domenica, luglio 10, 2011

Via agli sversamenti nelle discariche scatta la rappresaglia delle Province

Caldoro: "La crisi non si risolve con i no e con i veti". Domani presidio a Sant'Arcangelo Minacce di chiusura dei siti, primi ricorsi

di ROBERTO FUCCILLO da la Repubblica Napoli

SE voi colmerete le nostre discariche, noi chiuderemo i nostri Stir. Versione moderna dell'ammonimento di Pier Capponi, stavolta con i presidenti delle Province a insorgere contro l'ordinanza firmata venerdì sera dal presidente della Regione Stefano Caldoro: 700 tonnellate, che effettivamente nel corso della giornata sono state quasi tutte scaricate a San Tammaro, Savignano e Sant'Arcangelo Trimonte. Senonché le Province hanno cominciato a mettere in campo le ripicche.


In prima linea Benevento, che effettivamente ha la discarica parzialmente sotto sequestro. Il presidente Aniello Cimitile ha invitato tutti i sindaci del Sannio domani alle 10 davanti alla discarica, per una seduta straordinaria di Consiglio provinciale. La paura è che l'accresciuto afflusso di rifiuti partenopei esaurisca la discarica prima del tempo, danneggiando così l'intero Sannio. In quelle stesse ore verrà depositato il ricorso al Tar contro la decisione di Caldoro. Nel frattempo l'assessore Gianluca Aceto ha dato disposizioni alla Samte, la società provinciale, di non accettare rifiuti napoletani nello Stir di Casalduni. Anche Caserta ha chiuso il suo Stir di Santa Maria Capua Vetere. Impianti dove di solito arrivano carichi della penisola sorrentina e dalle isole. Avellino e Caserta preparano poi il ricorso al Tar. Con questi chiari di luna, la gestione dei flussi resta complessa, e la situazione delle giacenze a terra rimane precaria. Ieri mattina in città l'Asìa segnalava quasi 1700 tonnellate, con crisi più spiccate nelle aree che hanno accumulato più ritardi negli ultimi giorni, da Pianura a Fuorigrotta. Caldoro ha richiamato gli enti locali: "La Regione ha fatto tutta la sua parte. Ora le Province devono creare le condizioni per un regolare conferimento. E quella di Napoli, insieme ai Comuni, deve lavorare con il commissario Vardè per la immediata apertura di discariche. Con i no e con i veti l'emergenza non si risolve". Il Comune ha reagito. "Anche noi abbiamo fatto la nostra parte", ha detto il vicesindaco Tommaso Sodano, dichiarando poi di condividere l'appello di Caldoro. Il sindaco Luigi de Magistris ha ammesso che "bisogna stare con i piedi per terra perché la situazione è ancora abbastanza delicata", ha rivelato che "ci sono stati contatti telefonici con Caldoro, l'ho sollecitato all'ordinanza, ha tutto il nostro appoggio e il nostro sostegno", infine ha censurato le minacce di chiusura degli impianti per il fine settimana: "Una cosa grottesca, che non ci piace. Non è una questione economica, è un problema di burocrazia, se non vogliamo pensare ad altro. Mi auguro che domani si possa sversare". La chiusura eventuale delle discariche sarebbe comunque, come confermano in Regione, una violazione della ordinanza. Pare una guerra di trincea, un equilibrio precario, che deve durare fino a martedì sera. Così prescrive l'ordinanza regionale. Martedì infatti sono attesi i primi carichi per l'Emilia, 200 tonnellate al giorno, mentre per domani si attende il nullaosta anche della Toscana. Intanto Francesco Borrelli dei Verdi e Livio Falcone del Pd chiedono ai Comuni "di gettare acqua e disinfettanti sopra i cumuli per diminuire il cattivo odore ed evitare incendi". E il Partito del sud, formazione che ha appoggiato de Magistris, chiede che fino a martedì i cittadini trattengano almeno il secco in casa.

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