sabato, dicembre 17, 2011

MANOVRA: SI POTEVA FARE DI PIÙ

Il presidente nazionale delle Acli, Andrea Olivero, ai microfoni di Radio Vaticana
La manovra economica "sicuramente è un poco più equa, mettiamola in questi termini. Ci sono elementi - la rivalutazione delle pensioni fino al triplo della minima e l`Ici con un`attenzione alle famiglie con figli - che ci dicono che qualcosa è stato fatto... però è ancora poco rispetto all`attesa di chi voleva vedere totalmente esentati dai nuovi sacrifici coloro che già troppo stanno pagando la crisi economica". E' l'opinione del presidente delle Acli Andrea Olivero, intervistato da Radio Vaticana.

"Bisognava ripartire in maniera diversa il peso, andando a far sì che fossero quanti hanno più risorse economiche patrimoniali a contribuire al risanamento del Paese. In un momento di emergenza è necessario che siano soprattutto i ricchi, quanti hanno più risorse, a dare il loro contributo; così non è stato fatto ancora in maniera sufficiente. In questa maniera si poteva, probabilmente, andare ad escludere fino in fondo i ceti popolari dal pagare ulteriormente ... ceti popolari fortemente impoveriti negli ultimi anni".

Quanto ai costi della politica, aggiunge Olivero ai microfoni di Radio vaticana: "Osserviamo ancora una volta che il mondo politico da solo non arriva ad autoriformarsi e che non coglie l`urgenza del momento. Forse sottovalutano quell`astio, quel malcontento sordo che sta crescendo all`interno del nostro Paese e che è pessimo da ogni punto di vista: porta sfiducia e porta anche a un disimpegno. Noi siamo convinti che sia necessario anche partire da gesti simbolici. La riduzione degli stipendi e delle pensioni dei parlamentari non è decisiva per i conti dello Stato però è decisiva per far sì che tutti si sentano corresponsabili e non soltanto tartassati".

1 commento:

Anonimo ha detto...

Mi pare che le Acli si accontentino di poco, di qual poco che viene a tranquillizzare in parte la voglia di reagire. Se 40 anni di lavoro sono pochi, se il pro-rata e penalizzazioni varie non meritano la dovuta attenzione e alternativa...vorrei capire se il movimento è solo pura dialettica oppure può essere strumento di valutazione accreditato e credibile. Si facciano lavorare le persone e sarebbe già un passo, con contratti veri e saremmo già oltre il limbo di situazioni ambigue (volontariato, gratuità.. ecc.ecc)
a sostegno delle strutture, pensionati che non lasciano la posizione a favore dei nuovi da assumere... Di tutto questo non se ne parla se non in astratto...e in modo accademico, mentre la realtà viaggia su altri binari ed emergenze..

saluti