Dopo oltre due anni dalle elezioni regionali, il
Consiglio non ha ancora nominato due componenti della Consulta Regionale
dei
Migranti, che, quindi, non può essere convocata.
Le Acli della Campania
denunciano che la mancata nomina di due consiglieri regionali all’interno
dell’organismo previsto da una legge, paralizza ogni attività.
La legge regionale 6/2010 dal titolo “Norme per l’inclusione sociale,
economica e culturale delle persone straniere presenti in Campania” ha
istituito due nuovi organismi, presso la Giunta regionale, cioè la Consulta
regionale per l'immigrazione e l'Osservatorio regionale sull'immigrazione
per la raccolta di dati, informazioni e normative sul fenomeno migratorio
in
Campania.
“Facciamo appello alla disponibilità del presidente del Consiglio Regionale
della Campania, Paolo Romano - dichiara la presidente regionale delle Acli,
Anna Cristofaro. - La complessità e la continua evoluzione del fenomeno
migratorio in Campania rendono necessario ed urgente un intervento deciso a
favore di azioni volte all’integrazione dei cittadini immigrati. Come
testimoniano dati recenti, la presenza di stranieri in Campania si è
quadruplicata nel corso degli ultimi dodici anni.
Un universo che racchiude
ben 174 nazionalità senza considerare la forbice media di clandestinità tra
il 15 ed il 26%. E’, dunque, necessario mettere in agenda politica la
nomina
di due consiglieri regionali per consentire la regolare convocazione della
Consulta, così come previsto dalla legge, al fine di garantire la
partecipazione e la rappresentanza delle comunità immigrate presenti sul
territorio regionale”.
“Il volto del futuro - afferma il vicepresidente regionale Filiberto
Parente - lo intuiamo in chi ha una pelle di colore diverso dalla nostra,
poiché sempre più rilevante è la presenza di stranieri nelle nostre
aziende,
ma soprattutto nelle nostre case. Diciamo basta ai provvedimenti
emergenziali e a norme burocratiche che spingono “i migranti” alla
clandestinità. Siamo fiduciosi che il governo regionale promuova una
politica di integrazione e di cittadinanza a favore dei migranti, che
consenta loro e ai loro figli di crescere non con la paura ma con la
speranza del futuro. Una politica che li faccia cittadini come noi”.
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