domenica, maggio 29, 2011

L'anatema di Sepe: la camorra stia lontano dai nostri giovani

il lavoro al centro dell'impegno di tutti. Davvero un giubileo corale per Napoli, la Campania e il Mezzogiorno.

pubblico qualche articolo sul giubileo del lavoro affinchè la riflessione e l'impegno rimangano alti...
p.o.

Il cardinale sigla un patto con i sindacati per il Giubileo del lavoro

"Vogliamo gridare, con tutta la forza che abbiamo, che non consentiremo mai alla camorra di mettere le mani su uno dei nostri giovani o dei nostri padri di famiglia. Siamo su fronti distinti e distanti da chi ha scelto la strada della violenza e della morte".

Lo ha detto l'arcivescovo Napoli, cardinale Crescenzio Sepe, nel corso della cerimonia di sottoscrizione del patto per il Giubileo del Lavoro.
L'arcivescovo ha ribadito l'impegno della chiesa napoletana "per realizzare il bene comune, per costruire una società più sana, fondata sulla giustizia e sul lavoro. Vogliamo passare dalle buone intenzioni ai fatti".

http://napoli.repubblica.it/cronaca/2011/05/28/news/l_anatema_di_sepe_la_camorra_stia_lontano_dai_nostri_giovani-16874717/
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IL CARDINALE DI NAPOLI

Sepe: «La camorra è l'unica azienda che non chiude mai e ha fatturato in crescita»

«I napoletani, come tutti i campani, sono stanchi di aspettare opportunità occupazionali che non arrivano»

Il cardinale Crescenzio Sepe

Il cardinale Crescenzio Sepe

NAPOLI - «I napoletani, come tutti i campani, sono stanchi di aspettare opportunità occupazionali che non arrivano». Lo ha detto il cardinale Crescenzio Sepe al Giubileo del Lavoro con i segretari generali dei sindacati. Il presule ha anche avvertito che i campani «si vedono offesi dall’infame comportamento di un manipolo di violenti e di malfattori, da una malavita sempre più accattivante, insidiosa e cinica». Per l’arcivescovo di Napoli purtroppo l’unica azienda che nel territorio partenopeo non chiude mai i battenti è l’azienda della malavita che «mostra con orgoglio i suoi fatturati per chiamare a raccolta le nuove leve». Sepe ha invitato politici e imprenditori, lavoratori e società civile, istituzioni e gente comune a uno sforzo corale perchè «questa azienda deve essere chiusa per sempre perchè produce solo morte e violenza».

«GIU' LE MANI DAI GIOVANI» - «Vogliamo gridare, con tutta la forza che abbiamo, che non consentiremo mai alla camorra di mettere le mani su uno dei nostri giovani o dei nostri padri di famiglia. Siamo su fronti distinti e distanti da chi ha scelto la strada della violenza e della morte». L’arcivescovo ha ribadito l’impegno della chiesa napoletana «per realizzare il bene comune, per costruire una società più sana, fondata sulla giustizia e sul lavoro. Vogliamo passare dalle buone intenzioni ai fatti».

PRESENTI ANCHE CAMUSSO, BONANNI E REA - All'inizativa erano presenti anche i leader sindacali di Cgil, Cisl, Uil. «Tutte le organizzazioni presenti oggi al Giubileo hanno tradotto la scelta del cardinale in un progetto concreto. Il lavoro non è solo l’emergenza di questa regione. Nel lavoro c’è l’identità e la dignità delle persone», dice Susanna Camusso. «Bisogna dare valore al lavoro» Non c’è consumo, se il lavoro non torna ad essere al centro». «A Napoli - ha aggiunto Raffaele Bonanni della Cisl- l’emergenza lavoro è sentita più che altrove, in virtù della sua scarsità. Qui c’è chi cerca lavoro da diverso tempo - ha aggiunto - chi lo ha perso e chi rischia di perderlo». Secondo il numero uno della Cisl, la crisi economica «ha attanagliato i posti di lavoro nel Sud Italia e soprattutto nella sua capitale che è Napoli». Il ruolo del sindacato - ha proseguito Bonanni - è quello di combattere questa battaglia e l’iniziativa di oggi è per noi un incoraggiamento a farlo, richiamando tutti alle proprie responsabilità». «Il documento firmato è un primo passo e rappresenta una rivoluzione», spiega segretario generale Uil Campania, Anna Rea. Secondo Rea, per rilanciare il lavoro, «servono progetti concreti. Non bastano - ha detto Rea - le analisi, le critiche, i mea culpa. È evidente - ha aggiunto - che ci sono stati degli errori, ma adesso abbiamo la possibilità di correggerli e cambiare strada e per farlo è necessario partire dall’indignazione di tutti i napoletani e di tutti i lavoratori». Dalla sindacalista, giunge anche un appello alla politica affinchè «dia risposte e non favori. Con oggi - ha concluso Rea - è iniziata l’era del fare».


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