mercoledì, giugno 05, 2013

Bonus casa fino a dicembre: lo "sconto" esteso alle cucine


Ora o mai più. È questo l’invito che emerge dalle recenti disposizioni governative introdotte con la proroga dei bonus casa sui lavori di ristrutturazione e risparmio energetico. Il “veicolo” col quale il Governo ha deciso l’allungamento semestrale dei due sconti fiscali è il decreto legge approvato venerdì scorso per recepire in Italia le direttive Ue in tema di certificazione energetica degli edifici, evitando così le procedure d’infrazione comunitarie. Chi dunque avesse da tempo in programma di effettuare dei lavori nella propria abitazione, o comunque in immobili di proprietà ad uso residenziale, dovrà approfittare dell’occasione irripetibile messagli su un piatto d’argento dal Governo.
Queste dunque le novità per sommi capi: il bonus al 50% legato alle ristrutturazioni edilizie e quello al 55% per gli interventi di riqualifica energetica, sul quale è stato deciso un aumento al 65% a partire dal 1° luglio, non scadranno più, com’era previsto che accadesse, il prossimo 30 giugno, ma resteranno validi per altri sei mesi, fino al 31 dicembre 2013. Oltretutto, la nuova eco-quota elevata al 65%, per i soli interventi che riguarderanno le parti condominiali, verrà prolungata per un anno, fino al 30 giugno 2014. Agevolazioni, queste, che di riflesso rendono necessario il reperimento di fonti economiche di supporto per compensare l’ammanco di gettito che già da quest’anno intaccherà le casse dello Stato, considerando che gli sconti non vengono goduti in blocco, ma vengono spalmati in dieci rate annuali di pari importo (tale regola dallo scorso anno, quando il Governo Monti aveva innalzato il bonus edile dal 36 al 50 per cento, è stata estesa anche agli anziani over 75 e over 80, per i quali in precedenza era previsto un piano rateale più ristretto di tre e cinque anni). Così strutturati, ha spiegato il Ministro dell’Economia Saccomanni, gli sconti toglieranno dalle casse dello Stato circa 230 milioni l’anno. Il “buco” verrà dunque rattoppato in due modi. Da un lato si agirà sul risparmio, e dunque su una revisione delle voci di bilancio, dall’altro si è invece prospettata una soluzione “cash”, attingendo da un doppio aumento dell’Iva: dal 4 al 21 per cento sui prodotti non editoriali allegati ai prodotti editoriali, e dal 4 al 10 per cento sulle bevande e gli alimenti venduti coi distributori automatici.
Ma vediamo le disposizioni un po’ più nel dettaglio. Capitolo risparmio energetico. Il bonus, abbiamo detto, non solo viene prorogato per altri sei mesi sugli interventi relativi alle singole unità abitative, e di 12 mesi sui lavori condominiali, ma per entrambe le casistiche, con decorrenza dal 1° luglio, scatterà l’aumento al 65%. Per quelli che fossero dunque in procinto di avviare dei lavori di riqualifica energetica, o che dovessero ultimare il pagamento dei lavori già avviati, sarà molto più conveniente prendere tempo e rimandare tutto a luglio, così da rientrare nella fascia temporale del 65%. Una precisazione va poi fatta su due tipologie di interventi per i quali la proroga non sarà valida, e cioè la “sostituzione di impianti di climatizzazione invernale con pompe di calore ad alta efficienza e con impianti geotermici a bassa entalpia” e la “sostituzione di scaldacqua tradizionali con scaldacqua a pompa di calore dedicati alla produzione di acqua calda sanitaria”. Per questi lavori, quindi, a meno che non si riesca a ultimare l’acquisto degli impianti e la loro installazione entro il 30 giugno (fino a quella data resta in vigore la quota del 55%), il bonus non potrà essere applicato, di conseguenza da luglio in poi il massimo che si potrà ottenere sarà il “trasferimento” nell’area del 50% valido sulle ristrutturazioni.
Altro aspetto importante è la scelta di mantenere inalterate - pur con la formula rinnovata del bonus - le precedenti soglie di sconto. Questo comporta indirettamente l’abbassamento dei livelli di spesa entro le quali sarà possibile godere per intero dell’agevolazione. Si prenda ad esempio l’installazione dei pannelli solari o la sostituzione degli infissi, opere per le quali è previsto uno sconto massimo di 60mila euro (precisiamo che quando si parla di “sconto” ci si riferisce all’importo che verrà detratto dall’imposta lorda, non alla spesa complessiva su cui calcolare la detrazione). Ebbene, innalzandosi dal 55 al 65 per cento la quota del bonus, ma restando la detrazione massima pari a 60mila euro, automaticamente il massimo che si potrà spendere per godere appieno dell’agevolazione non saranno più 109.090 euro ma 92.307 euro. Ipotizzando quindi di spendere 95mila euro, se ne potranno comunque detrarre 60mila (vale a dire il 65% di 92.307,69). Idem allora per le altre soglie di spesa, che si abbassano da 54.545 a 46.153 euro per la sostituzione degli impianti di climatizzazione invernale (sconto massimo 30mila euro) e da 181.818 a 153.846 euro per gli interventi generalizzati di riqualifica energetica (sconto massimo 100mila euro).
Spostandoci invece sul bonus ristrutturazioni, che manterrà il suo 50% fino al 31 dicembre 2013, la novità di maggior rilievo riguarda l’allargamento dell’agevolazione sull’acquisto di mobili in concomitanza di interventi di manutenzione straordinaria effettuati nelle singole unità immobiliari. Ricordiamo infatti che la semplice manutenzione ordinaria è agevolabile solo in caso di lavori condominiali, mentre la manutenzione straordinaria gode dello sconto anche in caso di lavori effettuati nelle abitazioni private. L’ampliamento del bonus al mobilio è comunque selettivo, riguardando esclusivamente - ha specificato il Sole 24 Ore di sabato scorso - “i mobili fissi, compresi cioè nella muratura, come ad esempio gli armadi a muro o le cucine”. Stando quindi a tale principio resterebbe escluso dall’agevolazione l’acquisto di mobili d’arredamento quali tavoli, sedie, consolle, comodini o cassettiere, ed anche l’acquisto di letti o divani non sarebbe detraibile. Fra l’altro il decreto stabilisce, per singola abitazione, un tetto massimo di spesa pari a 10mila euro: di conseguenza si potrebbe accedere a non più di 5mila euro di sconto.
Resta comunque inteso che nell’ambito complessivo della ristrutturazione, questi 10mila euro rappresentano un “extra” rispetto al monte di spese soggetto a detrazione. In buona sostanza le spese per gli interventi edilizi veri e propri, saranno da distinguere rispetto all’eventuale acquisto di nuovi mobili, cosicché nel limite massimo pari a 96mila euro stabilito per le sole ristrutturazioni, non saranno ricompresi gli importi sborsati per i mobili, che verranno dunque detratti a parte. Per il resto tutto rimane com’è: dall’obbligo di conservare le fatture intestate al contribuente che richiederà la detrazione, fino all’obbligo di versamento con bonifico “parlante” dal quale risultino (pena la non validità del bonus) il codice fiscale del soggetto che paga, il codice fiscale (o la partita Iva) del beneficiario del pagamento (cioè la ditta fornitrice) e infine il riferimento normativo della detrazione nello spazio della causale (nel caso del 50% si dovrà scrivere: “Detrazione dell'art. 16/bis del DPR del 22 Dicembre 1986 n. 917 e successive modifiche”; mentre nel caso del 55%: “Detrazione del 55% ai sensi della Legge 296/2006”).

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