralismo di realtà spesso molto differenti e faticosamente dialoganti. La complessità di questa azione di sintesi e rappresentazione, nel rispetto della pluralità organizzativa, appare ancora maggiore nella dimensione nazionale rappresentata da CSVnet: e l’attività di coordinare soggetti così differenziati e individuare un cammino comune si presenta come la sfida forse più significativa per il futuro.
Due
Il crescente ruolo di relazione con il sistema della politica. L’azione del nuovo presidente, dei vicepresidenti e del consiglio direttivo dovrà misurarsi con il DDL 2617 di riforma del volontariato nel Terzo settore, in generale, e sul nuovo ruolo ipotizzato per i Csv, in particolare. Il disegno di legge delega per la riforma del Terzo settore impatta in maniera significativa tanto su “riordino e revisione dell’attuale disciplina in materia di attività di volontariato”, quanto su “revisione e promozione del sistema dei centri di servizio per il volontariato e riordino delle modalità di riconoscimento e di controllo degli stessi”. Sul secondo tema appare evidente l’importanza che CSVnet intrattenga una finalizzata attività di relazione con i soggetti istituzionali chiamati a rivedere e promuovere attività e sistemi di riconoscimento e verifica dei Centri di servizio. Al tempo stesso, non meno importante è l’ attività di rappresentanza “di sistema” operata da CSVnet a fianco delle organizzazioni, delle reti e delle realtà associative del mondo del volontariato..
Tre
La questione delle risorse economiche. Alla luce del DDL 2617, della delega fiscale al Governo Renzi e degli interventi previsti in legge di stabilità 2015 sulla maggiore tassazione degli utili delle fondazioni bancarie, un’attività di relazione istituzionale con Governo e Parlamento per illustrare la necessità di garantire in modo costante, sicuro e uniforme risorse per le organizzazioni di volontariato sembra imprescindibile. In questo senso, per la peculiare posizione assunta dai Centri servizio tra il sistema delle fondazioni, i Comitati di gestione e le organizzazioni impegnate sui territori, è importante che CSVnet possa esprimere la propria opinione allo scopo di ottimizzare il numero di voci a favore di una stabile contribuzione di risorse economiche per il mondo del volontariato. Non è un caso che, in particolari situazioni di improvvisa carenza di risorse economiche, alcuni Centri servizio per il volontariato, come Cesvot della Regione Toscana, abbiano preso in considerazione la possibilità di ridurre il proprio personale, mediante contratti di solidarietà, nei casi migliori, o licenziamenti, nei casi peggiori. La questione delle risorse finanziarie per il volontariato non attiene quindi solo al momento redistributivo, pure centrale, nei confronti delle organizzazioni di volontariato, ma anche alla progettazione ed erogazione dei servizi sui territori, vera ragion d’essere dei Centri servizio.
Quattro
La possibilità di catalizzare una dimensione europea del volontariato italiano. La preferenza dimostrata delle istituzioni europee per i temi dell’economia sociale non dovrebbe scoraggiare le realtà e le reti organizzative del volontariato italiano ad esperire una maggiore presenza presso Commissione e Parlamento Ue. Il riconoscimento della rappresentanza di interessi di tipo sociale, operata dal Registro europeo della trasparenza dal 2011, potrebbe aprire margini interessanti per scambi di esperienze con organismi di altri Stati membri e aggregazioni di dimensione trans-europea del volontariato. In questo senso CSVnet, per la sua capacità di partecipazione a organismi della rete europea del volontariato, potrebbe costituire un facilitatore di esperienze per le organizzazioni e le realtà associative del volontariato nazionale.
Affrontare queste sfide di sistema, di certo, non renderà semplice la posizione del nuovo consiglio direttivo e di presidente e vicepresidenti, ma potrebbe costituire il passaggio cruciale per una più significativa ed incisiva presenza di CSVnet, atta a potenziare la partecipazione del sistema del volontariato italiano nei confronti degli attori economici e politico decisionali presenti nel sistema italiano ed europeo. Il mosaico da comporre è complesso, ma lo scenario che si presenta di fronte al volontariato italiano, in attesa dell’avanzamento della riforma del Terzo settore, appare davvero ricco di potenziale.
Maria Cristina Antonucci
* Ricercatore – Consiglio Nazionale delle Ricerche
@CristinaAntonu

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